In un'intervista all’emittente araba “Al Arabiya”
Il leader di Hamas Meshal: “L’attacco contro Israele è legittima resistenza. Nessuna nazione viene liberata senza sacrifici”
 
Uno dei leader di Hamas, Khaled Meshal, è stato intervistato il 22 ottobre da Rasha Nabil, giornalista e conduttrice dell’importante emittente televisiva “Al Arabiya” degli Emirati arabi uniti con sede a Dubai. Meshal con lucidità e autorevolezza ha risposto alle incalzanti domande tendenti a legittimare il criminale operato di Israele, illustrando tattica e prospettive della più importante componente della Resistenza palestinese.
“Il vostro attacco è stata una dichiarazione di guerra e molti si chiedono come vi aspettavate che avrebbe reagito Israele? Avete preso questa decisione da soli?” chiede subito la giornalista. Meshal ha spiegato che Hamas è “ben consapevole delle conseguenze” dell’attacco contro Israele, elogiando le Brigate al-Qassam (l’ala militare di Hamas) per “aver colto di sorpresa il nemico” con un attacco “ingegnoso” preparato “da tempo e in segreto”, avvenuto “nel contesto di una legittima resistenza”.
“Lei parla di resistenza legittima, - ha chiesto la giornalista - però quello che gli occidentali hanno visto in tv è stata la violenza di Hamas contro i civili israeliani. E ora Hamas viene paragonata all’Isis”. “Questa è un’accusa fabbricata da Netanyahu – ha risposto l’esponente di Hamas – e purtroppo l’occidente sta collaborando con lui. Le nazioni non si liberano facilmente. I russi sacrificarono 30 milioni di persone nella seconda guerra mondiale per liberare il proprio Paese dall’attacco di Hitler. I vietnamiti sacrificarono 3,5 milioni di persone per sconfiggere gli americani. L’Afghanistan ha sacrificato milioni di martiri per sconfiggere l’URSS prima e gli USA poi. Il popolo algerino ha sacrificato sei milioni di martiri in 130 anni. Il popolo palestinese è come qualsiasi altra nazione, nessuna nazione viene liberata senza sacrifici”.
E poi ancora: “Come potete chiedere all’Occidente supporto alla causa palestinese, - chiede Nabil -quando è evidente quello che ha fatto Hamas ai civili israeliani? Sa che Israele ha ottenuto molto supporto grazie a queste scene? Vi scuserete per quello che avete fatto ai civili israeliani?” Il leader di Hamas spiega che l’organizzazione “concentra la sua resistenza sulle forze di occupazione e sui soldati”, aggiungendo però che “in tutte le guerre ci sono delle vittime civili: non siamo responsabili per loro”.
Hezbollah? “Noi in Palestina stiamo lottando – ha risposto Meshal -. Fuori dalla Palestina siamo grati a chi sta al nostro fianco. Hezbollah ha un ruolo attivo. Gli scontri nel sud del Libano vanno bene e sostengono la nostra causa.”
“Avete deciso di lanciare l’attacco del 7 ottobre ed ora chiedete ai paesi arabi di unirsi a voi. Gli arabi però non hanno partecipato con voi nel prendere questa decisione”. “Nessuno – la risposta del leader di Hamas – nel mondo arabo ha detto all’Egitto: perché ci avete sorpreso con la guerra del 1973? Questo perché la terra egiziana del Sinai era sotto occupazione. Le persone potrebbero opporsi al fatto che un paese arabo decida da solo di lanciare un’offensiva contro un vicino. Ma quando le loro terre sono occupate, le persone hanno il diritto naturale di farlo. Nessuno ha il diritto di chiederci perché lo abbiamo fatto e se abbiamo consultato o no qualcuno”.
“Cosa pensate di fare con gli ostaggi? Cosa volete in cambio? - ha concluso l’intervista la conduttrice di “Al Arabiya”. “Questi sono prigionieri” la risposta del leader di Hamas. “Prima di parlare dei prigionieri detenuti da noi, ci sono prigionieri detenuti dal nemico. Erano circa 5.500 ed ora sono 10.000. Ogni giorno Israele arresta 100, 200 o 1000 persone in Cisgiordania. La regola che seguiamo è che i detenuti vengono scambiati con i prigionieri. Abbiamo scambiato oltre 1000 prigionieri per Gilad Shalit. Oggi abbiamo tra le mani decine di soldati e ufficiali, li useremo per svuotare le carceri israeliane e tutti i nostri figli e figlie saranno liberati”.

25 ottobre 2023