Grande e combattiva manifestazione a Roma
PALESTINA LIBERA
Sfilano in 25 mila da tutta Italia con la parola d'ordine "Stop al genocidio, fine dell'occupazione, Palestina Libera". Strappata la bandiera di Israele dal pennone della Fao. La bandiera israeliana viene paragonata alla svastica. La delegazione della Rete napoletana per la Palestina fermata e perquisita dalla polizia sull'autostrada. “Repubblica” del filo israeliano Molinari pubblica solo tre foto per attaccare i manifestanti

Il 28 ottobre, nell'ambito della giornata di mobilitazione mondiale a sostegno della Resistenza e della causa palestinese si sono svolte una serie di manifestazioni in tutte le maggiori città e capitali del mondo: da Istanbul a New York, Londra e perfino Parigi dove i manifestanti hanno coraggiosamente sfidato il divieto a manifestare imposto dal presidente Macron.
Oltre 25 mila manifestanti provenienti da tutta Italia sono sfilati in corteo anche a Roma, da Porta San Paolo, luogo simbolo della Resistenza antifascista italiana, fino a San Giovanni in Laterano, per chiedere la fine dell'occupazione, dei bombardamenti e del genocidio del popolo palestinese da parte dello Stato sionista e terrorista israeliano e del nuovo Hitler Netanyahu.
Una grande e combattiva manifestazione colorata da migliaia di bandiere palestinesi e palloncini a forma di anguria, il frutto diventato simbolo della Resistenza palestinese perché ne riprende i colori.
Presenti numerose associazioni, fra cui l'Anpi, Collettivi degli studenti medi e universitari, Centri sociali, Comitati di lotta, organizzazioni politiche e sindacali e varie altre realtà fra cui una folta delegazione della Rete napoletana per la Palestina che è stata vittima di una gravissima e premeditata provocazione da parte della polizia: i sette autobus su cui viaggiavano gli attivisti sono stati fermati dalla polizia e perquisiti per circa due ore. "L'iniziativa delle forze dell'ordine avvenuta all'altezza dello svincolo Roma-Sud - si legge in un comunicato diffuso dagli stessi attivisti - è stato un vero atto di censura preventiva visto che l'unico materiale sequestrato sono pochi cartelli ritenuti offensivi nei confronti di Netanyahu". Durante la perquisizione la polizia ha anche sequestrato quattro caschi e ha strumentalizzato il sequestro per criminalizzare e dipingere i manifestanti come dei violenti. “Abbiamo spiegato che i caschi erano di quattro ragazzi giunti sul posto dell'imbarco degli autobus a Napoli con i loro motorini... E' chiaro - conclude la nota - che l'inaccettabile 'operazione di polizia e digos' ha avuto come obiettivo, oltre la censura preventiva, quello di ritardare l'arrivo dei 350 passeggeri dei bus al concentramento... l'ennesima dimostrazione del fatto che lo Stato italiano continua ad essere schierato con quello israeliano che in barba a tutti i principi e le leggi internazionali occupa da oltre 50 anni il territorio palestinese. Uno stato succube di Israele e Stati Uniti che non può tollerare il legittimo dissenso e solidarietà verso il popolo palestinese".
Il corteo è stato animato da decine di slogan, cartelli e striscioni fra cui: "Stop al genocidio”, “Palestina Libera", “Israele terrorista”, “Israele assassino”, “Israele criminale” e “Israele vai via” , “Intifada”, “Gaza libera”, “basta genocidio” “basta apartheid”.
Sullo striscione di apertura del corteo si legge la parola d'ordine “Stop al genocidio, fine dell’occupazione. Palestina libera”. A seguire i manifestanti espongono una chiave gigante in cartapesta a simboleggiare “la grande prigione a cielo aperto” in cui i sionisti israeliani hanno rinchiuso la popolazione palestinese lungo la Striscia di Gaza e la case dei palestinesi espropriate armi in pugno e occupate illegalmente dai coloni.
Tanti altri manifestanti espongono cartelli e striscioni con fotomontaggi che paragonano la bandiera israeliana alla svastica nazista e il presidente israeliano Benjamin Netanyahu a Hitler e insieme al presidente Usa Biden li raffigurano con le mani sporche di sangue delle migliaia di civili, bambini, donne e anziani palestinesi uccisi nei bombardamenti a tappeto su tutta la Striscia di Gaza che vanno avanti da settimane.
La rabbia dei manifestanti è tanta ed è rivolta anche contro i governi e le istituzioni imperialiste occidentali, con alla testa il governo neofascista Meloni a cui i manifestanti, come scritto nell'appello alla mobilitazione, chiedono: “L’interruzione degli accordi militari con Israele. La fine del genocidio a Gaza.
Che si adoperi per lo smantellamento delle colonie, dell’occupazione e del regime di apartheid. Aiuti umanitari. Il riconoscimento del diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese. Il Rispetto del diritto internazionale in Palestina”.
Contestati anche i media di regime sostenitori del “legittimo diritto di Israele di difendersi dagli attacchi terroristi di Hamas” e giustamente accusati di fare “propaganda imperialista”. Tra questi una troupe di “Piazza pulita” sonoramente contestata perché chiedeva ai manifestanti di condannare i “video dell’orrore messi in circolazione da Hamas” e i giornalisti de “la Repubblica” del filo israeliano Molinari, servo dell'imperialismo e accanito sostenitore della vergognosa campagna terrorista contro Hamas che ha pubblicato solo tre foto per attaccare ancora una volta la Resistenza palestinese e i manifestanti. Una precisa scelta editoriale dettata da Molinari per criminalizzare Hamas che invece moltissimi manifestanti riconoscono come legittimo rappresentante e punta più avanzata della Resistenza palestinese. Non a caso nell'appello alla mobilitazione si legge fra l'altro che: “Il 7 ottobre il popolo palestinese ha ricordato al mondo di esistere, ha dimostrato che sono ancora i popoli a scrivere la storia”. Mentre lungo il corteo si sprecano i commenti “a favore di Hamas perché - come ha ben sintetizzato una giovane manifestante tunisina in una intervista volante durante il concentramento a Porta San Paolo -Non è una formazione terrorista ma un partito islamista che è stato votato liberamente e quello che è successo il 7 ottobre è stata legittima difesa”.
Davanti alla sede della Fao un manifestante si stacca dal corteo si arrampica sul muro di cinta dell'edificio e strappa da uno dei pennoni la bandiera di Israele tra gli applausi degli altri manifestanti. Mentre durante il percorso verso Piazza San Giovanni dal camion con gli altoparlanti in testa al corteo gli organizzatori improvvisano comizi volanti per denunciare l'assedio di Gaza, il genocidio in atto, la pulizia etnica, l’apartheid, le “vittime innocenti dei raid israeliani”, gli oltre “tremila bambini uccisi dai terroristi durante i bombardamenti indiscriminati” e avvertono “Resisteremo fino alla vittoria”.

1 novembre 2023