Viva l’occupazione dell’Università Orientale di Napoli: “Con la Palestina fino alla vittoria”
Vergognosa presa di posizione del Senato accademico e del rettore Tottoli

Redazione di Napoli
Le studentesse e gli studenti universitari hanno coraggiosamente occupato, lunedì 6 novembre, la storica Università “L’Orientale” di Napoli al grido di “Palestina libera!” per protestare contro il governo sionista di Israele.
Un'iniziativa molto importante che ha avuto immediate ricadute su diversi istituti medio superiori napoletani, tra i quali il liceo classico “Vico” - da dove partì la protesta della “Pantera” del 1990 - che ha ricalcato lo striscione apparso fuori palazzo Giusso nella zona universitaria dal titolo eloquente: “Università Orientale occupata: con la Palestina fino alla vittoria!”.
I combattivi universitari hanno diffuso un comunicato nel quale condannano il genocidio dei sionisti nei confronti del popolo palestinese, denunciano la perenne occupazione del governo israeliano da 75 anni ad oggi, e in ultimo chiedono con fermezza una presa di posizione delle autorità accademiche sulla questione della Palestina (vedi testo a parte).
Arrogante è stata la risposta del Senato accademico dell'ateneo che, invece di aprire un dialogo sulla questione, ha preso le distanze dagli occupanti esprimendo “sconcerto e preoccupazione per l'occupazione della sede di Palazzo Giusso”, un atto che “non solo rende impossibile l'ingresso agli studenti, al personale docente e amministrativo, causando la sospensione di tutte le attività didattiche, ma impedisce anche all'Istituzione di assolvere al suo ruolo di luogo di riflessione critica, di confronto libero e democratico”.
Pronta la risposta, datata 9 novembre, dei combattivi occupanti: “Studentesse e studenti - spiegano - da lunedì tengono aperta l’università realizzando all’interno e all’esterno di palazzo Giusso momenti di ‘riflessione critica’ e dibattito con personalità di altissimo livello che hanno avuto eco nazionale in ogni occasione. Tutte le iniziative già previste e organizzate dall’ateneo dedicate all’approfondimento delle questioni non solo sono state svolte, ma hanno avuto una straordinaria attenzione e partecipazione”. Risulta quindi “spaventoso” e “dal sapore minaccioso” l’invito del Senato accademico “a tutte le componenti del mondo universitario a fare fronte comune e a fare sentire la loro voce. Un messaggio - aggiungono gli occupanti pro Palestina - destinato a quei docenti che hanno deciso invece di relazionarsi in qualsiasi modo con le studentesse e gli studenti non rinunciando alla libertà di insegnamento che dovrebbe essere alla base dell’istituzione universitaria ma che sembra dia molto fastidio all’attuale rettore. Forse il rettore Tottoli preferisce un’università silenziosa e acritica che produce future donne e uomini indifferenti e passive verso ciò che succede intorno. Crediamo che l’università debba essere esattamente l’opposto”.
“Domani - annunciano gli studenti - avremo un ennesimo momento democratico di confronto e discussione con tutte le componenti universitarie al fine di decidere collettivamente le prossime iniziative per continuare a organizzare contro-informazione e formazione sul genocidio in corso. Questo è il modello di istruzione che vogliamo, e siamo orgogliosi di prenderci questa responsabilità”.

15 novembre 2023