Le “forze dell’ordine” del governo neofascista Meloni manganellano i manifestanti
5 mila al corteo, presidio e flash mob per la Palestina a Napoli
Il PMLI diffonde il documento su Hamas, andato a ruba

Redazione di Napoli
Per solidarizzare con la Palestina e contro il massacro quotidiano di Gaza, sabato 11 novembre a Napoli migliaia di manifestanti hanno partecipato a un presidio davanti al consolato Usa, sodale dei boia sionisti e nazisti agli ordini del nuovo Hitler, Netanyahu.
L’iniziativa si è aperta con un flash mob proprio a due passi dal consolato imperialista in piazza della Repubblica, dinanzi al lungomare dove alle 14:30 si concentravano centinaia di giovani dei centri sociali che si gettavano per terra coperti da lenzuoli bianchi con sopra vernice rossa a significare il massacro del popolo palestinese, accompagnati da un cartello “Cessate il fuoco ora! Non c’è pace sotto occupazione!”. Una protesta poco gradita alle “forze dell’ordine” del governo neofascista Meloni che non esitavano a caricare all’altezza dell’inizio di viale Gramsci i ragazzi che resistevano tenendo in mano anche una bandiera palestinese. A quel punto la manifestazione si ricompattava e riusciva a costruire un corteo che si dirigeva verso il lungomare partenopeo per concludersi alle 18 alla rotonda Diaz, al grido di “Palestina Libera!”.
Partecipavano in prima fila il Laboratorio Politico “Iskra”, il sindacato USB, Carc Napoli, il Centro sociale “Je so pazz”, Potere al Popolo. Come un pesce nell’acqua era presente anche la Cellula “Vesuvio Rosso” di Napoli del PMLI che ha distribuito centinaia di volantini con la posizione del Partito in sostegno di Hamas. Il documento, dal titolo “Hamas scatena la tempesta contro Israele sionista e neonazista per la liberazione della Palestina” è andato, di fatto, a ruba al punto che nel giro di pochi minuti si esauriva nell’approvazione delle masse presenti.
Nella parte conclusiva del corteo gli interventi dei vari partecipanti che sottolineavano l’importanza della giornata e chiedevano, tra l’altro, la messa in stato di accusa presso la Corte Penale Internazionale dell’Aia di Netanyahu e di Joe Biden, nonché un cessate il fuoco immediato, la fine del genocidio, dell’occupazione e dell’apartheid ai danni del popolo palestinese.

15 novembre 2023