Siracusa: 10mila scioperanti alla manifestazione regionale. Il PMLI incita la classe operaia a prendere il posto che le spetta nella lotta di classe

Dal corrispondente della Cellula “Stalin” della provincia di Catania
Lunedì 20 novembre si è svolto lo sciopero generale della Sicilia indetto da CGIL e UIL. I promotori per la manifestazione regionale hanno scelto Siracusa per il suo polo industriale, uno dei più grandi d'Italia attualmente in crisi, dove lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionate sono stati protagonisti di una grande giornata di mobilitazione e di lotta con una partecipazione di 10mila manifestanti, oltre le previsioni. Solo al Petrolchimico sono 5mila i dipendenti che hanno incrociato le braccia, con un'adesione del 90% allo sciopero.
Il concentramento nel piazzale Marconi, dove si sono unite le delegazioni provenienti da tutta la Sicilia arrivati con autobus e macchine private.
Il corteo ha percosso tratti del centro storico sfilando attraversando il ponte che porta verso l'isola di Ortigia per arrivare in Piazza Archimede.
Dal grande palco dei comizi i segretari di categoria hanno preso la parola ribadendo le ragioni dello sciopero non risparmiando critiche al “governo Meloni che si sta manifestando come uno dei peggiori degli ultimi anni e non soltanto per l'orientamento politico di destra, ma per le scelte che ha fatto in questo primo anno di vita, a cominciare dal disegno di legge sul presidenzialismo, una riforma come quella dell'autonomia differenziata con lo scopo di frammentare il nostro Paese in venti piccoli Stati con un'unica grande conseguenza e cioè di penalizzare le regioni del Mezzogiorno, destinate a diventare più povere di quanto già non lo sono”. E poi ancora sono stati denunciati i tagli alla scuola, l'emergenza salariale in un paese che giorno dopo giorno diventa sempre più povero, con percentuali altissime di povertà assoluta che riguardano chi ha un lavoro precario, chi è sottopagato o chi non ha un lavoro. Mentre la povertà relativa colpisce soprattutto il settore del pubblico impiego. Toccato anche il tema del calo demografico del Mezzogiorno in particolare della Sicilia che da qui a vent'anni, secondo l'Istat, perderà 1,5 milioni di abitanti. Ad andare via saranno soprattutto i giovani.
Problemi che la politica del governo neofascista Meloni sta rendendo insostenibili, ma che non nascono oggi, ossia non sono stati risolti dai governi capitalisti di “centro-destra” e “centro-sinistra" e ora si riconosce che questi governi sono stati un fallimento per i lavoratori, e una ricchezza per i padroni.
"La Sicilia non reggerà il peso di una manovra che colpisce tutti, dai giovani agli anziani, alle donne, tutti i lavoratori non reggerà all'assenza di prospettive future a causa della mancanza di politiche di sviluppo e di misure anti meridionaliste come l'autonomia differenziata. Questa mobilitazione dunque continuerà finché non cambieranno le politiche scellerate del governo" ha detto il Segretario generale della CGIL Sicilia Alfio Marino. Mentre il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, ha focalizzato il tema delle pensioni e quello del fisco dove le tasse le pagano sempre gli stessi.
Il PMLI ha partecipato alla manifestazione attraverso la Cellula “Stalin” della provincia di Catania. I compagni si sono uniti ai manifestanti e hanno condiviso i motivi della lotta, portando in piazza a bandiera rossa del PMLI e del proletariato e i manifesti sul lavoro e “Uniamoci contro il governo neofascista Meloni, per il socialismo e il potere politico del proletariato". Distribuito il volantino con l'Editoriale del Segretario generale e Maestro del PMLI compagno Giovanni Scuderi, “La questione del potere politico”. Il volantino è stato accettato con interesse, tanti i dialoghi e le manifestazioni di simpatia verso il Partito e tante le foto ai nostri manifesti.
Una giornata di lotta storica per la Sicilia, che da tempo non vedeva in piazza tante lavoratrici e tanti lavoratori.

22 novembre 2023