La mostra del regime capitalista neofascista
Il mito di Tolkien nella campagna per indottrinare fascisticamente il popolo
 
Dal 16 novembre scorso e fino all'11 febbraio 2024 presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea a Roma è possibile visitare una mostra dedicata allo scrittore, filologo e saggista inglese John Ronald Reuel Tolkien (1892-1973), allestita per celebrare i cinquant’anni dalla scomparsa e dalla prima edizione italiana del romanzo "Lo Hobbit", la mostra è intitolata "Tolkien. Uomo, professore, autore".
La mostra è solo l'inizio di una serie di iniziative volte ad esaltare Tolkien e inculcare le sue idee e il suo mito nelle masse popolari e dunque parte integrante della sistematica e criminale opera di fascistizzazione del popolo italiano e di riscrittura della storia e della memoria collettiva in chiave anticomunista e antiResistenziale, portata avanti dal regime neofascista e in particolare dai fascisti in doppiopetto oggi al governo.
Tolkien, noto anche per la celebre saga letteraria de "Il Signore degli anelli", fu infatti un fervente cattolico reazionario inglese, diventato fin dagli anni '70 un mito per i fascisti che vedevano in lui e nei suoi romanzi l'esaltazione di una visione del mondo spiritualistica, elitaria, esoterica, aristocratica, antifemminile, razzista e guerresca, assai affine al nazifascismo.
Fin dai primi anni '70 il Msi, il famigerato "Centro Studi Ordine Nuovo" di Pino Rauti e del barone nero Julius Evola, il cui motto era lo stesso delle criminali SS "il mio onore si chiama fedeltà", dal quale poi nacque il movimento politico "Ordine Nuovo", guidato dai criminali Clemente Graziani, quindi dal pluriomicida Pierluigi Concutelli (movimento sciolto nel 1973 per ricostruzione del partito fascista ) e tutta una serie di gruppi e gruppetti neofascisti e neonazisti nati alla destra del Msi, spesso e volentieri in odore di stragismo e terrorismo, idolatrarono Tolkien e i suoi romanzi e lo esaltavano come un vero e proprio mito e modello.
Basti pensare che il "Fronte della Gioventù", organizzazione giovanile del Msi, organizzava in tutta Italia in onore dello scrittore alcuni festival musicali e raduni di nostalgici uniti dal culto di Mussolini e di Hitler e dall'odio anticomunista, chiamati appunto "Campi Hobbit" .
Fra l'altro il mito di Tolkien, come quello di tutta una serie di "cape pensanti" neofasciste e neonaziste italiane e straniere, dallo stesso Evola a Renè Guènon, passando per Giuseppe Tucci, Alain de Benoist, Ernst Junger, Oswald Spengler e Corneliu Codreanu, non fu un fatto legato solo al neofascismo italiano del dopoguerra, ma addirittura europeo.
Il mito nero di Tolkien esplose in Italia in seguito alla prefazione italiana de "Il Signore degli anelli" del 1970 dell'esoterista e neofascista italiano Elémire Zolla (1926-2002) che fornì una chiave di interpretazione del romanzo tutta incentrata sul fatto che Tolkien concepiva in ultima analisi la storia umana come una metafora dell’antitesi tra mondo moderno e mondo antico, tra progresso e reazione, optando ovviamente per quest'ultima.
I neofascisti furono attratti anche dal fatto che l’opera di Tolkien (come il nazismo tedesco) si ispira alla mitologia norrena e a quella nordeuropea, fu proprio in quegli anni che il Fronte della Gioventù iniziò a usare le famigerate croci celtiche nelle manifestazioni, nere su campo rosso.
Certamente il genere "fantasy" nel quale si era cimentato Tolkien, ufficialmente cattolico conservatore che disse di rifiutare il fascismo e il nazismo (a parole ) tende a creare delle metafore che possono essere interpretate a volte in maniera opposta, lo stesso Tolkien piacque a molti giovani americani nello stesso periodo vicini al movimento degli "hippie", questo almeno sostengono i difensori di Tolkien e della sua produzione letteraria dall'accusa di neofascismo.
Bisogna considerare che per strappare consensi e turlupinare i giovani antimperialisti e anticapitalisti, il mostro fascista cercato di mimetizzarsi con il movimento operaio e con lo stesso socialismo, si pensi al mito truffaldino della gestione (ma non della proprietà) delle aziende da parte dei lavoratori, sparso dai fascisti, specie durante la RSI, e transitato nell'Art 46 della Costituzione. Come alla locuzione stessa nazionalsocialismo (vero e proprio ossimoro) del Partito fascista tedesco di Hitler denominato ufficialmente partito nazional socialista dei lavoratori tedeschi (NSDAP ), con tanto di bandiera rossa sullo sfondo della svastica nera.
O ancora a tutta una serie di gruppi e gruppetti politici eversivi che cercavano di attirare il consenso di almeno parte del proletariato o degli studenti arrivando a utilizzare strumentalmente persino Mao, i cosiddetti "nazimaoisti" (in Italia diedero vita all'effimera quanto vomitevole "Organizzazione Lotta di Popolo" alla fine degli anni 60) o Lenin e Stalin, come nel caso di partiti neonazisti come il russo Partito Nazional Bolscevico, sciolto nel 2007 e così via.
Ma si pensi in fondo anche alla stessa infame risoluzione sull'equiparazione tra nazifascismo e comunismo votata dall'europarlamento, in realtà propedeutica alla messa fuorilegge dei partiti comunisti in Europa, cominciando in Italia dal PMLI, per volere proprio di FdI, che vorrebbe far credere come il socialismo da una parte e il fascismo dall'altra siano in realtà "complementari", tesi sposata da decine di storici borghesi e intellettuali da strapazzo.
La verità è che Tolkien si presta bene a far parte integrante dell'immaginario collettivo dei neofascisti, mentre il tentativo di accreditarlo a sinistra, come fanno alcuni intellettuali borghesi, è antistorico e truffaldino.
È il caso di Massimo Gramellini, che il giorno di apertura della mostra sul "Corriere" copre a sinistra il governo e la sua infame mostra (costata 250mila euro), cercando di accreditare Tolkien come autore "super partes": "I capolavori dell’anima uniscono ciò che la partigianeria dei cervelli divide. Il fatto che, per motivi misteriosi o forse fin troppo evidenti, la sinistra pseudo-colta abbia spesso disdegnato la saga spirituale di Tolkien non autorizza il governo ad appropriarsene, ma neanche l’opposizione a considerarla con sospetto o con sufficienza, né a vivere come un sopruso di regime la decisione di dedicare una mostra al suo creatore...Il culto delle piccole comunità, la condanna della società di massa, del comunismo e del capitalismo(!): in Tolkien ogni lettore trova ciò che vuole e ogni politico ciò che gli fa comodo. Ma la lezione modernissima di quel grande antimodernista sfugge alle lenti dell’ideologia."
Semmai è a Gramellini che sfuggono l'oggettività dei fatti, il carattere governativo e apertamente neofascista della mostra e il culto di Tolkien nell'ultimo mezzo secolo da parte dell'ultradestra europea.
Del resto già solo all'anteprima il carattere, lo scopo e la funzione di questa orribile mostra neofascista, che ancora una volta offende la memoria storica antifascista del popolo italiano, si sono palesati apertamente con la partecipazione dei massim gerarchi del regime neofascista e del partito neofascista della Meloni, erede del Msi, che ha portato a termine la marcia su Roma elettorale da parte dei neofascisti.
Secondo il camerata Ignazio Benito La Russa, presidente del Senato, presente all'inaugurazione: “La lotta tra bene e male con una netta separazione non è di sinistra. Dopo anni di battaglie, è l'ora di prendersi la Terra di mezzo, una volta per tutte. Anche gli hippy a un certo punto si impadronirono di Tolkien ma più a ragione, se ne impadronì la testa”. Dichiarazioni volte a sdoganare definitivamente l'immonda "cultura di destra", finalmente libera di essere ostentata nei musei pubblici, con i quattrini degli italiani e non più nelle fogne dove i Partigiani rispedirono la rispedirono insieme a tutto il loro armamentario ideologico disumano, criminale, eversivo, razzista, antiscientifico e anticomunista.
Sempre all'inaugurazione il titolare del nuovo Miniculpop, il ministro e organizzatore della mostra-vergogna, Gennaro Sangiuliano, in estasi per l'arrivo della Meloni alle ore 16 e 30, come lo era Goebbels quando arrivava Hitler ad apprezzare gli eventi propaganda del regime nazista, dichiarava: “Il successo di Tolkien ci dà la misura e la consistenza di questo autore perché è un successo universale. Ma soprattutto io punterei a guardare quei valori eterni che Tolkien prova a trasmetterci. Queste opere trasmettono i valori della comunità, della solidarietà e della difesa della tradizione, dell’identità. Inoltre, la difesa dell’umano, che diviene attuale rispetto alle molteplici minacce che ormai quotidianamente e in tutto il mondo si presentano per donne e uomini… L’attestato di stima della premier è per me la cosa più importante… Non mi sembra davvero il caso svilire l’alta letteratura mondiale con una polemicuzza politica. Tolkien è amato anche da Barack Obama e Stephen King… fu un cattolico convinto che esaltò il valore della tradizione, della comunità e della storia cui si appartiene, un vero conservatore (!), verrebbe da dire”.
Addirittura la "difesa dell'umano" e "alta letteratura mondiale" nell'ambito di una mostra che altro non è se non l'autoesaltazione della sottocultura del neofascismo, rispedito nelle fogne e incapace di riuscire, oggi come ieri, a far dimenticare i suoi infiniti crimini ed orrori al servizio della borghesia e dell'imperialismo, che cerca definitivamente di affrancarsi e trovare piena legittimità storica "condivisa" addirittura nell'esaltazione di tutta la vergognosa e criminale parabola dei fascisti dopo il 1945, dalla fondazione presso Colle Oppio a Roma nel 1946 del Msi, fino ai riferimenti mitologici al magismo e al razzismo nordico che ai suoi tempi furono poi l'humus culturale dell'antisemitismo nazista e quindi dell'Olocausto, contemplati da questo autore, peraltro nemmeno tanto originale e dotato di chissà quale inventiva letteraria, tant'è vero che è proprio il suo riproporre "mondi" da filmetti di propaganda nazifascisti a farlo entrare di diritto nelle menti dei criminali fascisti.
Se possibile cosa ancora più vergognosa è la sintonia che su Tolkien i neofascisti hanno con la "sinistra" borghese istituzionale, da Fratoianni al Pd passando per il M5S, che appoggiano sostanzialmente l'operazione culturale del regime, dimostrando per l'ennesima volta di non essere credibili nemmeno nel senso dell'antifascismo borghese e tutt'altro che alternativi nei contenuti alla destra ma semplicemente l'altra faccia della medaglia dello stesso regima capitalista neofascista.
Quanto alla neofascista Meloni, arrivata nel pomeriggio il giorno dell'inaugurazione con un’ampia scorta, la sorella Arianna e il sottosegretario Alfredo Mantovano si è detta "entusiasta" e ha ringraziato Sangiuliano: “Una bella pagina di cultura”.
È lei la vera protagonista della kermesse, perché politicamente è il punto di congiunzione tra la seconda repubblica neofascista definitivamente instaurata sotto l'egida anche dei neofascisti e che nei suoi progetti dovrà traghettare l'Italia verso la terza repubblica con quella riforma costituzionale che intende introdurre il premierato, realizzando il disegno del Msi, della P2 e dei fascisti.
Mediaticamente è lei dunque che ha concepito la mostra a suo uso e consumo, da qui la proposizione continua e vomitevole di sue foto da bambina con elfi e personaggi provenienti dalla narrativa di questo squallido autore, nell'ambito di una retorica verbovisiva di esaltazione non solo e non tanto di Tolkien ma di "Giorgia", condottiera dell'avvenire fascista che questi criminali vorrebbero imporre al nostro martoriato popolo.
Lo ammette palesemente (non che ce ne fosse bisogno) l’altro curatore, Alessandro Nicosia, che autocelebrandosi orgoglioso del sostegno di "Giorgia" ha affermato: “Ho organizzato 450 mostre, sono il recordman italiano e lavoro con ogni governo. Questa mostra l’ha voluta il ministero? Loro hanno vinto le e-le-zio-niiii. Ci siamo capiti?”.
Lo aveva dichiarato pubblicamente sin da subito il ministro sanfedista Sangiuliano che questo governo era impegnato su ogni fronte per l'egemonia della cultura neofascista nel Paese. E questa mostra risponde esattamente all'obiettivo di inculcare nelle masse la concezione del mondo della destra neofascista sostituendola a quella della “sinistra” borghese.
Insomma continua l'opera di fascistizzazione del Paese, urge dunque rispondere punto per punto al nero governo Meloni tanto sul piano della lotta per il lavoro e i diritti, contro la povertà e la miseria del nostro popolo, tanto sul piano ideologico, unendo tutti gli antifascisti coerenti e conseguenti in un ampio Fronte unito antifascista che accumuli progressivamente la forza per abbattere questo governo e questo regime da sinistra e dalla Piazza.
Come indicato dall'esemplare Documento del CC del PMLI contro il governo del 25 ottobre 2022:
"In questo fronte unito il proletariato - la classe delle operaie e degli operai che producono tutta la ricchezza del Paese ma ne ricevono solo le briciole - deve assumere un ruolo dirigente appropriandosi della sua cultura storica, che è il marxismo-leninismo-pensiero di Mao e non quella dell'operaismo, dell'anarco-sindacalismo e del riformismo.
Finché non si riuscirà ad abbattere il governo neofascista Meloni bisogna rimanere uniti, poi ognuno andrà per la propria strada. Il PMLI andrà fino in fondo sulla via dell'Ottobre verso l'Italia unita, rossa e socialista.
Che gli autentici fautori del socialismo - donne, uomini, Lgbtqia+ - capiscano che il loro dovere rivoluzionario è di dare tutta la propria forza intellettuale, morale, politica, organizzativa e fisica al PMLI per il trionfo del socialismo in Italia."
Uniamoci contro il governo neofascista Meloni!
Per il socialismo e il potere politico del proletariato!

22 novembre 2023