Organizzate da CGIL e UIL
Piazze piene e combattive contro la manovra finanziaria
Meloni e Salvini scornati. Nei trasporti adesione oltre il 70%. La forza e la voglia dello sciopero generale nazionale ci sono, allora perché aspettare?
Il PMLI a Genova, Milano, Novara, Firenze, Campobasso e Siracusa diffonde l'editoriale di Scuderi "La questione del potere politico”

La precettazione del governo e le minacce di Salvini non hanno impedito alle lavoratrici e ai lavoratori di scioperare e di scendere in piazza. Adesione allo sciopero molto alta, oltre il 70% nei trasporti, e manifestazioni così partecipate che non si vedevano da anni. La guerra dei numeri, il tentativo del caporione leghista di minimizzarne la portata, non intaccano minimamente la riuscita dello sciopero generale del 17 novembre indetto da Cgil e Uil contro la Manovra finanziaria e la politica economica del governo neofascista Meloni, casomai sono il sintomo del nervosismo di fronte alla riuscita della mobilitazione. È questa la premessa da fare prima della cronaca di questa grande giornata di lotta.

60mila a Roma, 50mila a Firenze
Sono questi i numeri incredibili delle manifestazioni che raccoglievano il Lazio e la Toscana. Nella capitale in 60mila hanno riempito Piazza del Popolo, dove hanno tenuto i comizi i segretari nazionali di Cgil e Uil. Tra i manifestanti i cassintegrati della Stellantis di Cassino, gli edili della provincia di Latina, lavoratrici e lavoratori di aziende laziali che stanno per essere chiuse o delocalizzate, dei supermercati Carrefour, delle Poste, lavoratori della logistica, anche 300 lavoratori del trasporto aereo, presenti nonostante il settore fosse escluso dallo sciopero. Insomma, come nel resto d'Italia, una piazza “viva”, c'erano pure i pensionati e i funzionari sindacali, ma sopratutto era piena di masse lavoratrici che devono combattere ogni giorno con il carovita, contro la sanità che non funziona, per difendere il proprio posto di lavoro.
“A chi ha pensato di precettare i lavoratori e di mettere in discussione il diritto di sciopero, la risposta più bella e intelligente è proprio questa piazza”, ha esordito Landini dal palco. “Ed è gravissimo”, ha sottolineato, “perché non era mai successo nella storia repubblicana e democratica di questo paese che un governo si sia mai sognato di precettare in occasione di uno sciopero generale”. “La legge di Bilancio contiene porcherie” perciò, ha continuato Landini, “non abbiamo intenzione di fermarci, questo governo non rappresenta la maggioranza di questo Paese, perché la maggioranza è qui, in queste piazze”.
Anche Bombardieri ha replicato a Salvini: “Questa è la risposta a chi fa il bullo istituzionale”. Il segretario della Uil ha poi chiesto il rinnovo dei contratti, la sicurezza sul lavoro, di combattere l'evasione e non tagliare le pensioni. “Se volete sindacati silenziosi avete sbagliato indirizzo, le persone che sono qui non si piegano, non hanno paura". In Piazza del Popolo si sono visti anche i leader di Sinistra italiana Nicola Fratoianni e dei Verdi, Angelo Bonelli. Assenti invece Eddy Schlein e Giuseppe Conte che sono alla guida delle due maggiori formazioni politiche, PD e 5 Stelle che, almeno sulla carta, dovrebbero praticare una “dura” opposizione alla Meloni e al suo governo. Risibili le giustificazioni: non volevano “strumentalizzare lo sciopero”.
Alta adesione allo sciopero anche in Toscana, attorno all'80% nelle grandi fabbriche e tantissime persone in piazza a Firenze all'imponente manifestazione regionale, dove erano presenti in più di 50mila. Un'affluenza che ha sorpreso gli stessi sindacati che hanno scelto una piazza troppo piccola per contenere tutti. Nel comizio finale i dirigenti di Cgil e Uil hanno risposto per le rime alla precettazione di Salvini (“ha dato una spinta in più per scioperare”), attaccando la Manovra del governo che colpisce lavoratrici e lavoratori, pensionati e masse popolari, non torce un capello alle banche e favorisce i padroni e gli evasori. Applausi all'intervenuto di Dario Salvetti, del Collettivo di fabbrica degli operai ex-Gkn, presenti in piazza con lo striscione “insorgiamo”.Tutt'altro trattamento quello riservato al sindaco PD Dario Nardella, che ha dovuto togliere subito il disturbo perché contestato e fischiato dalla piazza.
Tanti gli studenti che in parte erano in piazza insieme ai lavoratori, ma che hanno organizzato un loro corteo conclusosi in piazza Santo Spirito “per fermare la riforma Valditara, il genocidio in Palestina e l'economia di guerra”. A Firenze era presente anche una delegazione del PMLI. Le compagne e i compagni hanno animato il proprio spezzone per tutta la durata del corteo, cantando Bella Ciao, L'Internazionale, Bandiera Rossa, e lanciando slogan. I marxisti-leninisti, con i corpetti, le bandiere e i cartelli hanno suscitato l'approvazione degli altri scioperanti, alcuni dei quali hanno applaudito o salutato a pugno chiuso. (Si legga l'articolo a parte)

Le altre manifestazioni
Il 17 novembre ha scioperato tutto il Centro Italia. In Umbria la manifestazione si è svolta a Perugia, con la partecipazione di alcune migliaia di persone. In Abruzzo la piazza scelta è stata Lanciano, cittadina in provincia di Chieti. Per quanto riguarda le Marche, la Cgil parla di “incredibile partecipazione” alle cinque manifestazioni nelle piazze di Macerata, Jesi, Fermo, Ascoli Piceno e Pesaro.
Ma oltre a questi scioperi generali in tutta Italia si astenevano dal lavoro la funzione pubblica, i lavoratori della conoscenza e quelli di trasporti e logistica. Un caso a parte è rappresentato da Reggio Emilia, che al contrario del resto della regione, dove le altre categorie sciopereranno il 24 novembre, ha scioperato in concomitanza con il Patrono della città (altro che week end lungo, hanno sacrificato un giorno di festa!). Ebbene, da sola questa provincia emiliana ha dato vita ha una manifestazione di oltre 10mila persone.
Le lavoratrici e i lavoratori della scuola, dei trasporti e del pubblico impiego hanno organizzato decine di manifestazioni in tutta Italia, quasi sempre supportate dalla forte presenza degli studenti. A Genova i cortei sono stati invece due, quello di Cgil e Uil ha richiamato più di 5mila persone, a cui ha partecipato l'Organizzazione di Genova del partito (Si veda l'articolo relativo), terminato davanti la prefettura. Molto partecipato anche quello degli studenti che ha percorso il centro cittadino. In Lombardia ci sono state manifestazioni in tutte le maggiori città, e tutte molto partecipate. A Milano più di 4mila persone hanno manifestato davanti Palazzo Lombardia, sede della giunta regionale presieduta dal governatore fascioleghista Attilio Fontana. I lavoratori comunali hanno manifestato anche nel pomeriggio in Piazza della Scala davanti Palazzo Marino, sede della giunta milanese del PD Giuseppe Sala, rivendicando un piano straordinario delle assunzioni. (Si legga l'articolo a parte)
Manifestazioni diffuse anche in Piemonte, con migliaia di manifestanti a Torino, e oltre 2mila a Novara, dove in piazza era presente anche l'Organizzazione di Biella del Pmli (Rimandiamo alla corrispondenza locale). Piazze affollate anche a Udine, Trieste e in Veneto. Nella città di Padova hanno sfilato in più di 10mila, dandosi appuntamento per lo sciopero generale del Nord che si terrà il 24 novembre. Gli studenti dopo alcuni anni sono tornati a infoltire i cortei organizzati dai sindacati confederali.
E poi Napoli, Bari, Cagliari, per citare le maggiori città. Ma la mobilitazione è arrivata anche nei centri più piccoli, come a Campobasso, dove vi ha partecipato anche il PMLI (Si legga la corrispondenza locale). Doppio appuntamento invece in Sicilia, dove il 17 hanno scioperato i dipendenti pubblici con manifestazioni in tutte le province dell'isola. Il 20 novembre si è replicato, con unica manifestazione regionale a Siracusa per lo sciopero generale delle altre categorie a cui hanno partecipato migliaia di persone. Il segretario nazionale della Uil Bombardieri e quello regionale della Cgil Alfio Mannino, oltre ad illustrare le rivendicazioni generali del sindacato, hanno accusato il governo per la totale assenza di politiche per la ripresa del Mezzogiorno. A Siracusa era presente anche il PMLI e rimandiamo alla corrispondenza locale.
Ricordiamo che le piazze d'Italia il 17 novembre sono state in pieno fermento anche per altre iniziative. In questa data era stato indetto da parte di USB lo sciopero del Pubblico impiego. Lo stesso sindacato ha organizzato a Roma una partecipata manifestazione davanti al Ministero della Pubblica Amministrazione, dove sono state bruciate simbolicamente le tessere elettorali per rappresentare la distanza siderale nei confronti di un mondo politico che da decenni smantella il welfare e mortifica il lavoro pubblico. Il sindacato di base SiCobas aveva promosso uno sciopero nazionale contro il genocidio in Palestina, sostenuto anche da alcune associazioni palestinesi presenti in Italia. In molte città ci sono state anche le manifestazioni degli studenti, nella maggioranza dei casi organizzate in maniera autonoma, con al centro la denuncia dello sterminio messo in pratica da Israele e contro il ministro dell'Istruzione, il leghista Valditara.

Perché aspettare ancora?
Nonostante le cervellotiche modalità organizzative attuate da Cgil e Uil, lo sciopero ha avuto successo, Meloni e Salvini ne escono scornati, per questo cercano di ripetere come un mantra la tesi che sarebbe fallito. La larga partecipazione che c'è stata ovunque, da Nord a Sud, nei grandi come nei piccoli centri, dimostra come la forza e la volontà dello sciopero generale ci sono. Piuttosto siamo in forte ritardo, questa fase degli scioperi territoriali doveva essere già superata. Cosa dobbiamo aspettare per mettere in campo lo sciopero generale con una grande manifestazione a Roma? Non ci si può appellare ancora alla possibilità che il governo cambi idea, è chiaro che esso proseguirà stangando lavoratori e pensionati, o al massimo distribuendo elemosine, e a favorire le imprese e le banche.
Nelle affollatissime piazze di Roma, Firenze e in quelle minori, i rappresentanti sindacali, con alla testa Landini, hanno ribadito più volte che si tornerà in piazza. Vedremo, ma occorre fare presto, bisogna dare seguito alla parola d'ordine di questo sciopero che recitava “Adesso basta!”. Le lavoratrici e i lavoratori, i pensionati e i giovani ci sono, adesso occorre un minimo di coerenza da parte dei dirigenti di Cgil e Uil, che non possono aspettare la Cisl, che come abbiamo visto sta andando a braccetto con il governo e il suo sindacato, l'Ugl. Allo stesso tempo auspichiamo che i sindacati di base accantonino il loro settarismo facendo confluire le loro energie in un unico fronte di lotta contro il governo neofascista della Meloni.

22 novembre 2023