Duemila manifestanti a Milano in appoggio alla resistenza palestinese
A ruba il volantino del PMLI col fotomontaggio del nuovo Hitler Netanyahu. Apprezzatissimo il manifesto del Partito soprattutto tra i giovani e i manifestanti di nazionalità araba

Redazione di Milano
Nel pomeriggio di sabato 25 novembre si è svolto a Milano un partecipato presidio per condannare i crimini genocidi dello Stato sionista di Israele nella Striscia di Gaza, a Gerusalemme Est e in Cisgiordania, e in appoggio alla resistenza palestinese.
L’evento fa seguito alle quattro grandi manifestazioni milanesi del 14 e 21 ottobre e del 4 e 11 novembre e si svolge 49 giorni dopo l’inizio dell’offensiva “Diluvio Al-Aqsa” contro l’aggressore e invasore nazisionista israeliano che da allora ha incessantemente bombardato a tappeto Gaza nel suo intento genocida di completare la soluzione finale della questione palestinese come preconizzato dal nuovo Hitler Netanyahu.
Circa 2 mila manifestanti, al grido di “Free free Palestine”, “Palestina libera”, “Per Gaza vogliamo la libertà” e “Netanyahu assassino”, si sono riuniti in Piazza Castello alla grande fontana davanti all’ingresso del Castello Sforzesco.
Il presidio organizzato da un gruppo di associazioni di palestinesi in Italia ha visto come protagoniste le comunità di nazionalità arabe con alla testa quella palestinese - rappresentate da ragazze e ragazzi, famiglie con bambini e donne e uomini d’ogni età - con una selva di bandiere palestinesi e al grido di slogan (in italiano e arabo) per la liberazione di Gaza e di tutta la Palestina. Presenti anche le organizzazioni studentesche Cambiare Rotta e OSA, le associazioni pro-migranti e le bandiere rosse e con la falce e martello tra le quali quelle del PMLI, FGC, PRC, PCL e PC.
Tantissimi i giovani, italiani, migranti e figli di migranti, molti dei quali indossavano la kefiah. Alcuni giovani migranti arabi hanno srotolato un’enorme bandiera palestinese che hanno fatto ondeggiare al centro della piazza.
Tra gli alberi ci sono degli striscioni, scritti in inglese: “Dal Fiume (Giordano) al mare (Mediterraneo) la Palestina sarà libera”, “Fermare il genocidio, Palestina libera, Israele terrorista”, mentre tra i cartelli tenuti a mano si legge “71 giornalisti uccisi a Gaza in 49 giorni”, “Israele non esiste, Palestina libera!”. Manifestini tenuti in alto con la firma dell’Associazione dei Palestinesi in Italia (API) mostrano un carro armato israeliano che sfonda il muro di una sala operatoria, un chiaro riferimento al criminale attacco all’ospedale al-Shifa di Gaza.
Letteralmente andato a ruba il volantino diffuso in centinaia di copie dai compagni della Cellula “Mao” di Milano del PMLI con l’apprezzato fotomontaggio che raffigura il nuovo Hitler con sotto il titolo “Crimini di guerra del nuovo Hitler Netanyahu nell’ospedale al-Shifa di Gaza” affiancato al QR code che collega al relativo articolo de “Il Bolscevico” con al disotto altri quattro QR code che portano ad approfondimenti sulle forze della Resistenza palestinese che appoggiano l’offensiva “Diluvio Al Aqsa” guidata da Hamas, sulla verità a proposito dei civili israeliani uccisi il 7 ottobre, sulla storia della lotta per la liberazione della Palestina e sulla costituzione dello Stato sionista d’Israele e l’attuale necessità di costituire un solo Stato di Palestina a maggioranza e guida autoctona arabo-palestinese con cui conviva la minoranza allogena ebraica.
I marxisti-leninisti erano presenti con la rossa bandiera del PMLI e col cartello con il manifesto: “Col popolo palestinese e con chi guida la sua Resistenza. Per la liberazione della Palestina”, apprezzatissimo e superfotografato soprattutto tra i giovani e i manifestanti migranti di nazionalità araba per l’aperta solidarietà antimperialista e internazionalista con la Resistenza palestinese. Nei “corpetti” indossati dai compagni, oltre al manifesto esposto sul cartello, c’era quello con su scritto: “Palestina libera! Uno Stato-due popoli”.
“Come donne palestinesi, di diverse nazionalità e differenti contesti di lotta per la liberazione, il 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, siamo in lutto per le più di 4mila donne palestinesi assassinate dall’esercito israeliano nella Striscia di Gaza, per tutte quelle madri che hanno perso delle figlie e dei figli tra i più di 6mila bambine e bambini uccisi e per tutte quelle bambine e quelle donne che sono rimaste le uniche superstiti delle proprie famiglie. Oggi siamo focalizzate sulla violenza generata dal sistema coloniale sionista sul corpo di tutte le persone palestinesi e quindi anche delle donne che abitano e difendono con la propria vita la Palestina”; questo ha affermato dal palco la rappresentante del collettivo palestinese e arabofono “Qumi” che ha riassunto la storia della lotta delle donne palestinesi per l’emancipazione femminile all’interno della Resistenza contro l’oppressione sionista, nella quale hanno sempre avuto un ruolo fondamentale.
Gli invasori sionisti “pensavano di prendere gli ostaggi con la forza e invece hanno fatto quello che volevano i palestinesi: hanno dovuto fermare i bombardamenti, le uccisioni e i massacri per avere i prigionieri civili israeliani liberando quelli palestinesi” ha affermato la giovane rappresentante degli organizzatori che ha elogiato il trattamento più che umano riservato da Hamas agli ostaggi israeliani specialmente quelli anziani; “non è facile mantenere in vita un novantenne in una Gaza sotto i costanti e criminali bombardamenti” della Wehrmacht sionista.
Dura la condanna del governo neofascista italiano Meloni che continuando a rifornire di armamenti Tel Aviv - in flagrante violazione del diritto internazionale e della tanto sbandierata Costituzione italiana - ha pure esso le mani lorde di sangue palestinese. Per questo motivo il giorno seguente, domenica 26, un centinaio di giovani hanno marciato in corteo per le strade di Nerviano dove ha sede la “Leonardo”, multinazionale italiana degli armamenti, rivendicando che interrompa l’esportazione di armi “a Paesi che violano costantemente i diritti umani e il diritto internazionale” come l’entità sionista d’Israele che opprime, segrega e uccide il popolo palestinese; “è necessario che sia garantito al popolo palestinese il diritto alla vita, alla terra e all’autodeterminazione. Non c’è Pace senza Giustizia”.

29 novembre 2023