Grandi manifestazioni per Giulia e contro il femminicidio
Attaccati il patriarcato e lo Stato che non tutela le donne
Non staremo zitte. Bruceremo tutto”

Sit-in, flash mob, cortei, “silenzi rumorosi”, licei occupati. In tutto il Paese le donne, le studentesse insieme ai loro coetanei nella sera di martedì 21 novembre, poi proseguite sulla scia nei giorni successivi sono scese in piazza dando vita a grandi manifestazioni dove gridato tutta la loro rabbia nel nome di Giulia Cecchettin e per tutte le vittime di femminicidi.
L'uccisione di Giulia ha colpito profondamente le masse femminili e non solo del nostro Paese, hanno colpito profondamente le parole di Elena Cecchettin, sorella di Giulia che accusando in primis lo Stato quale massimo responsabile dei femminicidi, perché non tutela le donne, non promuove una corretta educazione sessuale e affettiva nelle scuole, non finanza adeguatamente i centri antiviolenza e invitava a non restare in silenzio, a non restare zitte ma a “bruciare tutto”. E ovunque ci sono state mobilitazioni per ricordare Giulia, contro la violenza di genere, il patriarcato e il femminicidio.
In questa mobilitazione le scuole e le università sono state in prima linea. Il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara aveva promosso proprio per il 21 novembre alle 11 un minuto di silenzio in tutti gli istituti, ma gli studenti si sono rifiutati di farlo, "Faremo rumore nelle scuole di tutta Italia. Bruciate tutto", si legge nel post di “Roma scuole in lotta”, slogan rilanciato e adottato anche da gran parte degli Istituti superiori di tutto il Paese. A Roma sempre il 21 novembre è stato occupato il liceo Machiavelli "per Giulia e contro ogni femminicidio. Mai più vittime", lo slogan della lotta. Anche nelle università sale la mobilitazione, Giulia Cecchettin frequentava la facoltà di Ingegneria all'ateneo di Padova. E proprio nella sua università centinaia di studenti si sono radunati nella mattinata per un flash mob rumoroso contro i femminicidi e lo Stato assassino.
Grandi manifestazioni a Udine, Trento, Padova, Pavia, Vicenza, Mestre, Bologna, Firenze, Livorno, Roma, Napoli, in tutto si sono riversate in piazza oltre 80mila manifestanti e tutte “per gridare insieme la nostra rabbia contro la violenza patriarcale che ogni giorno ci opprime e ci uccide. Ci vogliono zitt3, noi non faremo un minuto di silenzio”, come si legge nel messaggio fatto circolare da Non Una Di Meno per promuovere le manifestazioni. A tutte le manifestazioni le donne si sono presentate in piazza con sonagli, fischietti, chiavi, pentole e altri strumenti per onorare Giulia e tutte le vittime dei femminicidi.

29 novembre 2023