Dichiarandosi disponibile ad aprire un negoziato per “mettere fine alla guerra in Ucraina”
Al G20 il nuovo zar Putin indossa la veste del pacifista
Meloni e Scholz gli rispondono che se vuole la pace deve ritirare le truppe da tutti i territori occupati in Ucraina
 
Il 22 novembre scorso il nuovo Zar Vladimir Putin è tornato, dopo quasi due anni, a parlare a un vertice del G20, tenutosi in India, in collegamento da uno schermo. Travestendosi da pacifista ha in realtà colto l'occasione per ribadire tutte le sue posizioni nel "tentativo di ottenere giustizia in Ucraina".
Ha risposto ai capi di Stato e di governo che continuano ad opporsi all'invasione russa con una raffica di accuse: “Alcuni colleghi si dichiarano sconvolti per l'aggressione della Russia in Ucraina, e la guerra e la morte non possono non sconvolgere. Perché non sono sconvolti dal sanguinoso golpe in Ucraina nel 2014, e dalla guerra del regime di Kyiv contro il proprio popolo nel Donbass?”.
Ha sostenuto che la Russia “vuole fermare la tragedia della guerra e non si è mai rifiutata di condurre trattative di pace..ma non è stata la Russia, è stata l'Ucraina a dichiarare pubblicamente di interrompere il processo negoziale”.
Un discorso che molti dei presenti al vertice del G20 hanno ascoltato pietrificati, assenti Joe Biden e l'alleato di Putin, Xi Jinping, ognuno per le proprie motivazioni e opportunità politiche, opposte anche sulla vicenda.
Putin utilizza quindi anche le occasioni internazionali per rivendicare le sue ragioni, le stesse dei giorni dell'invasione, ovviamente aggiornate dal fatto che non gli è riuscito, in quasi due anni di guerra, di annettersi l'Ucraina con una guerra-lampo, come era nei suoi piani, respinto con le sue truppe nel solo Donbass dalla gloriosa Resistenza del popolo ucraino.
Ecco quindi il tentativo di passare da aggressore in "aggredito", di dare la colpa della stessa guerra all'Ucraina, come se non fosse stato anche lui e da anni a destabilizzare con fascisti e prezzolati provenienti da ogni dove lo stesso Donbass, nel quale hanno sempre convissuto in pace gli ucraini con una minoranza russofona, per avere poi il pretesto di aggredire il Paese, conteso da decenni dagli imperialismi dell'Ovest e dell'Est, optando infine per la sciagurata e criminale invasione della quale è stato l'unico responsabile, a differenza di quello che hanno sempre sostenuto i filoputiniani tanto di destra quanto di "sinistra".
Il nuovo Zar ha così vergognosamente continuato a ribadire la sua visione dei fatti, certo ridimensionato sul campo dalla guerra di liberazione combattuta dal popolo ucraino, sostenuto dai sinceri antimperialisti di tutto il mondo e certamente dall'imperialismo dell'Ovest, cosa che però dal giorno dell'invasione in poi è oggettivamente una contraddizione secondaria, d'altra parte il popolo ucraino e il suo legittimo governo, presieduto da Zelensky, avevano e hanno tutto il diritto di chiedere aiuto e soccorso, non solo militare, a coloro i quali fossero stati in grado di offrirlo.
Dunque la sua ancora più ripugnante propaganda, rilanciata pari pari dopo un fiume di sangue e immani sofferenze, il suo finto "pacifismo", il suo tentativo di spostare l'attenzione sui fatti di Gaza (cosa che lo ha spinto per ora ad allontanarsi da Israele e avvicinarsi ai paesi del mondo arabo vicini ai palestinesi) oltre che la sua debolezza militare hanno spinto i governi, come quello italiano Meloni e quello tedesco Scholz, a respingere in toto la sua narrazione.
In sostanza gli hanno risposto che se davvero vuole la pace, la Russia non ha che da ritirarsi dai territori ucraini occupati illegalmente. Fatto senz'altro positivo questo perché significa che i governi sostenitori dell'Ucraina non hanno intenzione di mollarla e costringerla, come vorrebbe Putin, ad una pace ingiusta, che ruoterebbe intorno alla cessione alla Russia del Donbass.
La qual cosa avvicina la prospettiva della vittoria completa dell'Ucraina e quindi il ritorno ai confini naturali del Paese prima dell'invasione russa. Unica condizione questa per una pace giusta, come abbiamo sempre sostenuto, possibile solo con la sconfitta dell'esercito russo e la liberazione anche del Donbass, per l'Ucraina libera, indipendente, sovrana e integrale.
Mutilarla dopo quasi due anni di un conflitto terrificante sarebbe inaccettabile, uno schiaffo terribile ai morti e ai martiri ucraini e al suo indomito popolo che ha diritto alla sua Liberazione, indipendenza e autodeterminazione e sarebbe una concessione all'imperialismo russo che finirebbe con il rafforzarlo, avvicinando così una nuova guerra mondiale e certamente da subito nuove operazioni belliche dell'imperialismo russo nell'ambito delle altre sue direttrici espansioniste nelle quali è coinvolto (Africa, Medio Oriente e così via).
Fermo restando che l'ultima parola spetta al popolo ucraino, non è possibile accettare una pace ingiusta voluta dall'aggressore travestito da "vittima", ma solo una pace giusta voluta da chi l'aggressione l'ha subita e ha tutto il diritto di lottare per la liberazione fino in fondo dell'intero paese, instaurando, successivamente alla capitolazione del nuovo Zar, trattative volte a far pagare al governo russo i danni incalcolabili arrecati alla popolazione.
Da questo punto di vista la retorica demagogica di Putin al G20 (e dei suoi sostenitori, anche italiani) nel tentativo di spostare l'attenzione sullo “sterminio della popolazione civile della Palestina”, il suo interrogare i suoi interlocutori per sapere se “non sono sconvolti dai bambini operati col bisturi senza anestesia" a Gaza, trasformata in "un enorme cimitero di bambini”, sono particolarmente infami, strumentali e criminali, perché quello che Putin ha fatto al popolo ucraino, anche ai bambini, non è affatto diverso da ciò che sta facendo il boia nazisionista Netanyahu (con il quale è stato alleato per anni), tutt'altro.
Tant'è vero che il capo d'accusa per il quale Putin è stato incriminato all'Aja è la deportazione dei bambini ucraini in Russia, per tacere poi di quelli ammazzati o lasciati morire di freddo e fame.
Gli emuli russo e sionista di Adolf Hitler non possono ingannare il mondo coprendo i loro crimini contro i popoli e le nazioni oppresse indicando truffaldinamente all'opinione pubblica mondiale quale tra loro due ha le mani più sporche di sangue.
La verità è che sono due schifosi criminali neonazisti al servizio delle loro rispettive borghesie imperialiste e stanno ampiamente dimostrando di essere delle tigri di carta, da temere nell'immediato, da disprezzare in prospettiva (ricordiamo che lo stesso Hitler si uccise nel bunker della Cancelleria di Berlino per sfuggire alle gloriose truppe dell'Armata Rossa di Stalin, arrivate a pochi metri da lui), che in ultima analisi sono destinati ad essere sconfitti dalle guerre di liberazione nazionali dall'imperialismo e quindi dal sostegno internazionale dei popoli alle loro vittime.
La lotta di classe tra proletariato e borghesia nei paesi capitalisti, imperialisti e non, affiancata al sostegno alle guerre di liberazione nazionali, porteranno alla fine dell'imperialismo, fase suprema e terminale del capitalismo e alla vittoria in tutto il mondo del socialismo e del proletariato internazionale, sotto la guida dei suoi Partiti marxisti-leninisti nei rispettivi Paesi. Come si vede la teoria dell'imperialismo di Lenin e lo stesso slogan della gloriosa Terza Internazionale comunista di Lenin e Stalin sono più che mai attualissimi: "Proletari e nazioni oppresse unitevi!"
In questo quadro non ci stancheremo mai di invitare i sinceri antimperialisti di lasciare al loro destino i finti amici della "pace" al servizio dell'imperialismo, in questo caso dell'Est, che vorrebbero consegnare il Donbass a Putin e di unirsi a noi nel sostegno incondizionato alle guerre di Liberazione dei popoli e della nazioni oppresse indipendentemente dalle forze che si trovano alla loro testa, cosa che passa in secondo piano rispetto alla contraddizione principale tra aggressori imperialisti e popoli aggrediti, tenendo ben alta la bandiera di quei popoli e della loro giusta lotta, a cominciare oggi dal popolo Ucraino e Palestinese.
A morte l'imperialismo!
Ucraina libera, indipendente, sovrana e integrale!
Palestina libera!
Uno Stato, due popoli!

29 novembre 2023