Firenze si mobilita contro Salvini e i neofascisti italiani ed europei
Migliaia di antifascisti e di antifasciste al corteo sbattono la porta in faccia alla Lega e all'ultra-destra. Anche la Rete Democratica Fiorentina in piazza. Scandalosa apertura fuori orario degli Uffizi per i leader neri da parte di Schmidt. Presente una delegazione del PMLI
Serve un grande e compatto fronte unito antifascista per abbattere il governo Meloni

Redazione di Firenze
L'ex aspirante duce d'Italia, ora ministro delle infrastrutture e dei trasporti e leader leghista, Matteo Salvini, ha scelto Firenze, città Medaglia d'oro alla Resistenza, per organizzare la sua kermesse in vista delle prossime elezioni europee.
Un convegno nero, organizzato dalla Lega assieme agli alleati di “Identità e Democrazia”, il gruppo europeo di destra, che si è tenuto domenica 3 dicembre presso la Fortezza da Basso. La convention aveva per slogan “Libera l'Europa: Lavoro, sicurezza e buonsenso”, e vi hanno aderito e partecipato 13 delegazioni di altrettanti partiti neofascisti e sovranisti europei.
Firenze ha dovuto dunque subire l'onta dell'ospitalità offerta dalle istituzioni borghesi ai partiti fascisti di mezza Europa, e poco importa quali leader di primo piano si siano recati a Firenze di persona o quali altri abbiano mandato le proprie “seconde file”; ciò che conta è l'adesione che essi hanno dato per rafforzare il fronte dell'ultra-destra, xenofoba, razzista, oscurantista e sovranista europea.
Fra le “stelle” del neofascismo europeo attese da Salvini, un posto di primo piano spettava a Geert Wilders, fresco vincitore delle elezioni nei Paesi Bassi, che si dichiara filosemita, critico dell'Islam, e anticomunista, intervenuto da remoto. Wilders sostiene da sempre la messa al bando del Corano e delle moschee, e ha come obiettivo dichiarato quello di fermare completamente l'immigrazione dai Paesi arabi e di togliere il diritto di voto agli olandesi con doppia nazionalità. Il fatto che uno dei suoi miti sia la “nostra” Oriana Fallaci naturalmente non ci stupisce.
Ma il fiore all'occhiello che fa gongolare Salvini è senz'altro la partecipazione del francese Rassemblement National di Marine Le Pen - che ha inviato un messaggio video - presente con l'ex-Front National Jordan Bardella, dal quale la Lega ha copiato il “Prima gli italiani”. Strizza invece l'occhio alle associazioni oscurantiste di matrice cattolica e ultra conservatrice la presenza del portoghese Andrè Ventura (Chega) che, oltre a infamare regolarmente “negri” e “zingari” nei suoi interventi, di recente ha fatto approvare al suo partito una mozione per la rimozione delle ovaie dalle donne che hanno abortito.
L'iniziativa ha ottenuto anche la benedizione via web del fascista ungherese Viktor Orban.
Insomma, un'inaccettabile miscela di populismo, demagogia, sovranismo e razzismo alla quale Firenze si è opposta con forza con una giornata di mobilitazioni. Nella città del Giglio si sono tenute infatti due iniziative distinte, la prima e più partecipata promossa da Firenze Antifascista, la seconda organizzata dalla Rete Democratica Fiorentina, si è articolata in quattro tappe cittadine.

Migliaia in piazza con Firenze Antifascista
A migliaia si sono radunati a Porta al Prato. La storica bandiera della Brigata partigiana Sinigaglia, che nel '44 partecipò alla Liberazione di Firenze, ha aperto il vivace e colorato corteo dopo la Fortezza, ha attraversato alcune strade del centro cittadino per concludersi in piazza Indipendenza.
Oltre ai ragazzi e alle ragazze del CPA Firenze Sud che hanno in buona parte organizzato la manifestazione, sono stati soprattutto le giovani e i giovani antifascisti dei collettivi studenteschi ad animarla, assieme alla partecipazione di una nutrita comunità araba che ha fatto sventolare decine di bandiere palestinesi, portandone anche una grandissima per tutto il corteo. In piazza non hanno fatto mancare il loro appoggio altre comunità straniere come quella peruviana e quella colombiana.
Presenti il collettivo di fabbrica ex-GKN col proprio striscione, delegazioni dei sindacati Cobas e USB, oltre alle tante bandiere rosse dei partiti a sinistra del PD quali PRC, PCL, CARC ed FGC. Questa piazza ha visto la presenza di una Delegazione di compagni del PMLI provenienti da Firenze, dal Mugello, dalla Valdisieve e da Prato, che ha tenuto ben alte le rosse bandiere del Partito. Nei giorni precedenti il Comitato provinciale di Firenze aveva diffuso alla stampa un comunicato nel quale invitava le masse antifasciste e democratiche alla mobilitazione. I compagni sono stati intervistati da tantissime testate locali e nazionali presenti, che però hanno rilanciato pubblicamente solo in minima parte.
In via il Prato, davanti alla sede di Fratelli d'Italia presidiata dalla polizia in assetto antisommossa che ha accompagnato tutto il corteo seguito anche da un elicottero, sono stati lanciati alcuni palloncini pieni di vernice. Al passaggio del corteo nei pressi della scalinata della stazione di Santa Maria Novella, alcuni manifestanti hanno srotolato uno striscione sul quale era scritto “Gaza è un genocidio”; qualche centinaio di metri più avanti, davanti all'ingresso della Fortezza che ha ospitato l'adunata fascista, un altro striscione recitava “Salvini Le Pen Firenze vi schifa”. Durante tutto il corteo sono stati lanciati slogan antifascisti e canzoni partigiane.
Numerose critiche a Salvini per il precetto forzato ai lavoratori dei trasporti all'ultimo sciopero generale territoriale di CGIL e UIL, e al governo, colpevole di aver imbastito una Finanziaria ingiusta e “che esulta ad ogni manganellata data in testa a studenti, studentesse, lavoratrici e lavoratori”.
 

Mobilitazione della Rete Democratica Fiorentina
La Rete Democratica Fiorentina, una realtà di associazioni fra le quali spiccano CGIL, ANPI ed ARCI, ha presidiato tre luoghi simbolo dell'odio e della ferocia di stampo fascista che hanno segnato la nostra città, quali Piazza Dalmazia dove il simpatizzante di Casapound Gianluca Casseri uccise con colpi di arma da fuoco due senegalesi e ne ferì gravemente un terzo, il ponte Vespucci dove Idy Diene venne ucciso con sei colpi di pistola al petto da Roberto Pirrone solo perché senegalese, e Via Taddea dove Spartaco Lavagnini, dirigente del Partito Comunista e del Sindacato Ferrovieri Italiani fu ucciso dai fascisti fiorentini il 27 febbraio 1921, mentre era intento a preparare il giornale L’Azione Comunista .
Successivamente, qualche centinaio di manifestanti si sono riuniti a Piazzale Michelangelo, eseguendo un flash mob incentrato però più sull'europeismo che sull'antifascismo, calando lo striscione “Suona la martinella, Firenze si Ribella”, prendendo spunto dalla campana che fin dal 1200 veniva suonata per avvertire i fiorentini dell'imminenza di una guerra, ma che fu usata anche l’11 Agosto del 1944 alle 7 di mattina per annunciare che la città veniva liberata dal giogo nazifascista.
 

Scandalosa apertura straordinaria degli Uffizi, critiche a Nardella
Vergognosa l'iniziativa presa dal direttore della Galleria degli Uffizi, Eike Schmidt, già in odore di candidatura come sindaco per il “centro-destra” a Firenze alle amministrative di primavera, che ha ospitato i rappresentanti dei partiti fascisti oltre l'orario di chiusura del museo in forma riservata, alla presenza ovviamente di Salvini e dell'europarlamentare ex 5 Stelle, ed oggi leghista presidente del gruppo Identità e Democrazia e regista, Marco Zanni. Il tutto con due camionette blindate e altrettante auto della polizia a presidiare l'ingresso, e col precetto di alcuni dipendenti delle sale e della sicurezza.
Schmidt, criticato aspramente anche dal rettore dell'Università per stranieri di Siena, Tomaso Montanari che in un post su Instagram ha parallelisticamente rilanciato il titolo del saggio di Haskell “Botticelli al servizio del fascismo” chiedendo le dimissioni del direttore degli Uffizi, ha così iniziato la sua personale campagna elettorale.
Anche il PD fiorentino ha criticato la kermesse imbastita da Salvini, definendola senza giri di parole “un cantiere nero” e il sindaco Nardella è intervenuto fra al piazzale Michelangelo. “Evidentemente Nardella si è ricreduto rispetto a quando - recita un post su Facebook di Firenze Antifascista - appena sei mesi fa, attaccava gli antifascisti scesi in piazza contro la presenza di Casapound in via De' Vanni”. Una critica giusta, sintetizzata nella frase riportata nello stesso post poco più avanti, che recitava: “il PD, invece di strapparsi le vesti, avrebbe semplicemente potuto evitare che questo congresso si svolgesse”.
E ciò è assolutamente vero, soprattutto perché la Fortezza da Basso è gestita da Firenze Fiera, società partecipata pubblica che ha come principali azionisti Regione Toscana, Città Metropolitana e i comuni di Firenze e Prato. In più - come rileva il post stesso - il presidente del CDA di Firenze Fiera è l'ex parlamentare PD Lorenzo Becattini, che avrà senz'altro avuto contezza dell'evento da mesi senza fare nulla per impedirlo. E qui siamo di nuovo di fronte all'annosa questione dell'antifascismo militante e di quello definito “da salotto”, certamente fuorviante circa la risposta che la situazione attuale, davvero complicata anche per la democrazia borghese, meriterebbe.
È chiaro che l'intervento del PD ha anch'esso una mira elettoralistica; tuttavia non ci stancheremo mai di dire, in ogni circostanza simile, che al di là delle rispettive posizioni, nei fronti uniti che hanno temi così importanti, occorre la massima unità d'azione. Avremmo preferito infatti che la mobilitazione contro Salvini e l'onda nera europea e italiana fosse stata una sola, grande e forte, unitaria, seppur nel rispetto delle legittime diversità di ognuno.
Allo stesso modo auspichiamo e lavoreremo in tal senso, affinché sia un largo fronte unito a buttare giù l'intero governo neofascista Meloni, senza attendere la sua eventuale sostituzione alle urne. In ogni caso oggi Firenze ha dimostrato ancora una volta di meritarsi la Medaglia d'oro che possiede, schierandosi decisamente contro i neofascisti italiani ed europei convocati da Salvini, al grido “Fuori i fascisti da Firenze!”.

6 dicembre 2023