Continua a Milano la mobilitazione di piazza al fianco della resistenza del popolo palestinese
A ruba il volantino diffuso dalla Cellula “Mao” di Milano del PMLI, aiutati anche da un giovane palestinese mentre una ragazza lo tiene ben in vista alla testa del corteo

Redazione di Milano
S abato 2 dicembre si è svolto a Milano un combattivo corteo per “il diritto ad una pace giusta, senza più apartheid e senza più l’occupazione militare sionista” rivendicando lo “stop ai bombardamenti e alla pulizia etnica”.
L’evento si svolge 56 giorni dopo l’inizio dell’offensiva “Diluvio Al-Aqsa” contro l’aggressore e invasore nazisionista israeliano che da allora ha incessantemente bombardato a tappeto Gaza (con una tregua di soli 7 giorni per lo scambio di prigionieri) nel suo intento genocida di completare la soluzione finale della questione palestinese come preconizzato dal nuovo Hitler Netanyahu.
Circa un migliaio di manifestanti si sono riuniti in Piazza Cimitero Monumentale al grido di “Free free Palestine”, “Palestina libera”, “Palestina terra mia, Israele via via”, “Israele criminale, Palestina immortale”, “Per Gaza vogliamo la libertà” e “Netanyahu assassino” dando vita ad un corteo che nel tragitto si ingrosserà fino a raggiungere i 2mila partecipanti.
Il corteo organizzato da un gruppo di associazioni italiane di palestinesi, con alla testa l’Associazione dei Palestinesi in Italia (API), ha visto come protagoniste le comunità palestinese e delle altre nazionalità arabe - rappresentate da ragazze e ragazzi, famiglie con bambini e donne e uomini d’ogni età - con una selva di bandiere palestinesi e al grido di slogan (in italiano e arabo) per la liberazione di Gaza e di tutta la Palestina. Presenti anche le organizzazioni studentesche Cambiare Rotta e OSA, le associazioni pro-migranti mentre i partiti politici erano solo il PMLI, il PRC e PaP.
Tantissimi i giovani, italiani, migranti e figli di migranti, molti dei quali indossavano la kefiah. Alcuni giovani migranti arabi hanno srotolato due enormi bandiere palestinesi che hanno fatto ondeggiare lungo tutto il corteo.
Letteralmente andato a ruba il volantino diffuso in centinaia di copie dai compagni della Cellula “Mao” di Milano del PMLI che mostrava l’apprezzato fotomontaggio che raffigura il nuovo Hitler Netanyahu con sotto il titolo “Hamas rilascia prigionieri ma Israele nazisionista continua a occupare Gaza e Cisgiordania” affiancato al QR code che collega al relativo articolo de “Il Bolscevico” con al disotto altri quattro QR code che portano ad approfondimenti sulle forze della Resistenza palestinese che appoggiano l’offensiva “Diluvio Al Aqsa” guidata da Hamas, sulla verità a proposito dei civili israeliani uccisi il 7 ottobre, sulla storia della lotta per la liberazione della Palestina e sulla costituzione dello Stato sionista d’Israele e l’attuale necessità di costituire un solo Stato di Palestina a maggioranza e guida autoctona arabo-palestinese con cui conviva la minoranza allogena ebraica. Ad alcuni manifestanti arabofoni, che non sanno leggere ancora bene l’italiano, i nostri compagni hanno spiegato come - una volta aperti con lo smartphone tramite il QR code - gli articoli proposti dal volantino possano essere letti in arabo (sia pur con delle imperfezioni) tramite il traduttore automatico del browser di Google. Entusiasta per il nostro volantino, un giovane palestinese si è offerto di aiutare i nostri compagni nella sua diffusione. Una ragazza ha sfilato alla testa del corteo tenendo ben in vista il nostro volantino.
I marxisti-leninisti erano presenti col cartello: “Col popolo palestinese e con chi guida la sua Resistenza. Per la liberazione della Palestina”, apprezzatissimo e superfotografato soprattutto tra i giovani e i manifestanti migranti di nazionalità araba per l’aperta solidarietà antimperialista e internazionalista con la Resistenza palestinese. Nei “corpetti” indossati dai compagni, oltre alla riproduzione del manifesto esposto sul cartello, c’era quello: “Palestina libera! Uno Stato, due popoli”; rivendicazione strategica condivisa dagli organizzatori che l’hanno rilanciata e argomentata nel comizio iniziale di Falastìn, la giovane rappresentante dell’API, che ha detto basta alla ipocrisia filosionista dei “due popoli e due Stati” riaffermando infine che l’unica soluzione credibile e seria è “un solo Stato palestinese indipendente con arabi, musulmani, cristiani, ebrei e atei”.
Consci del significato internazionale del corteo alcuni manifestanti portano anche cartelli scritti in inglese, che dicono: “Dal Fiume (Giordano) al mare (Mediterraneo) la Palestina sarà libera”, “Fermare il genocidio!”, “La vita dei palestinesi conta!”. Sullo striscione dell’API che apre il corteo si legge: “Contro il regime di apartheid, libertà per il popolo palestinese” con quattro cartine della Palestina che illustrano un secolo di colonizzazione allogena sionista ed espansionismo territoriale israeliano a scapito dei territori ufficialmente riconosciuti all’autoctono popolo palestinese.
Il corteo è partito al canto di “Bella Ciao”. Buona parte delle parole d’ordine in italiano proposte e lanciate dal PMLI sono state ripetute dai manifestanti: “Contro Israele nazista ed invasore, l’Italia rompa subito ogni relazione”; “Netanyahu boia!”; “Netanyahu e Meloni, dei popoli assassini, siete i nuovi Hitler e Mussolini”; “Israele nazista, Stato terrorista”; “Palestina libera, Intifada vincerà”; “Lo Stato sionista va cancellato, Palestina libera, due popoli-uno Stato!”. Si sentiva gridare anche “I palestinesi non sono terroristi ma un popolo che lotta contro i sionisti”, “I popoli in rivolta, scrivono la storia, Intifada, fino alla vittoria”, “Israele criminale, Palestina immortale”!
In un discorso dal palco mobile, allestito su un furgone, è stato denunciato lo sfacciato filosionismo del PD che si è astenuto all’europarlamento su una mozione che reclamava dall’invasore israeliano il cessate il fuoco, per poi riaffermare: “Di fronte all’arroganza colonialista di Israele, nel quale si concentra quella di tutto l’imperialismo occidentale noi risponderemo sempre alla stessa maniera: Resistenza, Resistenza, Resistenza fino alla vittoria, fino alla liberazione di tutta la Palestina!”.
Passando davanti all’ospedale pediatrico Buzzi il corteo si è silenziato sia nel rispetto dei degenti che per ricordare medici e paramedici morti a Gaza nel compimento eroico del loro dovere sotto i criminali bombardamenti isrealiani.
Il corteo si è concluso davanti alla sede Rai in Corso Sempione al grido “Intifada, intifada” e “Siete voi i terroristi!” in risposta ai sedicenti “professionisti dell’informazione” che propinano goebbelsianamente come un disco rotto la loro fetida propaganda sfacciatamente filosionista e pro-Israele tramite la televisione di Stato dell’imperante regime capitalista neofascista che - assieme agli altri mass media borghesi italiani - taccia di “terrorismo” la legittima e sacrosanta Resistenza palestinese mentre sostiene l’infondato “diritto all’esistenza e alla difesa” del criminale regime segregazionista e colonialista imposto dai sionisti in Palestina che opprime e massacra l’autoctono popolo palestinese, un regime che viola impunemente il diritto internazionale e umanitario spacciato assurdamente come “il Paese più democratico del Medioriente”.
“Ma così facendo la Rai sta solo perdendo di credibilità” viene affermato nei comizi finali, “ormai sono sempre più coloro che non guardano più i suoi telegiornali e programmi” tanto sfacciato e grossolano è ormai il loro tentativo, di fronte all’evidenza lampante dell’efferato genocidio sionista, di ribaltare la verità continuando a spacciare ancora fake news (come quelle inerenti ai fatti del 7 ottobre) smentite e confutate persino da alcuni media israeliani.

6 dicembre 2023