85% di adesione allo sciopero contro la manovra finanziaria
Medici e infermieri in piazza per la sanità pubblica
Tra le richieste quella di ritirare il taglio della pensione dei medici e dei lavoratori pubblici

“Una volta erano eroi”, si leggeva su uno dei tanti cartelli apparsi durante le manifestazioni e i presidi che hanno animato lo sciopero di medici e personale infermieristico del 5 dicembre scorso. Una scritta sarcastica per mettere in risalto come siano state disattese tutte le promesse fatte dagli ultimi governi riguardo al riconoscimento del lavoro svolto quotidianamente da medici e infermieri, lavoro che durante la fase più acuta della pandemia ha assunto connotati “eroici” per quantità di ore lavorate e spirito di sacrificio, in alcuni casi pagato con la vita. Una vicenda che ha evidenziato tutta l'inadeguatezza della sanità pubblica, sottoposta da decine di anni a continui tagli alla spesa e al personale e di quella privata, che nel momento del bisogno si è tirata indietro perché ha ritenuto che occuparsi del covid non le avrebbe garantito profitti a sufficienza.
Lo sciopero nazionale dei medici, degli infermieri, delle ostetriche e delle professioni sanitarie è stato indetto dai sindacati medici Anaao e Cimo, e dagli infermieri del Nursing Up. Una mobilitazione che ha già coinvolto altre sigle in ambito sanitario: Cgil e Uil in occasione dello sciopero generale del 17 novembre, la Cisl il 25 dello stesso mese. E ne è in preparazione un'altra, quella prevista per il 18 dicembre, che coinvolgerà l’intersindacale medica: gli anestesisti Aaroi-Emac, Fassid, Fp Cgil medici e dirigenti, i veterinari e medici Fvm, Uil Fpl medici e veterinari, Cisl medici.
Una ondata di scioperi contro la finanziaria del governo che penalizza la sanità pubblica, a partire dal taglio dei finanziamenti. Per i sindacati le misure contenute nella Legge di Bilancio non sono adeguate a risollevare il SSN dalla grave crisi in cui versa ormai da tempo, né soddisfano le richieste degli operatori sanitari in prima linea nella salvaguardia della salute dei cittadini. Il governo si nasconde dietro la foglia di fico dell'aumento della spesa rispetto all'anno precedente, ma che non basta nemmeno a recuperare l'inflazione che quest'anno supererà il 5%. In realtà si tratta di un taglio, ben evidenziato dalla percentuale di spesa sanitaria rispetto al pil, che difatti cala dal 6,6% del 2023 al 6,3 per il prossimo anno, al di sotto della media europea (7,1%) e lontanissimo dalle percentuali di Pil investite da paesi come Germania e Francia che si aggirano attorno al 10%. Inoltre, dei tre miliardi stanziati 2,3 serviranno per il rinnovo dei contratti del settore sanitario e il resto andrà alla sanità privata convenzionata.
Quindi nessuna risorsa aggiuntiva per nuove assunzioni, anche “grazie” ai tetti di spesa regionali che di fatto le tengono bloccate. Per Pierino Di Silverio, Segretario Nazionale Anaoo Assomed: “invece di premiare il lavoro ordinario, tendono a riconoscere quello straordinario che noi umanamente non potremmo fare pur volendo. Quando, per smaltire le liste di attesa, dicono che pagheranno 80 euro il lavoro extra, nonostante le 60 ore a settimana che già facciamo a recupero della carenza di personale, vuol dire quasi prenderci in giro”. E ha da dire qualcosa anche sull’incremento di questo contratto che “ci darà dieci punti percentuali sotto l’inflazione. Siamo al ridicolo. Ci si aspettava che fossero messe in campo risorse adeguate al rinnovo dei contratti e, invece, i 2,3 miliardi previsti per l’intero comparto sanità non sono che briciole per tutti. Nessun cambio di rotta, quindi, anzi, si prevede il taglio dell’assegno previdenziale tra il 5 e il 25% l’anno. Un duro colpo per almeno 50mila persone”.
Il taglio alle pensioni del personale sanitario è stato il detonatore di una situazione esplosiva diventata insostenibile. “Molti medici stanno per andare in pensione, circa 55.600 - afferma il Presidente Cimo-Fesmed Guido Quici - in tutto siamo 110mila, quindi circa il 50%. Perderanno da 200 a 1000 euro al mese di pensione con questo provvedimento. Ciò comporterà un’ulteriore fuga. Ci hanno provato già negli anni precedenti, stavolta fanno sul serio. Gran parte delle altre categorie ha già avuto questo taglio, adesso tocca alla rimanente fetta di dipendenti”.
Pesanti le accuse al governo di favorire la sanità privata che oltretutto non ha gli stessi obblighi di quella pubblica. “Il Pronto Soccorso, con tutti i costi sociali, le terapie intensive neonatali, le rianimazioni per le lungodegenze, ecc…il privato non li ha, Inoltre il privato ci guadagna e anche molto, perché i dipendenti non hanno il rinnovo del contratto da ben 18 anni (difatti hanno scioperato anche loro), ingaggia i medici anziani esperti che escono dal pubblico e li paga a percentuale, più fanno ricoveri e prestazioni, più guadagnano, aumentando l’inappropriatezza delle cure. Con quali soldi? Con quelli che gli dà la finanziaria per ridurre i tempi di attesa”.
L'insofferenza dei medici, delle lavoratrici e dei lavoratori della sanità è molto forte, ed è ben rappresentata dallo sciopero del 5 novembre, con un adesione dell'85% del personale sindacalizzato. Sono stati assicurati i servizi essenziali, per il resto migliaia di prestazioni sono state annullate. Le richieste riguardano sopratutto nuove assunzioni, in Italia mancano 30mila medici e 250mila infermieri, oltre a 100mila posti letto, salari più alti e attrattivi anche per evitare l'esodo del personale verso il privato o addirittura l'estero, in paesi dove gli stipendi sono più del doppio e con orari più corti.
Il presidente Cimo-Fesmed ribadisce: “Cosa chiediamo? La defiscalizzazione di una parte del nostro stipendio, come è stato fatto per altre categorie di lavoratori, il ritiro immediato della norma sulle pensioni, maggiori investimenti distratti dalla sanità privata e veicolati sulla sanità pubblica. Non ci fermeremo, andremo avanti con le mobilitazioni nonostante il silenzio del Governo, ci dovremmo abituare a vedere sempre più medici fuori dagli ospedali, visto che la nostra presenza non è apprezzata”.

13 dicembre 2023