Proseguono i crimini delle Stato sionista e neonazista di Israele: 18 mila morti palestinesi e 49.500 feriti dall'inizio del conflitto
Gli Usa mettono il veto all’Onu sul cessate il fuoco umanitario in Palestina
La Resistenza palestinese guidata da Hamas infligge duri colpi all’occupante sionista
Erdogan: "Hamas è una realtà della Palestina, Israele è uno Stato terrorista"

Che il genocidio del popolo palestinese ad opera del nuovo Hitler Netanyhau sia una delle più criminali operazioni mai viste nella storia lo dimostrano anche i neonati morti, in stato di decomposizione, nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale al-Nasr nel Nord della Striscia di Gaza, ancora attaccati ai tubi che avrebbero dovuto tenerli in vita. "Scene agghiaccianti" quelle ottenute dalla Cnn, dove si vedono pannolini e biberon sui letti accanto ai cadaveri di almeno quattro neonati. La Cnn spiega che le immagini sono state girate lo scorso 27 novembre da un giornalista di Gaza che lavora per il quotidiano Al Mashhad degli Emirati Arabi Uniti. Alcuni neonati ripresi sono poco più che scheletri, mentre sul corpo di un neonato si vedono mosche e vermi. La zona settentrionale di Gaza è stata irraggiungibile ai giornalisti per giorni, a causa degli intensi combattimenti, ma il video ottenuto dalla Cnn è stato girato durante la tregua tra Israele e Hamas. Dall'inizio di novembre gli ospedali pediatrici Al-Nasr e Al-Rantisi, che fanno parte dello stesso complesso, erano in prima linea nei combattimenti. Il personale medico e sanitario di al-Nasr ha raccontato di aver dovuto evacuare in fretta lo scorso 10 novembre sotto pressione dell'esercito israeliano. I medici hanno ammesso di essere stati costretti ad abbandonare neonati in terapia intensiva perché impossibilitati a trasferirli in sicurezza. Un medico dell'ospedale di al-Nasr ha detto alla Cnn, a condizione di anonimato, che un bambino di due anni e uno di nove mesi erano morti poco prima dell'evacuazione, ma che tre bambini erano vivi e collegati ai respiratori. Uno di quelli rimasti in vita aveva due mesi. Secondo il medico, molti dei bambini ricoverati in terapia intensiva soffrivano di malattie genetiche. In un video del 9 novembre il direttore sanitario degli ospedali pediatrici Al-Nasr e Al-Rantisi, Mustafa al-Kahlout, aveva affermato che l'ospedale Al-Nasr era stato "colpito due volte" riportando "molti danni".
Così come l’8 dicembre allorché i media israeliani hanno pubblicato le foto di decine, centinaia di palestinesi in ginocchio tra le macerie, mani legate dietro la schiena, addosso solo le mutande. Nelle foto si vedono gli stessi uomini, alcuni sono solo adolescenti, sul retro di un camion. Vengono portati via sotto il tiro di una mitragliatrice. Una terza immagine mostra le stesse persone in ginocchio, bendate e ammanettate in mezzo a quello che sembra un campo agricolo. Il portavoce dell’Idf (esercito israeliano) Daniel Hagar ha detto che militari e Shin Bet “hanno arrestato e interrogato” nel nord della Striscia “centinaia di sospetti terroristi: molti di loro anche nell’ultima giornata si sono arresi e si sono consegnati” ha scritto su X: “Resa di massa dei terroristi di Hamas in Khan Younis”, accanto alla foto tagliata dei palestinesi in mutande. Diversi utenti postano la foto intera, sulla facciata di un edificio semidistrutto c’è l’insegna di una farmacia: è nel campo profughi di Beit Lahia, nel nord della Striscia, non a Khan Younis dove l’Idf crede che si trovi il quartiere generale di Hamas. Secondo diverse fonti locali, l’esercito israeliano avrebbe occupato una scuola delle Nazioni Unite, a Beit Lahia, che da quasi due mesi è diventata un rifugio per gli sfollati. Gli uomini e gli adolescenti sono stati divisi da donne e bambini, sono stati fatti spogliare e portati via. L’ong Euro-med Monitor denuncia: “L’Idf ha detenuto, picchiato, spogliato e maltrattato gravemente decine di civili a Beit Lahia”.
Alla luce di tutto ciò come definire quanto accaduto l’8 dicembre a New York, dove gli USA hanno bloccato con il veto la risoluzione del Consiglio di Sicurezza ONU che chiedeva il "cessate il fuoco umanitario a Gaza" e definiva la situazione umanitaria "catastrofica"? Nonostante la pressione del segretario generale Antonio Guterres, il testo presentato dagli Emirati Arabi Uniti - che chiedeva anche la protezione dei civili, il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi ancora detenuti da Hamas - ha ottenuto 13 voti a favore, un astenuto (la Gran Bretagna) e il veto USA. Il vice rappresentante americano all'ONU, Robert Wood, ha affermato che la risoluzione "contrasta con la realtà". "Non sosteniamo gli appelli per un cessate il fuoco immediato", ha detto Wood. "Ciò pianterebbe solamente i semi per una futura guerra, perché Hamas non ha alcuna voglia di una pace duratura". Ha inoltre condannato la mancanza di condanna degli attacchi di Hamas del 7 ottobre in Israele, come uno "scacco morale".
Hamas che aveva chiesto al Consiglio di sicurezza dell'ONU di porre fine alla "guerra brutale" nella Striscia di Gaza, ha dichiarato in una nota di Izzat al-Risheq, membro dell'ufficio politico, che la decisione americana è "immorale e disumana". La Cina ha espresso la sua "profonda delusione" per il secondo veto degli Stati Uniti sulla risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU presentata dagli Emirati Arabi Uniti e sponsorizzato da 97 paesi membri in sole 24 ore. La proposta "riflette l'appello universale della comunità internazionale e rappresenta la giusta direzione per il ripristino della pace", ha affermato l’ambasciatore cinese presso l'ONU, Zhang Jun, citato dalla televisione di stato Cgtn. "La Cina lo sostiene pienamente e si è unita alla spinta per questo progetto di risoluzione", ha aggiunto Zhang, accusando Washington di utilizzare un "doppio standard" parlando di protezione delle donne, dei bambini e dei diritti umani e "acconsentendo" alla continuazione del conflitto. Allo stesso modo, Zhang ha invitato Israele a porre fine alla "punizione collettiva sul popolo di Gaza".
Le conseguenze del veto USA alla risoluzione dell'ONU su Gaza potrebbero essere quelle di "un'esplosione incontrollabile" in Medio Oriente. L'avvertimento è arrivato dall'Iran. "Finché l'America sostiene i crimini del regime sionista e la continuazione della guerra c'è la possibilità di un'esplosione incontrollabile della situazione nella regione", ha detto il ministro degli Esteri Hossein Amir-Abdollahian. Per il ministro iraniano, l'"affermazione" di Israele secondo cui è stato Hamas a violare la tregua "è completamente falsa".
Il presidente palestinese Mahmud Abbas (alias Abu Mazen) ha condannato la decisione degli Stati Uniti all’ONU, definendo la posizione statunitense “aggressiva e immorale”, una “flagrante violazione di tutti i valori e i principi umanitari”. La decisione delle autorità statunitensi “costituirà una vergogna che perseguiterà” il paese, ha detto. Il presidente ha incolpato Washington per “lo spargimento di sangue di bambini, donne e anziani palestinesi” nella Striscia di Gaza e ha sottolineato che questa politica lo rende “socio del crimine di genocidio, pulizia etnica e crimini di guerra commessi dalle forze di occupazione israeliane contro i palestinesi nella Striscia di Gaza, in Cisgiordania e Gerusalemme”. Il primo ministro palestinese Mohammad Shtayyeh ha sua volta definito il veto una “vergogna” e un “nuovo assegno in bianco consegnato allo stato occupante per massacrare, distruggere e deportare”, riferisce Al Jazeera. L’ambasciatore palestinese all’ONU Riyad Mansour ha bollato il voto come “catastrofico” e ha notato che “milioni di vite palestinesi sono appese a un filo”. “Se è contro la distruzione e lo spostamento del popolo palestinese, deve opporsi a questa guerra. E se la sostiene, allora sta permettendo questa distruzione e questa deportazione, indipendentemente dalle sue intenzioni”, ha denunciato.
Il presidente cubano Miguel Diaz Canel Bermude ha condannato il voto alla risoluzione assicurando che ciò avrebbe continuato “l’omicidio di bambini, donne, un intero popolo”.
Il direttore alle Nazioni Unite di Human Rights Watch, Louis Charbonneau, ha rilasciato una dichiarazione dell’organizzazione in cui sottolinea che gli Stati Uniti “corrono il rischio di essere complici di crimini di guerra”, continuando a fornire a Israele armi e copertura diplomatica, mentre il paese ebraico commette “atrocità” nell’enclave palestinese. Amnesty International si è unita al coro di critiche nei confronti degli USA. "Col loro veto, gli USA hanno mostrato uno spietato disprezzo per le sofferenze dei civili di fronte a uno sconvolgente numero di vittime, alla vasta distruzione e a una catastrofe umanitaria senza precedenti in corso nella Striscia di Gaza occupata", ha dichiarato la sua segretaria generale Agnése Callamard in una nota. "Gli USA hanno brandito il veto come un'arma contro il Consiglio di sicurezza, pregiudicando ulteriormente la sua credibilità e capacità di adempiere al mandato di mantenere la pace e la sicurezza internazionale". "Non può esistere alcuna giustificazione per continuare a impedire un'azione concreta del Consiglio di sicurezza per fermare questo enorme bagno di sangue di civili", ha proseguito, "l'uso del veto è moralmente indifendibile. Gli USA sono venuti meno al dovere di prevenire crimini atroci e sostenere il diritto internazionale". Callamard ha altresì sottolineato che "essendo l'unico Stato che ha posto il veto, è evidente che gli USA si stanno isolando da buona parte del mondo e da un'ampia porzione della loro stessa popolazione. Non aver compreso il significato storico del momento è la dimostrazione di una completa assenza di leadership globale".
Il Consiglio di sicurezza dell'ONU si era riunito, dopo che il segretario generale António Guterres ha invocato l'articolo 99 della sua Carta, un passo che nessuno al suo posto aveva compiuto da decenni. L'articolo consente al Segretario generale di portare all'attenzione del Consiglio "qualsiasi questione che, a suo parere, possa minacciare il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale". Guterres pertanto aveva chiesto un "cessate il fuoco umanitario" per evitare "una catastrofe con implicazioni potenzialmente irreversibili per i palestinesi" e per l'intero Medio Oriente.
Intanto dal campo si apprende che il numero dei soldati israeliani morti continua ad aumentare, secondo le stesse fonti dell’esercito sionista sono già 91 i militari uccisi nelle operazioni di terra. Osama Hamdan, esponente di Hamas in Libano, citato da Al Jazeera riferisce di “battaglie feroci” in varie aree della Striscia. Sostiene che il “numero reale” dei caduti e dei feriti tra le truppe israeliane sia “molto più alto” di quanto dichiarato da Israele. Anche i dati dei morti e feriti palestinesi è difficile da stabilire: il bilancio delle vittime, al 10 dicembre, è salito a circa 18 mila morti palestinesi e 49.500 feriti dall'inizio del conflitto scoppiato a seguito dell'attacco di Hamas ad Israele lo scorso 7 ottobre. Ad affermarlo ad Al Jazeera, è il portavoce del ministero della Sanità di Gaza, controllato da Hamas, Ashraf al-Qudra.
Di fatto Hamas continua a guidare la Resistenza palestinese, riconosciuta anche da tutte le altre forze politiche e militari. E i prigionieri israeliani a Gaza non torneranno a casa attraverso la forza militare: è l'avvertimento rilanciato il 10 dicembre in un audio dal portavoce delle Brigate al Qassam, braccio armato di Hamas. "Diciamo agli israeliani che Netanyahu, Gallant e altri nel gabinetto di guerra non possono riportare i loro prigionieri senza negoziati. L'ultima uccisione di un prigioniero che hanno cercato di riprendersi con la forza lo dimostra", ha affermato Abu Ubaida. Lo stesso portavoce ha poi rivendicato che in dieci giorni i combattenti da Beit Hanoun a Khan Younis "sono riusciti a distruggere parzialmente e totalmente più di 180 veicoli militari Apc, carri armati e bulldozer. I nostri combattenti hanno condotto operazioni che includevano l'attacco ai soldati a piedi e hanno effettuato decine di attacchi di cecchini".
"Hamas è una realtà della Palestina, Israele è uno Stato terrorista". Parole pesanti pronunciate dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan il 7 dicembre. Il leader turco è tornato a chiedere la fine della violenta offensiva dello Stato ebraico nella Striscia di Gaza. "Hamas è una realtà palestinese, non un'organizzazione terroristica. Ha anche vinto le elezioni da partito politico. Tutti insistono perché la Turchia ne riconosca le azioni come terrorismo, ma noi non cediamo. Vogliono risolvere il problema di Gaza radendola al suolo, negando acqua e medicine e per noi è inaccettabile. In questo momento è Israele che sta vestendo i panni dell'organizzazione terroristica. Dove sono gli Stati Uniti? E l'Occidente? Il loro silenzio è costato la vita a 17 mila civili innocenti", ha dichiarato il presidente turco.

13 dicembre 2023