Elezioni presidenziali in Argentina
Il fascista Milei batte l'imbelle peronista riformista Massa
Il 23,69% dell'elettorato diserta le urne. Messaggi di auguri di Meloni, Cina, Russia, Trump, Lula
 
Il 22 ottobre scorso si sono tenute le elezioni generali in Argentina per l'elezione diretta del presidente e del suo vice, i membri del Congresso Nazionale e i governatori di gran parte delle province in cui il paese sudamericano è diviso.
Nessuno dei candidati alla presidenza ha raggiunto il 45% dei voti espressi previsti dalla legge elettorale maggioritaria a doppio turno, pertanto il 19 novembre si è tenuto il secondo turno.
Per quanto riguarda il dato dell'affluenza alle urne al primo turno ha votato il 74%, con il dato complessivo dell'astensione al 26%, dei 35 milioni 854 mila e 122 aventi diritto, mentre al secondo turno ha votato il 73,2%, ha disertato le urne,annullato la scheda o lasciata in bianco il 26,8% dei 35 milioni 193mila 122 elettori.
Va detto che il sistema elettorale argentino, particolarmente macchinoso, prevede il diritto di voto dai 16 anni in su, rendendo però il voto obbligatorio dai 18 anni ai 70, imponendo odiose e antidemocratiche multe per chi non lo fa, meccanismo pensato in chiave antiastensionista. Cosa che rende quindi particolarmente difficile la diserzione dalle urne come dato politico: il 22,9% al primo turno, il 23,7% al secondo.
Al primo turno si è classificato primo con il 36,7% dei voti espressi (il 26,5% effettivo del corpo elettorale) Sergio Massa, il ministro dell'economia uscente espressione della coalizione peronista riformista del presidente uscente Alberto Fernàndez e della sua vice Cristina Kirchner. Secondo Javier Milei, della coalizione di estrema destra "La Libertad Avanza" e del Partito Libertario, con il 29,9% dei voti espressi (il 22,1% al netto degli astenuti). Quindi dalla terza alla quinta posizione in ordine: Patrizia Bullrich con il 23,8% dei votanti (il 17,6% del corpo elettorale) di Proposta Repubblicana, Juan Schiaretti con il 6,7% dei votanti (il 4,9% degli elettori) del Partito Giustizialista, Myriam Bregman, con il 2,6% dei votanti (1,9% del corpo elettorale) della coalizione trotzkista "Fronte di sinistra dei Lavoratori". Ricordiamo che per essere candidati alla presidenza occorre vincere le elezioni primarie delle varie coalizioni e partiti.
Al secondo turno del 19 novembre scorso si è tenuto il ballottaggio tra i due contendenti più votati al primo turno, Sergio Massa e Javier Milei ed è stato il secondo ad avere la meglio, ribaltando quindi i dati del primo turno.
Milei, detto anche "il Trump di Buenos Aires", insieme alla candidata alla vicepresidenza Victoria Villarruel, ha battuto Massa, con il 55,6% dei voti validi (il 40,6% del corpo elettorale), mentre Massa si è fermato al 44,3% dei votanti (il 32,4% degli elettori).
Milei, classe 1970, deputato dal 2021, conduttore radiofonico, economista e docente fascista, diventa quindi presidente dell'Argentina proprio nel 40° anniversario della fine della dittatura militare (24 marzo 1976-10 dicembre 1983), cosa particolarmente triste, perché fra le tante vomitevoli teorie e posizioni da lui sposate vi è la negazione da sempre dei circa 30mila desaparecidos della dittatura militare.
Vicino alle posizioni del cosiddetto libertarismo di destra si autodefinisce "un minarchico (un ultraliberista ndr) sul breve termine e un anarcocapitalista filosoficamente", vicino alle posizioni della scuola economica austriaca, fondata da Carl Menger, che scrisse il suo saggio "Principi di Economia" in polemica con Marx ed Engels appena quattro anni dopo la pubblicazione del primo libro de "Il Capitale". In gioventù è stato consigliere economico di Antonio Domingo Bussi, militare durante la dittatura in Argentina, eletto deputato alla fine degli anni Novanta, poi espulso dal parlamento e accusato di crimini contro l’umanità .
Fra i suoi propositi l'abolizione della Banca centrale Argentina e l'introduzione del dollaro come moneta nazionale per contrastare la terribile inflazione, oggi al 121% su base annua, del peso, valuta del paese sudamericano. Vorrebbe liquidare l'istruzione pubblica e sostituirla con un sistema di voucher scolastici, privatizzare la sanità e legalizzare il libero commercio di armi da fuoco, eliminare i ministeri della sanità, dell'istruzione e dell'ambiente per sostituirli con un unico ministero denominato il "Ministero del capitale umano" .
Strenuo antiabortista, anche in caso di stupro, contrario all'eutanasia, è favorevole alla legalizzazione della prostituzione e alla libera vendita degli organi umani cosa che secondo lui potrebbe dar vita "a un nuovo mercato". Non è contrario neanche alla vendita dei bambini, anche se dice "moralmente sarà accettabile solo tra 200 anni".
Negazionista della crisi climatica (che ha definito una “menzogna del socialismo”) è contro il femminismo e l'educazione sessuale nelle scuole. Considera la giustizia sociale un "concetto aberrante" e un "furto" perché "le disuguaglianze sociali sono naturali", viscerale anticomunista, arriva persino ad accusare il connazionale Papa Bergoglio di "essere l'“incarnazione del comunismo" (ahahaha) aggiungendo che "Gesù non pagasse le tasse".
Soprannominato "il pazzo" fin da giovane per gli attacchi di collera, sostiene di avere tra i suoi consiglieri i suoi cani, alcuni dei quali deceduti con i quali comunicherebbe attraverso la telepatia.
Nel marzo 2023 Bergoglio gli ha risposto in un'intervista: "l'estrema destra si ricostruisce sempre, è il trionfo dell'egoismo sul comunitarismo". (Il gesuita Bergoglio al suo connazionale, allora semplice deputato, risponde e contrattacca e contro la neofascista premier Meloni non dice nulla?).
Sostenitore di Trump, dell'ex presidente brasiliano Bolsonaro, dice di volersi avvicinare all'ebraismo pur essendo ancora oggi cattolico, quindi ad arte confondendo ancora una volta il sionismo con l'ebraismo, è un fervente sostenitore di Israele nazista e sionista, che vuole sostenere con ogni mezzo.
Fra i suoi primissimi atti spicca, venerdì 1 dicembre scorso, la volontà di nominare come procuratore generale del Tesoro (avvocato dello Stato) Rodolfo Barra, 75 anni, ministro della Giustizia e uno degli uomini più potenti durante la seconda presidenza di Carlos Menem, membro in gioventù del Movimento Nazionale Tacuara, gruppo peronista di estrema destra, nato nel 1957 che virò apertamente verso il neonazismo negli anni ‘60. Il movimento fu autore di violenze antisemite tra cui omicidi, rapimenti e atti di vandalismo, oltre alla deturpazione di edifici ebraici. Tutta una serie di manifestazioni portarono alla dimissioni di Barra nel 1996, anche su pressione dei sionisti, dettate da ragioni propagandistiche, oggi la nomina di Barra (a conferma del fatto che il sionismo e l'ebraismo non sono affatto la stessa cosa e che il primo è assai affine al nazismo) porta invece i sionisti, entusiasti della vittoria di Milei, attraverso la Delegazione delle Associazioni Israeliane Argentine (Daia) ad affermare che: “ora quest’uomo sarà a capo del più alto organismo dell’Avvocatura dello Stato che dovrà avere come asse centrale la lotta all’antisemitismo e alla discriminazione”. Chi si somiglia si piglia, sionisti, fascisti, neonazisti e antisemiti non possono non andare d'accordo!
Non si deve credere che l'elezione del fascista Milei significhi però automatico allineamento agli Usa e in generale all'imperialismo dell'Ovest. Anche in Argentina le contraddizioni tra i paesi imperialisti sono evidenti e lo si comprende dall'enfasi dell'elezione di questo ripugnante personaggio non solo da parte di Trump, dei sionisti e dei governi di destra dei paesi della Ue imperialista, a cominciare dal governo neofascista Meloni e dei fascisti in generale, ma anche da parte di Putin, della Cina e persino del "nemico" Lula.
Trump ha dichiarato: “Congratulazioni a Milei per la grande corsa alla presidenza dell’Argentina. Tutto il mondo stava guardando! Sono molto fiero di te. Trasformerai il tuo Paese e davvero renderai di nuovo grande l’Argentina”.
Il criminale Putin ha auspicato “uno sviluppo del dialogo costruttivo tra la Russia e l’Argentina sulle principali questioni internazionali” mentre la portavoce del ministero degli Esteri cinese, Mao Ning, ha fatto sapere che “la Cina ha sempre attribuito grande importanza allo sviluppo dei rapporti sino-argentini da una prospettiva strategica e di lungo termine".
L'imperialismo dell'Est, già molto esposto con capitali e merci nel Sudamerica, non ha nessuna intenzione di rinunciare all'Argentina in favore degli Usa senza colpo ferire, tutt'altro.
Da par suo la neofascista Meloni ha formulato personalmente gli auguri di buon lavoro a Milei durante un colloquio telefonico e ha affermato: “L’Argentina è una nazione a cui siamo legati da profondi legami storici e culturali in cui vive la più grande comunità di italiani all’estero. Roma e Buenos Aires condividono valori comuni che definiscono la nostra azione di politica estera nell’attuale contesto internazionale”.
Lula, pur non citando apertamente Milei, si congratula per l'elezione in dichiarazioni pubbliche che mostrano la volontà della borghesia del Brasile di rafforzare i rapporti strategici con l'importante paese confinante e di avere quindi voce in capitolo sulle questioni interne argentine.
Le terribili condizioni economiche e sociali del popolo argentino, il cui 40% vive sotto la soglia di povertà, verranno certamente aggravate dal fascista Milei, così come il paese si appresta a diventare sempre più l'ennesima "terra calda" nella lotta per l'egemonia mondiale tra i due blocchi imperialisti principali.
Lotta che potrebbe portare in qualunque momento allo scoppio di un nuovo, terrificante, conflitto mondiale.

20 dicembre 2023