“Mai più zittə, mai più solə”: promossa dal movimento transfemminista Nonudimeno la mobilitazione del 16 dicembre
Cortei e presidi contro la violenza maschile e l'oppressione patriarcale
Le giovanissime protagoniste nelle manifestazioni in oltre 32 città. Slogan contro il governo Meloni, il ministro Valditara e contro il genocidio del popolo palestinese
Il PMLI presente con il cartello “fermare il femminicidio” a Genova, Milano e Catania

“Il 16 dicembre saremo nelle strade e nelle piazze in tutta Italia, per gridare basta e liberarci dalla violenza maschile e di genere e dall'oppressione patriarcale”. Questo l'inizio del comunicato di Nonudimeno che invitava alla mobilitazione di sabato scorso e così è stato.
In oltre 32 piazze dal Nord al Sud della penisola le donne, soggettività Lgbtqia+ e anche tanti uomini, la stragrande maggioranza giovanissime e giovanissimi, studentesse e studenti, si sono mobilitati con nutriti, animati e colorati cortei, presidi, flash mob, passeggiate rumorose per dare continuità a quell'avvenimento storico senza precedenti che è stato il 25 novembre 2023, con oltre mezzo milione di manifestanti dei due cortei nazionali di Roma e Messina e la presa di coscienza delle nuove generazioni femminili che il patriarcato va combattuto e abbattuto, che l'uomo non può e non deve in alcun modo condizionare la libertà della donna, che va fermamente e concretamente tutelata dal governo e dalle istituzioni. “Per Giulia e per tutte le altre donne, trans, lesbiche, frocƏ, sex workers uccisƏ e suicidatƏ non siamo statƏ in silenzio, ma abbiamo inondato le strade con la nostra rabbia: prima nelle nostre città con decine di passeggiate arrabbiate, poi il 25 Novembre a Roma e Messina… Abbiamo ribadito che i femminicidi, gli omolesbobitranscidi, i puttanocidi, gli stupri, le molestie, le discriminazioni non sono casi isolati, ma prodotti di un sistema di potere ben preciso e che ci riguarda tutti e tuttƏ: il patriarcato - si legge sempre nel comunicato di NUDM - Ma cos'è il patriarcato? E cos'è la violenza patriarcale?
Sono le botte in casa e le aggressioni per strada, sono le invisibilizzazioni e la superficialità con cui si indaga sulle morti delle persone trans e di quelle che svolgono lavoro sessuale, sono la vittimizzazione secondaria della polizia e dei tribunali quando denunciamo, sono le narrazioni tossiche dei giornali che minimizzano i femminicidi come ‘raptus di gelosia’, 'non potevo vivere senza di lei' o 'non reggevo più a sentirla soffrire', sono i tagli alla spesa pubblica che rendono le nostre esistenze sempre più precarie, ricattabili e violentabili, sono gli sgomberi di spazi transfemministi, di consultori e Centri Anti Violenza.
Sono le misure del pacchetto sicurezza proposto dal governo Meloni, ricette securitarie e razziste che aggravano drammaticamente il quadro.
Sono i tagli del 70% alla prevenzione della violenza di genere che il governo ha attuato in questo ultimo anno.
Violenza patriarcale è una proposta di legge di Provita e Famiglia che ha raccolto più di 100.000 firme e che vorrebbe costringere chi deve interrompere la gravidanza ad ascoltare il battito fetale.
La guerra sui corpi corre parallela a quella sui territori.
Per questo molti nodi di Non Una di Meno scenderanno in piazza il 16 a Carrara per la manifestazione "Le montagne non ricrescono - fermiamo l'estrattivismo in Apuane e ovunque".
L'estrattivismo brutale è diventato strumento di un capitalismo patriarcale e predatorio che mette a profitto le vite e i territori!
Di fronte a tutto questo, non saremo MAI PIÙ SOLƏ, MAI PIÙ ZITTƏ!”. E ancora “Insieme puntiamo il dito, perché sappiamo chi sono gli assassini, gli stupratori e i violenti: la chiesa, i giudici, la polizia, 'il presidente', 'i bravi ragazzi'. Unitə rifiutiamo un sistema che ci uccide, ci stupra, ci impoverisce” . Queste sono le linee adottate da tutto il movimento NUDM e riportate in tutte le manifestazioni dei nodi territoriali, in alcuni casi come a Napoli, Udine, Pistoia i cortei delle donne sono convogliati al termine nei cortei in appoggio alla Palestina contro il genocidio del popolo palestinese inferto dai sionisti israeliani organizzate anch'essi nella giornata del 16 dicembre.
A Torino , l’appuntamento è a Piazza Castello dove è partito il lungo corteo lungo, i numerosi cartelli e striscioni rimarcano la violenza economica e del lavoro, quella patriarcale, nell’istruzione e nel Sanità. Nel corteo rappresentanti sindacali CUB e anche lavoratrici in lotta dell'RSA Il Porto hanno denunciato la dure condizioni di lavoro e la richiesta di un miglioramento delle condizioni contrattuali e lavorative per i lavoratori delle RSA..
Bologna , “passeggiata rumorosa” "per Giulia Cecchettin e per tutt3". Le ragazze hanno fatto rumore “contro la violenza maschile di genere, contro la violenza patriarcale" al grido di "Mai più sole e mai più zitte". Il folto corteo è partito da piazza XX Settembre ed è arrivato nel cuore della città in piazza Maggiore. Diversi cartelli portavano la scritta “Mai più vittime ma rivoluzionarie”.
Bergamo il 16 dicembre è stata una giornata anche di mobilitazione antifascista dopo la provocazione dell'Associazione Evita Peron, gruppo legato a doppio filo a Pro Vita & Famiglia, frequentatore anche dei presidi di estrema destra al motto “dio, patria e famiglia”, che ha affisso delle locandine fuori dall'Università all'indomani delle manifestazioni contro i femminicidi che attaccavano esplicitamente il movimento NUDM. Nel comunicato unitario al quale hanno aderito oltre i nodi di NUDM di Brescia, Milano, anche Bergamo Pride, Donne per Bergamo x Bergamo per le Donne, Progetto Adriana, ANPI Comitato Provinciale di Bergamo, ANPI Bergamo Città, FFF Bergamo e c.s.a. Pacì Paciana si legge: “Dobbiamo ancora una volta registrare rigurgiti fascistoidi che sporcano la nostra città… Mentre il patriarcato uccide, chi lo serve non trova di meglio da fare che attaccare il femminismo e Non Una di Meno. Forse stiamo, nel nostro piccolo, facendo un buon lavoro. E continueremo a farlo, senza lasciarci intimidire. Porre fine all'oppressione. Per tuttə”.
Brescia flash mob e un volantinaggio: “Sotto l’albero troverete solo la nostra rabbia!”. Alcune attiviste di NUDM hanno posizionato una piramide della violenza sotto un albero di Natale allestito dal comune in città, per smascherare “il falso buonismo che permea il clima natalizio”. “Un’atmosfera che nasconde e rappresenta l’apice del consumismo occidentale, nonché la perfetta comunione tra capitale e famiglia nucleare, matrici di oppressione, sfruttamento e violenza”.
A Genova le ragazze, le studentesse hanno urlato il loro bisogno impaziente di cancellare la violenza patriarcale “che continua a ucciderci, contro il governo Meloni che fa l'opposto di ciò che dovrebbe per contrastare la violenza di genere, contro tutti quelli che ci vorrebbero zittə e solə”. Anche qua sono stati messi sui rami dell'albero di natale del comune di Genova i “pacchi pieni di rabbia” con scritte contro il genocidio in Palestina, contro il governo Meloni, contro il ministro Valditara. Il PMLI ha partecipato attivamente alla manifestazione (per la cronaca si legga l'articolo di cronaca).
I nodi di NUDM di La Spezia, Viareggio, Lucca, Pisa, Firenze e Mugello si sono uniti a quello di Massa-Carrara creando un folto spezzone alla manifestazione nazionale “Le montagne non ricrescono - fermiamo l’estrattivismo in Apuane e ovunque”, alla quale ha partecipato anche una rappresentanza del collettivo ex-GKN. In un comunicato unitario si legge “Verso il grande sciopero dell'8 Marzo la marea tranfemminista scenderà di nuovo nelle piazze di tutta Italia domani per gridare BASTA alla violenza maschile e di genere e all'oppressione patriarcale! Ma *le guerre sui corpi corrono parallele a quelle sui territori* e la nostra parte convergerà a Carrara nel corteo 'Le Montagne Non Ricrescono - fermiamo l'estrattivismo in Apuane e ovunque'. Ci troverete lì a fare rumore dal nostro spezzone furioso!
Il sistema patriarcale che fa dei nostri corpi oggetti di dominio è lo stesso sistema capitalista che fa delle nostre terre territori di conquista da depredare e mettere a profitto. Il modello estrattivo che sta distruggendo le nostre montagne ci toglie diritto alla vita, alla vitalità e alla salute. Ci vediamo oggi a Carrara per fermare questa logica femminicida e terricida!”
A Livorno presidio in piazza Grande con la consegna dei pacchi di rabbia nei quali molti slogan era indirizzati contro il genocidio in Palestina da parte dei sionisti israeliani, alcuni avevano scritto “fuori gli obiettori dagli ospedali e dai consultori”, “Lavoro precario, lavoro povero, disoccupazione, nessuna autonomia ma altra violenza”. “Da Livorno a Catania gli spazi transfemministi non si sgomberano – solidarietà al consultori Imi cuerpo es mio e allo studentato”.
Mantova una manifestazione ha attraversato il centro. Le giovanissime non hanno mai smesso di urlare slogan contro i femminicidi, il diritto all'aborto minacciato costantemente dai movimenti Provita e cattolici, e contro il genocidio a Gaza.
Messina passeggiata rumorosa, nel comunicato si legge “porta la tua rabbia e ciò che vuoi per fare rumore, il megafono sarà a disposizione di tuttə! Percorreremo l’isola pedonale del viale S. Martino, auguriamo buon Natale al patriarcato”.
Milano Un partecipato e combattivo corteo ha attraversato le vie centrali. “La risposta al nostro lutto: pagherete caro bruceremo tutto” lo slogan più rilanciato. Cartelli contro il patriarcato, contro il governo Meloni, contro il genocidio dei palestinesi. Il PMLI era presente con il bellissimo manifesto “Fermare il femminicidio” e i volantini con il Crcode che riportava all'importante editoriale apparso sul n.43/2023. (rimandiamo all'articolo della redazione locale per i particolai).
Modena il corteo delle giovani è partito da piazza S. Agostino snodandosi nelle vie centrali della città. Obiettivo fare rumore
Napoli “Non sono ammessi machi, guardie, sionisti, razzisti e 'persone' omo bi lesbo transfobiche e abiliste” si legge nell'avviso del corteo di NUDM nella “passeggiata arraggiata”, rumorosa e scostumata per riaffermare la nostra rabbia contro la violenza patriarcale è il desiderio di vivere liber3 e felici. Il corteo delle donne si è poi unito a quello per la Palestina e hanno attraversato le vie centrali di Napoli insieme.
Novara presidio di Non Una Di Meno a Novara. Una potente piazza ha agitato le chiavi e urlato tutta la sua indignazione contro la cultura patriarcale, misogina e abilista (ovvero la discriminazione nei confronti delle persone disabili e, più in generale, il presupporre che tutte le persone abbiano un corpo abile). Bandiere palestinesi e slogan contro il genocidio in Palestina.
Padova Sotto il grande albero del comune le ragazze hanno lasciato la “rabbia impacchettata” come dono natalizio. Rabbia a pacchi per “tuttə le sorellə ammazzate”, per la “Palestina libera”, contro il governo Meloni che nega “i finanziamenti ai centri antiviolenza”. ❄️Poi si è svolto un nutrito corteo.
Palermo “Ti rissi no tutti i giorni! Verso lo sciopero globale transfemminista” lo slogan che ha accompagnato la manifestazione palermitana, tantissimi i cartelli che rimandano al prossimo sciopero globale transfemminista dell’8 Marzo. Il corteo passa davanti alla sede di Provita&Famiglia, scrivendo sul muro a caratteri cubitali “Ti rissi no! Sul mio corpo decido io”. Parole di condanna contro le istituzioni additate come le massime responsabili dei femminicidi: “Abbiamo ben chiaro chi sono i colpevoli di questa strage e di questo piano studiato ad arte per sottometterci e porci ai margini: sono la chiesa, i tribunali, la polizia, l’informazione asservita al patriarcato, il presidente Giorgia Meloni e lo Stato che rappresenta” .
La difesa del diritto di aborto che ogni giorno subisce attacchi dalle associazioni come Provita&Famiglia finanziata e caldeggiata dal partito della neofascista Meloni Fratelli d'Italia. Molti i cartelli contro la vergognosa petizione promossa da Provita&Famiglia, insieme ad altre associazioni antiabortiste, per una proposta di legge “un cuore che batte” che prevede l’introduzione di un comma alla legge 194 secondo il quale il personale medico sarà obbligato a mostrare un’immagine dell’ecografia del feto e fare ascoltare il battito dello stesso a chi ha intenzione di abortire.
Manifestazione anche a Catania dove il PMLI era presente (i particolari nella cronaca locale)
Anche a Pavia si è svolta una “passeggiata rumorosa” per le vie del centro, tante ragazze, la maggioranza studentesse e universitari hanno urlato tutta la loro rabbia contro il governo Meloni e il suo “pacchetto sicurezza”, contro i suoi tagli alla spesa pubblica, contro i violenti sgomberi dei consultori e studentati autogestiti dalle donne e dagli studenti. In tanti cartelli la denuncia del governo Meloni come razzista, colonialista che sfrutta i popoli e i territori.
Pistoia I cartelli e le coccarde color fucsia di NUDM si sono unite alle bandiere palestinesi marciando insieme alla manifestazione organizzata al Globo contro il genocidio in atto, perpetrato da Netanyahu nella striscia di Gaza e in appoggio ai diritti del popolo palestinese.
Rimini si è svolto un Flash mob nella piccola città romagnola “abituata molto di più al turismo che all'impegno sociale e politico” come sottolineano le attiviste di NUDIM che il 16 dicembre hanno fatto un gran rumore con l'intento di tenere alta l'attenzione contro i femminicidi, contro la costante minaccia al diritto all'aborto da parte dei movimenti cattolici. “La rivoluzione è in corso anche nella nostra città ed è solo l'inizio” . “Vogliamo una città che si prenda cura di ognunə di noi; che si attivi quotidianamente per contrastare la violenza di genere, non solo il 25 Novembre, non solo quando deve cavalcare un'onda mediatica, ma tutti i giorni” affermano con impeto le manifestanti dal microfono aperto in piazza.
Roma un presidio in piazza San Cosimato. A centinaia le attiviste di Non Una di meno si sono date appuntamento in questa piazza di Trastevere. Lì hanno hanno fatto un falò dove sono bruciate le scatole e i cartelli con le ragioni dell'oppressione e della violenza maschile denunciate dalle manifestanti. Un gesto simbolico che ha voluto rappresentare lo slogan dopo l'assassinio di Giulia Cecchettin: “Sorella se io non torno, brucia tutto”. Dal microfono aperto la denuncia: “Giulia non è stata la prima né l’ultima, centodieci, sono centodieci quest’anno, e il patriarcato? Non c’è?”, in chiara polemica con la Meloni e anche di alcuni esponenti della “sinistra” borghese come Cacciari che sostengono che il patriarcato non esisterebbe più dal nuovo diritto di famiglia del 1975.
Treviso Un nutrito corteo ha attraversato la città. Moltissime ragazze anche qui la maggior parte di esse studentesse, come lo era Giulia Cecchettin, hanno gridato all'unisono con tutta la loro rabbia contro la violenza di genere, contro la violenza patriarcale. “Vogliamo un’educazione al consenso e all’affettività nelle scuole”, “Vogliamo una sanità pubblica, libera e sicura per tuttə”, “Vogliamo essere liberə dalle oppressioni capitalistiche e patriarcali”, “Vogliamo la Palestina libera e la fine di ogni forma di colonialismo”, “Autonomia economica e abitativa” questi alcuni slogan scritti sui cartelli innalzati dalle manifestanti.
Udine il corteo contro il patriarcato si è unito al corteo contro il genocidio della Palestina.
Manifestazioni si sono svolte anche a Cagliari , Cuneo e Reggio Emilia .
Anche la giornata del 16 dicembre ha confermato il comportamento estremamente combattivo, cosciente e oggettivamente anticapitalista delle giovanissime contro il patriarcato e per la libertà delle donne. Il governo neofascista Meloni teme questa presa di coscienza oggettivamente anticapitalista e antigovernativa da parte delle masse femminili, ne è la riprova il ferreo cordone di silenzio da parte dei mass media borghesi asserviti al suo potere che non hanno scritto una riga sulle manifestazioni, e tutto quello che abbiamo potuto riportare è stato estrapolato dalle varie pagine dei social di NUDM.
Questa giornata di mobilitazione nazionale ha confermato anche che ci sono le premesse perché le nuove generazioni femminili si aprano alla proposta del PMLI della conquista del socialismo e del potere politico da parte del proletariato. Molto dipenderà dal lavoro di massa che sapranno fare le militanti, soprattutto le giovani militanti impegnate nelle scuole e nelle università e le simpatizzanti del PMLI.

20 dicembre 2023