Intervento di Enrico Chiavacci all'assemblea regionale Toscana FISAC CGIL
Chiavacci: È inspiegabile che la Cgil non abbia ancora proclamato lo sciopero generale nazionale contro il governo Meloni

Pubblichiamo parte dell'intervento che il compagno Enrico Chiavacci ha pronunciato all'assemblea regionale Toscana della FISAC CGIL. Il compagno aveva in precedenza toccato alcune tematiche riguardanti il settore, e in particolare i contenuti e le assemblee di approvazione della piattaforma intersindacale del Contratto Integrativo di Gruppo ICCREA con le sue criticità, il rinnovo appena concluso del contratto nazionale ABI e le prospettive del CCNL Federcasse. In seguito ha focalizzato l'attenzione sulla situazione politica generale. Di seguito questa seconda parte, che il compagno ha presentato in ampi stralci dati i limiti di tempo a disposizione.
 
Rispondendo agli stimoli proposti dalla relazione del segretario generale sarò schematico. Sulla guerra in Ucraina: solo l'Ucraina da Paese aggredito può scegliere quale pace accettare. Se pace vuol dire un nuovo “appeasement” e annessioni concesse alla Russia, l'Ucraina ha tutto il diritto di dire di no.
Sulla Palestina: per me l'unico terrorista in ballo è il governo sionista di Israele e il suo premier che si comporta come un nuovo Hitler. 56 anni di occupazione, morte e soprusi e 73 risoluzioni ONU inapplicate parlano da sole. L'unica soluzione a mio avviso è che la comunità internazionale dia gambe alla costituzione di uno Stato palestinese legittimo nel quale possano coabitare in pace i due popoli. La parola d'ordine “Due Stati, due popoli” è a mio avviso sbagliata e incapace di risolvere la contraddizione principale in Medio Oriente.
Sull'intervento del Presidente di Oxfam: è stata una analisi approfondita sulla povertà che invita a misure urgenti – e condivido appieno la proposta di introduzione di una tassa patrimoniale -, ma anche alla discussione sul sistema economico capitalista in tutte le sue declinazioni, che a mio avviso è all'origine di tutti i mali economici e sociali a partire proprio dalla povertà, e che mio malgrado non ho mai sentito nominare nell'importante relazione di Oxfam.
Sul tema della povertà, mi collegherei volentieri alla Cop 28 dell'ONU di Dubai sul clima che si annuncia essere l'ennesimo fallimento inserito nelle compatibilità capitalistiche, ma purtroppo il tempo è tiranno.
Relativamente all'azione del governo Meloni, non mi dilungo sulle questioni economiche e fiscali ampiamente dibattute e oggetto principale della mobilitazione di novembre. Mi limito a sottolineare che oggi vediamo “forze dell'ordine” che proteggono “a chiamata” i volantinaggi del FUAN e manganellano gli antifascisti e gli insegnanti democratici, vediamo gli attivisti per l'ambiente sbattuti in carcere per aver fatto blocchi stradali, vediamo celebrazioni di film che riabilitano il fascismo (mi riferisco a “Comandante”) che vengono osannati su tutti i media, vediamo il sistematico ricorso alle precettazioni dei lavoratori che limitano ancor più un diritto di sciopero già limitato e irreggimentato, vediamo i fatti accaduti alla “Scala” che sono di una gravità inaudita, e mi fermo qui sempre per questioni di tempo, altrimenti l'elenco sarebbe ancora lungo.
Qui non si tratta semplicemente di tollerare i neofascisti, anche perché tutti i governi se ci pensate bene lo hanno fatto fin dalla nascita del MSI avvenuta nel 1946 ad opera dei reduci della Repubblica Sociale Italiana come l'ex direttore della rivista “La razza” e fucilatore di partigiani Giorgio Almirante, Pino Romualdi e altri ex esponenti del regime fascista, ad appena un anno dalla Liberazione (una cosa che ad oggi pare impossibile ma che invece è storia).
Qui si tratta invece di rilanciare a tutto tondo una operazione culturale di stampo neofascista ed ultraconservatrice in tutti i modi possibili, dalla scuola ai media – e non sfugga l'appello a celebrare nelle aule il Giorno del Ricordo che a mio avviso andrebbe abolito -, non disdegnando il consueto ricorso alla repressione e al pestaggio di chi osa ribellarsi.
Oltre alla questione economica e fiscale, ci sono mille motivi per proclamare con urgenza lo sciopero generale a Roma. È inspiegabile che non lo si sia ancora fatto. Eppure la CGIL stessa parla di mobilitazioni e scioperi in novembre che hanno avuto grande successo e partecipazione.
Chiudo con due parole sulle iniziative di protesta contro la kermesse nera di Salvini alla Fortezza. Ci sono state due iniziative, per analisi, appartenenze e differenze nel panorama antifascista fiorentino; dobbiamo tuttavia sforzarci di unirci quando i temi sono così importanti e trasversali nella sua estrema sintesi. E questo sforzo deve partire da chi ha maggior forza, per lo meno sulla carta, e quindi dovrebbe farlo innanzitutto la CGIL.
Io, a differenza di molti di voi, ho partecipato assieme ad altre migliaia di persone, al corteo di Porta al Prato organizzato da Firenze Antifascista, il cui denominatore era esclusivamente l'antifascismo. Su quello dovevamo unirci perché quello era l'elemento centrale e non l'antieuropeismo – che detto così fra l'altro vuol dire poco o nulla -, opponendoci in maniera compatta al disegno neofascista ed ultraconservatore italiano ed europeo in corso.
Come si può praticare l'antifascismo e poi concedere la Fortezza ai fascisti?
Avete visto chi ha partecipato? Abbiamo concesso spazi a chi ha proposto e fatto deliberare al suo partito una risoluzione che prevedeva la rimozione delle ovaie alle donne che avevano abortito (mi riferisco al portoghese Andrè Ventura leader di Chega). È chiaro che poi qualcuno parla di “antifascismo da salotto”.
In ogni caso la partecipazione ai presidi organizzati da tre colossi cittadini come CGIL, ARCI ed ANPI devono far riflettere e, a mio modestissimo parere, stimolare a cambiare approccio e strategia sul tema.
Ho finito, grazie per l'attenzione e buon lavoro a tutte ed a tutti.

20 dicembre 2023