75° anniversario della fondazione dell'Alleanza atlantica imperialista
Fuori l'Italia dalla Nato

La NATO ha 75 anni. Il 4 aprile 1949 10 paesi europei, tra cui l'Italia, con Stati Uniti e Canada, siglarono a Washington un'alleanza politico-militare apertamente imperialista e guerrafondaia denominata Trattato del Nord Atlantico. Era il coronamento della cosiddetta dottrina del "contenimento del comunismo", in crescente ascesa in tutto il pianeta con alla testa l'URSS di Stalin, principale artefice della sconfitta nazifascista e grande baluardo della pace, dei popoli e delle nazioni oppresse del mondo, in funzione antisovietica, iniziata subito dopo la vittoria sul nazifascismo, passata attraverso la "dottrina Truman" del 1947 che calpestava l'indipendenza e l'autonomia degli stessi paesi alleati, mentre il presidente degli Stati Uniti proclamava al mondo il diritto imperialista degli USA di intervenire negli affari interni degli altri Paesi . E proseguita con il Piano Marshall, un coacervo di "aiuti" economici ai paesi europei fiaccati dalla guerra. L'obiettivo, poi realizzato, era quello di permettere al capitale monopolistico americano di penetrare nella sfera politica e economica dell'Europa occidentale e quindi assicurarsene il controllo, impedendo che il socialismo si diffondesse nel Vecchio continente. Fu l'URSS di Stalin in una dichiarazione ufficiale a mettere in evidenza la vera essenza del nuovo blocco militare dell'imperialismo occidentale. Nella dichiarazione sovietica del 29 gennaio 1949 era detto chiaramente che lo scopo della nascitura NATO era quello di instaurare il predominio mondiale americano, che questo blocco era in contraddizione con lo statuto dell'ONU e con i trattati conclusi in precedenza tra USA, Gran Bretagna, Francia e Unione Sovietica. La nota conteneva anche un avvertimento per quegli Stati che i dirigenti americani avevano coinvolto nel blocco mettendo in chiaro che la loro partecipazione alla NATO danneggiava la loro autonomia e li sottometteva ai piani aggressivi dell'imperialismo USA.
Avvertimento ignorato anche dalla borghesia italiana, tanto che la presenza della NATO nel nostro Paese è stata fonte di forte instabilità politica e di minaccia alla democrazia lungo tutta la metà del secolo scorso, tramite continue ingerenze in chiave anticomunista e antidemocratica nella sua vita politica. Tanto da essere ampiamente accertata la presenza della NATO (e degli USA) a fianco delle organizzazioni neofasciste come Ordine Nuovo, responsabili delle stragi che insanguinarono l'Italia dalla fine degli anni '60 a tutto il ventennio successivo (piazza Fontana, Italicus, piazza della Loggia), la cosiddetta “strategia della tensione”, che fu il prodotto della collaborazione fra neofascisti, servizi segreti italiani, americani e NATO. La nascita e l’operato della “Gladio”, il rifiuto di desecretare documenti, i processi trascinati per anni che finiscono sempre senza colpevoli, le menzogne continue non hanno fatto altro che confermare queste connivenze.
Negli ultimi trent'anni la NATO è stata coinvolta nella maggior parte dei conflitti armati in tutto il mondo, spesso in quanto promotrice diretta delle guerre, anche in spregio alla regola che richiederebbe il mandato dell'ONU per un intervento militare. Già dagli anni ‘90 gli interventi NATO sono stati brutali e distruttivi, e hanno impiegato indiscriminatamente armi proibite dalle convenzioni internazionali, come l’uranio impoverito e le bombe a grappolo, rispettivamente nell’ex Jugoslavia e nei Balcani, in Iraq e Afghanistan. Infine, i paesi NATO, seguendo il dettato degli USA e delle altre potenze nucleari, si sono rifiutati di firmare il Trattato TPAN (Trattato Proibizione Armi Nucleari) entrato in vigore nel 2021 come norma del Diritto Internazionale, dimostrando il loro disprezzo per la difesa dell'umanità e del pianeta.
Le sue file sono aumentate negli anni arrivando a 32 paesi, dell’Ovest e dell’Est, portandosi dietro tutti i pericoli di guerra imperialista. Dal crollo del socialimperialismo sovietico il nuovo scenario di guerra della NATO non è più quello istituzionale della difesa del territorio dei paesi membri. Il 23 e 24 aprile 1999 i leader degli Stati membri della NATO firmarono a Washington la dichiarazione che sanciva la nuova dottrina dell'Alleanza atlantica. Una strategia che rappresentava l'effettiva abolizione delle norme fondamentali del diritto internazionale e che si concretizzerà negli interventi militari. Anche tecnicamente essa veniva trasformata in alleanza che impegna i paesi membri a "condurre operazioni di risposta alle crisi non previste dall'articolo 5, al di fuori del territorio dell'Alleanza". I vertici di Praga (2002) e Bucarest (2008) hanno confermato l'impegno bellicista e guerrafondaio dell'alleanza militare imperialista a operare in tutto il mondo. Al vertice di Madrid del 29 e 30 giugno 2022 la NATO ha varato il nuovo concetto strategico in previsione della guerra mondiale, con Cina, Russia e terrorismo, ossia movimenti islamici antimperialisti, considerati i nemici principali. Un vertice che ha risposto alla situazione che è stata modificata in Europa dalla criminale aggressione dell'armata neonazista del nuovo zar Putin all'Ucraina, e dal fatto che "non si può escludere la possibilità di un attacco contro la sovranità e l'integrità territoriale degli alleati", con l'aumento della forza d'intervento rapido da 40mila a 300mila uomini. Iniziative belliciste, quantunque la NATO ripeta più volte di essere "una alleanza difensiva", in linea con il nuovo concetto strategico, che aggiornava il precedente del 2010 approvato a Lisbona e dove la Russia era considerata un partner e la Cina non era nemmeno menzionata e che, elencando per ordine di importanza, definisce la Russia come “la minaccia più significativa e diretta alla sicurezza dei suoi Paesi membri”, il terrorismo, ossia i movimenti islamici antimperialisti, la "minaccia asimmetrica più diretta" e la Cina come “una sfida sistemica” se non ancora sul piano militare certamente su quello tecnologico. Il suo ulteriore allargamento a Svezia e Finlandia ratificato recentemente oggettivamente avvicina il pericolo di una guerra imperialista mondiale, come già affermato dalla contrarietà al loro ingresso nell'Alleanza da parte della Russia e dalla chiusura dei rifornimenti di gas alla Finlandia. Con l'ingresso di questi due paesi anche nella NATO (oltre che nell'UE di cui sono già parte) il Mar Baltico, strategico nell'ambito della contrapposizione tra l'imperialismo dell'ovest e quello dell'est, finisce per diventare un'area sotto il controllo esclusivo della NATO e porta quest'ultima a rafforzare i suoi mostruosi armamenti proprio a ridosso della Russia, che si trova così circondata sul Baltico (e a poter contare sul piano militare solo sugli armamenti presenti nella base militare dell'enclave russa di Kaliningrad) e le truppe della NATO a un passo da San Pietroburgo anche sul confine finlandese, lungo ben 1300 chilometri.
Il resto è storia di questi giorni, il 26 febbraio il presidente francese Emanuel Macron ha calzato l’elmetto convocando all'Eliseo 28 tra capi di governo, ministri degli Esteri e alti rappresentanti di Europa, Stati Uniti e Canada, in un vertice straordinario per discutere come aumentare il supporto all'Ucraina di fronte alle difficoltà che le sue forze armate stanno incontrando sul campo. Una conferma di quanto le inaccettabili dichiarazioni belliciste di Macron non siano poi così cadute nel vuoto, ma siano quantomeno rivelatrici di un rapido accumulo dei fattori di rischio di uno scontro diretto NATO-Russia, nel quadro del più ampio confronto tra l'imperialismo dell'Ovest e quello dell'Est per l'egemonia mondiale denunciato dal Documento del CC del PMLI del 15 Dicembre 2023, “Teniamo alta la grande bandiera antimperialista di Lenin”, in cui si sottolinea che “l’invasione russa dell’Ucraina potrebbe rivelarsi il presagio di una guerra mondiale imperialista”. La resistenza ucraina all'invasore russo non va aiutata con l'intervento sul terreno delle truppe della NATO come richiesto da Macron, che la trasformerebbe fatalmente in una terza guerra mondiale nucleare, ma intensificando le sanzioni contro la Russia e il suo isolamento internazionale e fornendo tutte le armi di cui l'Ucraina ha bisogno per difendersi e sconfiggere l'aggressore russo che dispone di una preponderante superiorità militare in uomini e armamenti. Mentre con il Consiglio europeo di Bruxelles del 21 e 22 marzo l’Unione europea imperialista si è preparata nell’eventualità della terza guerra mondiale innescata dalla Russia imperialista di Putin “rafforzando e coordinando la preparazione militare” e chiedendo alla Banca europea per gli investimenti di finanziare l’industria bellica. Per il premier polacco Donald Tusk intervistato dalla stampa straniera il 28 marzo “la guerra non è più un concetto del passato. È reale, è già iniziata più di due anni fa. La cosa più preoccupante è che ogni scenario è possibile. È la prima volta dal 1945 che ci troviamo in una situazione del genere”.
L'appartenenza dell’Italia alla NATO contrasta con i dettati della Costituzione italiana e in particolare dell'art.11: “l'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. Se ieri il suo collante era l'anticomunismo oggi è quella che definiscono "lotta al terrorismo" su scala planetaria, con un accanimento particolare verso quei paesi che disporrebbero di armi di distruzione di massa e potrebbero utilizzarle contro l'imperialismo. Il "nuovo concetto strategico" sancisce che la NATO può e deve intervenire dentro e fuori i suoi confini, dove e tutte le volte che ritenga minacciate la stabilità e la sicurezza degli alleati, in tutti i campi e settori, in maniera unilaterale e insindacabile. In questo scenario non c'è una ragione una che giustifichi la sua esistenza. La NATO va sciolta. Nell'immediato occorre battersi affinché l'Italia esca da questa alleanza imperialista, iniziando dallo smantellamento delle sue basi, logistiche e militari, presenti nel nostro Paese, a partire dall’hub di Napoli, dalle basi di Sigonella, Ghedi, Aviano, Vicenza, Taranto, Camp Darby vicino Pisa, La Spezia, Gaeta, e opporsi alle nuove come a Firenze, dove si sta insediando nella caserma Predieri di Rovezzano il Multinational Division South della NATO, il più grande Comando NATO di tutto il Sud Europa, che già più di una volta sono servite da trampolino per aggressioni militari a popoli e Stati sovrani. La parola d'ordine "Via l'Italia dalla NATO. Via la NATO dall'Italia" è più attuale che mai. Oggi occorre una forte denuncia politica dell'imperialismo e della NATO e unirsi nella lotta per il socialismo, l'unico sistema in grado di soppiantare l'imperialismo e creare un mondo in cui l'umanità possa vivere in pace, nella libertà, nella vera democrazia e nel benessere. Occorre avere le stesse forza, tempra e coraggio che ebbero 75 anni fa i manifestanti che in Italia dettero vita ad un'ondata di proteste e scioperi spontanei contro la firma del Patto atlantico dell'allora governo De Gasperi. Si rasentò lo scoppio di una vera e propria rivolta popolare, repressa brutalmente dalle "forze dell'ordine". A Terni un operaio venne ucciso e 7 manifestanti gravemente feriti. Questi martiri antimperialisti vivono tutt'oggi nella lotta del PMLI contro la NATO e tutte le alleanze dell'imperialismo. Sì, perché dovere imprescindibile del Partito del proletariato è la lotta contro l'imperialismo. Esso va combattuto con gli stessi principi, finalità, strategie, alleanze, metodi, armi che ci hanno insegnato Lenin, Stalin e Mao. Lo si deve combattere per abbatterlo e distruggerlo, su scala locale e mondiale. La lotta per lo scioglimento della NATO e l’uscita dell’Italia è parte integrante di questa strategia, tanto più oggi di fronte ai pericoli di una guerra imperialista mondiale, che vanno scongiurati facendo proprio l’appello di Mao per il ventesimo anniversario della Repubblica popolare cinese del 1° ottobre 1969: “Popoli del mondo intero, unitevi contro tutte le guerre di aggressione messe in campo dagli imperialisti e dai socialimperialisti, specie le guerre di aggressione con la bomba atomica. Qualora dovesse verificarsi questo tipo di guerra, i popoli del mondo intero dovranno sconfiggere la guerra di aggressione con la guerra rivoluzionaria, e devono prepararsi fin da subito in qualche misura.
Noi marxisti-leninisti italiani chiameremo il proletariato e tutto il popolo italiano alla guerra civile se l'Italia imperialista parteciperà alla nuova guerra mondiale imperialista.

3 aprile 2024