Per salari adeguati e contro la precarietà
Sciopero dei lavoratori della distribuzione in Emilia-Romagna

Dal corrispondente del PMLI per l'Emilia-Romagna
Sabato 30 marzo si è svolto uno sciopero proclamato da Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil dopo il mancato rinnovo del contratto collettivo nazionale della Distribuzione Moderna Organizzata e la rottura delle trattative con Federdistribuzione, per chiedere l’adeguamento dei salari che non tengono conto dell’aumento dell’inflazione e il contrasto alla precarietà.
Lo sciopero ha raggiunto oltre l’80% di adesioni in moli supermercati dell’area metropolitana di Bologna mentre nelle province di Rimini, Forlì-Cesena e Ravenna si è raggiunto il 70% tra i lavoratori di Arca, Famila e A&O, chiusure totali sia a Cesenatico che a Forlimpopoli; anche la Conpibel di Savignano è rimasta chiusa. Alla mobilitazione non partecipavano i lavoratori delle aziende cooperative del settore avendo i sindacati firmato il contratto.
Davanti al supermercato Famila di Torre del Moro a Cesena si è anche tenuta una manifestazione di oltre 200 lavoratori giunti anche dalle province vicine.
I sindacati denunciando: "Purtroppo, a distanza di anni, l’insofferenza di Federdistribuzione verso i contratti non diminuisce, anzi. Sono trascorsi ormai quasi 51 mesi dalla scadenza del primo (e ultimo) Ccnl che l’Associazione datoriale ha sottoscritto con i sindacati. E la ritrosia patologica a dare il giusto riconoscimento in termini economici ai dipendenti delle aziende sue associate non accenna ad attenuarsi. Dopo una lunga e snervante trattativa, Federdistribuzione ha calato (nuovamente) la maschera: non gli è bastato aver irresponsabilmente abbandonato per quasi un quinquennio un’intera categoria di lavoratrici e lavoratori dipendenti, alle prese con una dinamica inflazionistica che ha messo a dura prova la tenuta dei loro redditi, ha addirittura sottoposto alle Organizzazioni Sindacali una serie di pretese irrealistiche e finalizzate unicamente a far naufragare una già complessa negoziazione".
"Il tutto nel corso di una fase negoziale no-stop, iniziata alle 14:30 di martedì 26 marzo ed interrotta intorno alle 8:00 del giorno successivo, che avrebbe dovuto portare alla sottoscrizione del tanto agognato accordo di rinnovo. Lo schema negoziale che propone Federdistribuzione ancora una volta è di mortificare il rinnovo del contratto: parla di una presunta disponibilità ad erogare il dovuto aumento salariale, ma non l’ha mai esplicitata nel dettaglio nelle 17 ore di trattativa, ma soprattutto mira a peggiorare la parte normativa, prevedendo la precarizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori attraverso un sistema derogatorio della legge; proponendo l’umiliazione della loro professionalità abbassando i livelli di inquadramento”.

3 aprile 2024