47° Anniversario della fondazione del PMLI
La via maestra per cambiare l'Italia

di Giovanni Scuderi*
 
Sono passati quarantasette anni da quando il 9 Aprile 1977 abbiamo fondato il PMLI perché eravamo convinti che la via maestra del proletariato e di tutti gli sfruttati e gli oppressi per cambiare l'Italia fosse la Rivoluzione Socialista d'Ottobre. Invece il PCI revisionista di Togliatti, che aveva l'egemonia sul proletariato e sulla maggioranza delle masse lavoratrici, femminili e giovanili, sosteneva che la via maestra era l'applicazione della Costituzione. Così queste forze sociali sono state vincolate alla Costituzione e di conseguenza imprigionate nel capitalismo.
Oggi tra i principali sostenitori e propagandisti della via maestra costituzionale c'è Maurizio Landini, segretario generale della CGIL.
Una sciagura in quanto la Costituzione, che tra l'altro non è più quella del '48 per le modifiche piduiste e da destra che ha subito in tutti questi anni, non può essere in alcun modo il riferimento del proletariato e delle masse perché non ne rappresenta gli interessi e le aspirazioni. Essa è a tutti gli effetti una costituzione borghese, capitalista, antiproletaria, antirivoluzionaria e anticomunista, che assicura il potere politico, economico e istituzionale alla borghesia. Mentre non riconosce il diritto alla rivoluzione, un diritto storico, sottolineato da Engels, che sta al di sopra di ogni e qualsiasi diritto, cioè il diritto degli schiavi moderni salariati di ribellarsi contro i padroni, gli sfruttatori e gli oppressori. Certe belle parole contenute nella Costituzione hanno solo lo scopo di far digerire al proletariato il sistema capitalista, la dittatura della borghesia e la concezione borghese del mondo.
Facciamo degli esempi. L'articolo 1 della Costituzione dichiara che “L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”. A parte il fatto che si tratta di un lavoro basato sullo sfruttamento, sono passati ben 76 anni e ancora la disoccupazione non è stata soppressa. L'articolo 1 dice anche che la “sovranità appartiene al popolo”, in realtà il popolo non conta nulla, comanda chi ha in mano le leve finanziarie, economiche, politiche, istituzionali, cioè la borghesia, direttamente o attraverso i suoi partiti.
L'articolo 5 dichiara “La Repubblica, una e indivisibile”, invece con l'autonomia differenziata l'Italia è stata divisa in 20 staterelli.
L'articolo 11 dichiara che “L'Italia ripudia la guerra”, invece l'Italia imperialista è presente con militari, navi e aerei in vari teatri di guerra, è membro di prima linea della Nato, pratica una politica neocoloniale in Africa, ricerca l'egemonia nel “Mediterraneo allargato”, guida operativamente la missione di guerra nel Mar Rosso, e si prepara alla guerra mondiale imperialista. Se vi dovesse partecipare, occorrerà bloccarla con la guerra civile.
L'articolo 17 dichiara che “i cittadini hanno diritto di riunirsi liberamente”, eppure vengono manganellati selvaggiamente appena alzano la voce e non stanno alle regole mussoliniane e meloniane.
L'articolo 21 dichiara che “tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”, ma chi esprime una posizione rivoluzionaria e marxista-leninista non ha diritto di esistere nei media o viene colpito da provvedimenti polizieschi e giudiziari.
L'articolo 34 dichiara che “la scuola è aperta a tutti”, in realtà alle figlie e ai figli del popolo è preclusa l'Università per mancanza di mezzi, e a quelli delle famiglie povere è preclusa persino la scuola elementare.
L'articolo 40 dichiara che “il diritto di sciopero si esercita nell'ambito delle leggi che lo regolano”, ma sono proprio queste leggi che lo limitano o lo vietano in certi casi.
La XII disposizione transitoria della Costituzione stabilisce che “è vietata la riorganizzazione sotto qualsiasi forma del disciolto partito fascista”, eppure i gruppi neofascisti come Casa Pound e Forza Nuova agiscono ancora liberamente senza che nessun governo di “centro-destra” e di “centro-sinistra” abbia voluto operare per scioglierli.
Gli articoli che effettivamente contano sono quelli che proteggono la proprietà privata, il fondamento del capitalismo che è la causa dell'esistenza della società divisa in classi e di tutti i mali che affliggono le masse popolari.
I fatti dimostrano che la vigente Costituzione è ormai divenuta la costituzione della sinistra e della destra del regime capitalista neofascista. Essa infatti ha prodotto governi di “unità nazionale”, di centro, di "convergenze parallele", di "non sfiducia", di "solidarietà nazionale", di “centro-sinistra”, di “centro-destra”, governi ibridi diretti dal trasformista liberale Giuseppe Conte, e persino il governo di Mario Draghi realizzato da un golpe di Sergio Mattarella e quello neofascista di Giorgia Meloni. Quest'ultimo governo, che rappresenta il ritorno di Mussolini nelle vesti femminili, democratiche e costituzionali, sta attuando esattamente la stessa politica interna ed estera di Mussolini e sta completando col premierato il “Piano di rinascita democratica” della P2 di Gelli e di Silvio Berlusconi, senza incontrare alcun ostacolo concreto e risolutivo dall'imbelle “sinistra” borghese. Va fermato. Dalla piazza.
Come è possibile allora fare affidamento sulla Costituzione, in cui si riconoscono le due ali principali della classe dominante borghese, per cambiare l'Italia? Se non si abbandona ogni illusione costituzionale e non si intraprende la via maestra della Rivoluzione Socialista d'Ottobre niente di sostanziale potrà cambiare.
Lenin, che il 21 gennaio abbiamo commemorato a Cavriago e a Napoli in occasione del centenario della sua scomparsa, nel 1906 ha scritto che “le illusioni costituzionali sono il veleno politico opportunistico e borghese che, oggi, milioni di copie di giornali cadetti iniettano nel cervello del popolo” .
È vero, è accaduto anche in Italia in cui questo veleno, iniettato dalle varie fazioni borghesi, anche vestite con abiti “comunisti”, ha deideologizzato, decomunistizzato e derivoluzionarizzato il proletariato e le nuove generazioni. Ne prendano coscienza soprattutto le operaie e gli operai d'avanguardia e le ragazze e i ragazzi che si battono con tanto coraggio contro il fascismo, il razzismo, il governo neofascista Meloni, il genocidio dei palestinesi, le violenze di genere e sulle donne e la militarizzazione delle scuole liberandosi dalle illusioni costituzionali, nonché dalle illusioni elettorali adottando l'astensionismo marxista-leninista, sia per le elezioni politiche e amministrative sia per l'elezione del parlamento europeo. È l'unico modo per delegittimare l'UE che si prepara alla guerra mondiale imperialista.
Ma non basta. Occorre che dedichino le loro forze intellettuali e materiali allo sviluppo rivoluzionario della lotta di classe e all'organizzazione della rivoluzione socialista, che studino la teoria della rivoluzione socialista e del socialismo, cioè il marxismo-leninismo-pensiero di Mao e si uniscano nel e attorno al PMLI. Perché solo col socialismo si può realmente e totalmente cambiare l'Italia sui piani economico, politico, istituzionale, sociale, culturale e morale e trasferire il potere dalla borghesia al proletariato.
Lo comprendano anche le intellettuali e gli intellettuali democratici antifascisti che in buona fede stravedono per la vigente Costituzione. La lotta rivoluzionaria per cambiare l'Italia non può fare a meno del loro contributo.
Speriamo che la proposta del PMLI della via maestra della Rivoluzione Socialista d'Ottobre trovi consensi alla grande manifestazione nazionale antifascista e antigovernativa che si svolgerà a Milano il 25 Aprile.
 
*Segretario generale del PMLI
 
Firenze, 2 aprile 2024