Dal palco del festival del cinema di Cannes
Germano attacca duramente il governo
Il "Tg1" censura la dichiarazione dell'attore italiano e l'applauso della platea

"Dedico il mio premio all'Italia e agli italiani che fanno di tutto per rendere l'Italia un paese migliore, nonostante la sua classe dirigente", ha detto dal palco di Cannes, durante la premiazione, Elio Germano, vincitore della Palma d'oro come migliore attore al 63esimo festival del cinema di Cannes per il film ''La nostra vita''.
Un chiaro attacco al governo che si è fatto anche più duro nei giorni successivi, quando Germano, rilasciando diverse interviste ha sparato a zero su alcuni provvedimenti del governo di scottante attualità. Sul ddl Alfano-intercettazioni il giovane attore ha dichiarato: "È assurdo, lunare, agghiacciante che invece di un libro o un film, ci conoscano all'estero per leggi come questa. Agli occhi del mondo, provvedimenti del genere, fanno dell'Italia una delle nazioni meno credibili e raccomandabili per gli investimenti. Aggiungere altro, mi parrebbe pleonastico" e continuando il suo attacco precisa il senso politico delle dichiarazioni rilasciate sul palco di Cannes: "Sentiamoci forti, questo ho detto ieri. La collettività la si costruisce dal basso, sul posto di lavoro. Ritroviamo l'orgoglio del noi, della collettività. Se ci fosse stato il centrosinistra al governo, io avrei detto le stesse parole, perché molte categorie, anche i sindacati, si sono allontanate dal cittadino, non c'è più partecipazione, la distanza persone-istituzioni ormai è enorme. E se fai azioni di volontariato, vai per le strade, fai qualcosa di diverso diventi subito eversivo, tutte le attività 'esterne' vengono represse dai partiti. Ci sono blocchi di potere e di controllo che bloccano chi vuole disobbedire".
I rappresentanti del governo neofascista di fronte alle dichiarazioni di Germano hanno immediatamente sollevato un putiferio di attacchi e critiche. La ministra dell'struzione, Mariastella Gelimini, è stata tra le prime a scendere in campo per bacchettare Germano, accusandolo di "essere approssimativo e demagogico, di fare di tutta l'erba un fascio". Francesco Giro, sottosegretario ai beni e alle attività culturali ha dichiarato che la battuta di Elio Germano a Cannes "riprende un vecchio luogo comune, moralistico e un po' snob, su una presunta contrapposizione fra italiani e classe dirigente come se i primi non scegliessero con il loro voto la seconda". Ha il sapore di una minaccia di "normalizzazione" del settore cinematografico e culturale la conclusione della dichiarazione di Giro: "Io sulle possibili distorsioni del finanziamento pubblico al cinema sono pronto a confrontarmi per rendere migliore il sistema del cinema, e con esso me stesso, Germano e gli italiani". Il senso sembra: "spezzeremo le reni anche agli intellettuali non allineati con l'obbiettivo di fascistizzare gli italiani".
Anche il ministro dei Beni culturali, Bondi, è intervenuto sulla questione: "Mi è dispiaciuto che la sera della premiazione lo stesso Germano abbia polemizzato con la classe dirigente del suo Paese. Polemica legittima - conclude - ma inopportuna''.
Inquietante, infine, la servile e vigliacca censura messa in atto da parte del Tg1, nel servizio mandato in onda la sera della premiazione. Il pezzo su Elio Germano parte regolarmente e poi all'improvviso l'audio scompare proprio sulla dichiarazione antigovernativa dell'attore e sull'applauso della platea. Il direttore del Tg1, Augusto Minzolini, giustifica il fatto con un "disguido tecnico". Una censura in piena regola alla quale Elio Germano ha risposto con "sono sfiduciato sul ruolo del giornalismo in questo momento storico", sottolinenado di fatto l'incapacità della stampa borghese di tenere la schiena dritta di fronte ai diktat del regime.

26 maggio 2010