Stravolta la variante al Piano regolatore per Bagnoli-Coroglio
IERVOLINO, BASSOLINO E IL GOVERNO DEL NEODUCE BERLUSCONI VERSO L'ACCORDO PER SVENDERE LA ZONA OCCIDENTALE AI PRIVATI E ALLA CAMORRA
Dal parco-spiaggia alla megaspeculazione edilizia, turistica e commerciale

Redazione di Napoli

Il progetto per Bagnoli
La giunta comunale di Napoli di "centro-sinistra'' diretta allora da Marone e di cui faceva parte Rifondazione con una delibera del 13 dicembre 2000 ha presentato il Piano urbanistico esecutivo per Coroglio-Bagnoli in attuazione della variante al Piano regolatore approvata il 28 aprile 1998. Essa prevede:

LA SPIAGGIA, IL PARCO E I QUARTIERI ADIACENTI
Nell'area della ex-Italsider, previa bonifica, sorgerà un parco la cui progettazione dovrà essere affidata al vincitore di un concorso internazionale.
Il piano urbanistico prevede la delimitazione dell'area del parco e il mantenimento al suo interno di numerosi manufatti di archeologia industriale, la costruzione di un sistema congressuale con un auditorium polifunzionale da 2.000 posti e numerosi spazi museali ed espositivi che si vanno ad aggiungere a quelli già occupati dalla Fondazione privata Idis-Città della scienza, nonché una piazza coperta per la musica e un campeggio.
Per quanto riguarda la spiaggia si accenna alla demolizione della colmata a mare tra i due pontili maggiori che ha aperto un contenzioso tra la Iritecna Spa, titolare della concessione per la costruzione a suo tempo della infrastruttura e il Commissariato di governo per l'emergenza rifiuti, Antonio Bassolino.
Di recente l'autorità portuale di Napoli si è detta intenzionata a riciclare la colmata a mare di Coroglio nella costruzione di nuove banchine nel porto permettendo così un risparmio di quasi cento miliardi per il comune di Napoli.
I successivi passaggi prevedono la bonifica dei fondali e della spiaggia nonché il suo ripascimento o ricostruzione dove è scomparsa.
All'esterno dell'area del parco invece il piano prevede lo sviluppo di "attività produttive e commerciali legate alla ricerca, alla cultura, allo sport, alla svago, alla musica e al turismo''.
Per quanto riguarda "ricerca e cultura'' è previsto lo spostamento del Cnr con i suoi 20 istituti e 7 centri di ricerca nel quartiere Cocchia di Bagnoli, l'Istituto universitario navale impianterà la nuova Facoltà di scienze motorie nel quartiere Cavalleggeri (nei pressi del Cus), il ministero della Giustizia un centro studi sulla devianza e sul disagio giovanili a pochi passi dal carcere minorile di Nisida, l'Università infine una casa dello studente nell'area corrispondente all'ex arsenale militare.
Per quanto riguarda lo "sport, svago e turismo'' l'intenzione è quella di costruire un grande parco sportivo, sempre a Cavalleggeri, alle pendici della collina di Posillipo che si vada ad aggiungere e ad unire al già esistente Cus (Centro universitario sportivo) e al Poligono di tiro. Lo specchio d'acqua antistante la spiaggia di Coroglio invece dovrà essere affidato alla Lega velica italiana per lo svolgimento di regate nazionali e internazionali e sarà costruito un approdo con porto turistico da 350-700 posti per imbarcazioni di medio-grandi dimensioni.
Il Borgo marinaro e il lungomare che va da Coroglio a Bagnoli, che è ancora abitato, sarà trasformato in un centro turistico fatto di stabilimenti balneari, ristoranti, grandi alberghi e negozi per un sistema ricettivo che dovrebbe raggiungere i 1.500 posti letto.
Il sistema dei trasporti prevede un parcheggio a corona intorno al parco per ottomila posti auto, l'interramento della nuova linea 8 della metropolitana con una nuova stazione in prossimità del parco, nuovi collegamenti stradali alla tangenziale.

LA NUOVA EDIFICAZIONE
Il piano esecutivo allarga il suo raggio d'azione prevedendo una nuova colata di cemento della speculazione edilizia privata sui suoli demaniali esistenti tra i quartieri di Cavalleggeri, Coroglio e Fuorigrotta.
A Via Cavalleggeri, al posto dell'ex caserma Battisti e di parte della ex-Eternit, sono previsti blocchi di edifici con negozi, uffici e residenze, nonché tre torri di residenze di 16 piani con parcheggi collegati ai centri per la media e grande distribuzione discografica ed editoriale. A Via Cattolica la costruzione di villette a schiera su due livelli. A Via Diocleziano un nuovo centro direzionale con mega centro commerciale e parcheggio sotterraneo in cinque livelli che si estenderà anche lungo l'attuale scalo FS dei Campi Flegrei, la Stazione Leopardi fino allo scalo merci dell'ex-Italsider di Via Campegna.
A ben vedere questo fiore all'occhiello delle ex-giunte Bassolino e Marone e di quella attuale Iervolino è un progetto che ruota interamente intorno al turismo da quello vacanziero a quello legato al grande commercio, agli inutili megacongressi, ai megaspettacoli musicali, alle gare sportive internazionali. Il turismo è spacciato, dalla teoria bassoliniana, come volano per la nuova occupazione ma il salotto turistico creato a piazza Plebiscito e nei dintorni ha dimostrato di non avere scalfito di una virgola il dramma e la piaga della disoccupazione nel centro di Napoli.
Un progetto quindi tutto funzionale agli interessi di profitto dei grandi commercianti, dei grandi albergatori, delle multinazionali discografiche, dei proprietari dei grandi centri commerciali, che per essere realizzato ingrasserà le tasche delle grandi cordate di imprenditori edilizi e speculatori di ogni genere che per almeno un decennio sventreranno i quartieri della zona occidentale di Fuorigrotta e Bagnoli.
Nulla c'è per le masse popolari di Bagnoli e Fuorigrotta, come è testimoniato dalla volontà di costruire un porto turistico per le imbarcazioni dell'alta borghesia e della camorra napoletana, insediando sul litorale un circolo velico da affiancare al circolo Posillipo e alla Canottieri Napoli colonizzati e di proprietà esclusiva dall'alta borghesia e della nobiltà.
Per quanto riguarda poi la fondazione Idis, pomposamente definita Città della scienza, finita recentemente sotto inchiesta e pochi giorni fa visitata dal capo dello Stato Ciampi, si tratta di un'inutile struttura privata che attinge a fondi pubblici per occuparsi di futili curiosità "scientifiche'' da salotto mentre il "centro studi per la devianza e il disagio giovanile'' in programma nell'isolotto di Nisida appare più come una beffa di fronte al degrado e all'emarginazione in cui versano i giovani della periferia partenopea.
A tutto questo si affianca il progetto di un megacentro direzionale e commerciale a Fuorigrotta sul modello di quello mostruoso costruito nella zona orientale e di un nuovo tratto della metropolitana che ci ricorda come proprio a Fuorigrotta si sia arenata per anni e sia rimasta incompiuta la Ltr (Linea tranviaria rapida) che ha permesso ai tangentisti napoletani di ingoiare centinaia di miliardi di soldi pubblici.
Secondo uno studio commissionato dal comune al Cresme il costo complessivo dell'operazione Bagnoli ammonterebbe a 2.200 miliardi di lire, a costo zero per il Comune che acquisirebbe tale cifra con la valorizzazione e la vendita degli edifici delle varie aree oggetto del progetto a privati o a terzi.

LA "BONIFICA" E LA COSTITUZIONE DELLA SOCIETA' DI TRASFORMAZIONE URBANA
Tra il 1998 e il 2000 è cominciato lo smantellamento di alcuni capannoni della ex-Italsider e la bonifica dei terreni della ex-Eternit affidata alla Società Bagnoli Spa del gruppo Iri.
La bonifica a Bagnoli interessa la superficie, circa 158.000 mq (200 ettari) dello stabilimento ex-Eternit che produceva manufatti in cemento amianto e prevede la rimozione di manufatti in cemento amianto, pasta e polveri di amianto, oli e policlorobifenili. Complessivamente si prevedono la produzione e lo smaltimento di 8.500 tonnellate di cemento amianto, 65 tonnellate di amianto in forma floccata, 250 tonnellate di polveri di amianto, 50 tonnellate di rifiuti vari a diverso grado di pericolosità.
Ma la bonifica, a causa del sistema del subappalto, va a rilento, i costi lievitano fino ad oltre 380 miliardi e i tempi inizialmente preventivati si allungano.
Nel febbraio del '99 gli ambientalisti presentano un esposto alla magistratura per denunciare l'abbandono di 7.000 tonnellate di amianto a cielo aperto, lo smaltimento illegale di circa 1.600 tonnellate di amianto e l'assenza di qualsiasi forma di confinamento del micidiale killer che già negli anni passati ha sterminato centinaia di operai ed innalzato il tasso di patologie e tumori polmonari asbesto correlati nel quartiere. Nel luglio del 1999 un altro esposto alla Procura della repubblica di Napoli denuncia il ritrovamento di amianto occultato nel sottosuolo dell'area industriale dismessa dell'ex-Italsider. La denuncia verrà confermata dalla testimonianza degli stessi lavoratori della Bagnoli Spa che dichiarano senza mezzi termini di avere, ancora nel 1998, e nonostante il divieto legislativo, manipolato amianto senza alcuna delle precauzioni imposte dalla legge e senza nessuna forma di messa in sicurezza dell'area inquinata, necessaria a evitare la dispersione di fibre nel territorio circostante alla fabbrica, durante le operazioni di smantellamento degli impianti dell'ex-Italsider. E mentre fosche nubi si addensano sull'operazione di bonifica della Bagnoli Spa ancora in corso, il comune per venire incontro alle esigenze e alle pressioni delle associazioni di costruttori, decide di organizzare proprio nell'area ex-Eternit dei megaconcerti e spettacoli su un sottosuolo e sotto un cielo ancora pieno di amianto. Migliaia di persone ignare accorrono ai raduni ed altre centinaia di migliaia, durante la stagione estiva, prendono d'assalto la spiaggia di Coroglio dove basta una calamita per rendersi conto delle dimensioni dell'inquinamento da metalli pesanti.
Lo scontro in atto in queste settimane tra la giunta comunale e il governo riguarda 150 miliardi per procedere nella bonifica della zona stanziati dalla finanziaria 2001 che il ministero ha congelato per costringere il comune a cambiare la variante al Piano regolatore e procedere con un "accordo di programma'' che rimetterebbe in gioco il governo nella gestione dell'affare. La delibera della giunta comunale 243/1998 ha infatti individuato nella Stu (Società di trasformazione urbana) lo strumento per l'attuazione degli interventi previsti dal piano urbanistico esecutivo.
La Stu è una Società mista aperta al capitale privato che dovrà lasciare spazio poi alla Bagnoli futura Spa. La Stu dovrà acquisire i suoli, trasformare, promuovere e commercializzare in lotti le aree. La società, secondo le prime intenzioni della giunta, sarà pubblica ma aperta al capitale bancario soltanto per i primi due anni dopodiché entreranno a far parte della società anche i privati e già sono trapelati i contatti tra esponenti della giunta comunale, manager della multinazionale olandese e costruttori locali vicini ai boss del centro sinistra. L'opposizione comunale di "centro-destra'' e il governo del neoduce Berlusconi spingono invece affinché i privati possano entrare a fare parte della Stu fin dall'inizio e si possa cominciare a costruire a macchia di leopardo, anche senza che la bonifica delle aree sia ultimata. Lo scopo è quello di estendere le aree edificabili e permettere ai privati, e segnatamente la cordata di costruttori legati alle cosche camorristiche vicine al "centro-destra'', di gestire in prima persona e fin da subito la megaspeculazione su Bagnoli e Fuorigrotta.
Entro il 30 dicembre 2001 il comune può acquistare i suoli con uno sconto del 30%, comprandoli per 185 miliardi al posto di 423 miliardi e incamerando così quei 238 miliardi che formeranno la quota di partecipazione pubblica nella Stu.
Martusciello e il governo Berlusconi, con il ricatto sui fondi stanziati e con l'ostruzionismo in aula, puntavano a far scadere il termine e mettere fuori gioco la giunta comunale di "centro-sinistra'' che evidentemente rappresenta il concorrente politico nella gestione dell'affare.
Se non fossero acquisiti dal Comune entro fine anno i suoli delle aree dismesse rimarranno infatti di proprietà degli attuali proprietari tra i quali spiccano i boss Caltagirone e diversi ministeri che potrebbero così entrare a far parte anch'essi della Stu per orientarne i piani attuativi.
Insomma le mani dei costruttori, delle multinazionali e della camorra sono pronte ad afferrare e stringere in una morsa mortale il martoriato quartiere di Bagnoli. Essi non attendono altro che le cosche partitiche a livello comunale, regionale e nazionale si mettano d'accordo, come pare stia avvenendo con l'asse trasversale Bassolino-Iervolino-Martusciello che si è costituito negli ultimi giorni, sotto la benedizione di Ciampi, per un accordo che dia via libera alle centinaia di cantieri che sventreranno letteralmente la zona occidentale di Napoli.
Per conto nostro ribadiamo che il megaprogetto speculativo che si sta per abbattere su Bagnoli è un progetto antipopolare, contrario ai bisogni degli abitanti di Bagnoli, Coroglio, Cavalleggeri e Fuorigrotta che servirà soltanto a svendere la zona occidentale alla camorra e alle multinazionali.
Fuorigrotta e Bagnoli sono costellate di voragini causate dal dissesto idrogeologico, dalla speculazione edilizia, dalla obsolescenza della rete idrica e fognaria. I soldi pubblici, sui quali le masse popolari devono poter dire l'ultima parola, vanno spesi per ricostruire immediatamente le abitazioni e tutte le strutture necessarie alla vita civile, sociale e produttiva distrutte dal nubifragio di metà settembre che ha colpito gravemente la zona occidentale, per bonificare realmente e rendere vivibile per gli abitanti la zona ex-industriale di Coroglio e per costruire a Bagnoli e Fuorigrotta una rete di servizi sociali, sanitari e sociosanitari pubblici gratuiti. Va inoltre cacciata la megastruttura imperialista della Nato che occupa una buona fetta del suolo di Bagnoli.