In vista delle elezioni politiche del 2006
Berlusconi stanzia 180 milioni di euro per pagare i mille mercenari dell'"Onda azzurra"
Le dispendiose campagne propagandistiche scatenate dal neoduce Berlusconi per conquistare Palazzo Chigi e poi per magnificare i suoi "miracoli" rischiano di impallidire rispetto alla faraonica campagna elettorale che il neoduce sta mettendo in piedi in previsione delle politiche del 2006. Una vera e propria macchina da guerra acchiappavoti per la quale il neoduce Berlusconi, pur di plagiare, corrompere e comprarsi l'elettorato più reazionario e arretrato, non ha intenzione di badare a spese. Pare infatti che Berlusconi finanzierà tale operazione con 180 milioni di euro, ossia la bellezza di 350 miliardi di lire, prelevati dalla propria cassaforte personale.
Secondo alcune indiscrezioni di fonti coinvolte nell'operazione parte di questa montagna di euro verrà destinata alla propaganda "classica", fatta di manifesti di tutte le fogge e dimensioni, lettere, spot, ecc. Il restante invece servirà per alimentare il famoso "motore azzurro", di cui "faranno parte alcune migliaia di persone retribuite".
Intanto verranno ingaggiati con tanto di stipendio un migliaio di giovani della cosiddetta "Onda azzurra" reclutata da Marcello Dell'Utri. Il progetto è di spedirne un paio a far campagna in ciascun dei 475 collegi uninominali con la "missione" di "raccontare a tutti quei sogni che noi vogliamo trasformare in realtà". E poiché scaltri imbonitori non ci si improvvisa, i novelli "apostoli" mercenari dell'"unto del signore", dopo essere passati attraverso una accurata selezione attitudinale che si svolgerà entro luglio, saranno inquadrati in un corso di formazione intensivo "stile Cepu" come sostiene chi è al corrente del progetto. Una volta formati si terranno a stretto contatto con l'uomo cui Berlusconi per ora ha consegnato le chiavi del "motore", il fedelissimo Mario Mantovani, europarlamentare di Arconte in provincia di Milano, con la supervisione, è ovvio, del neoduce medesimo.
Per dirigere e coordinare tale "macchina" c'era poi bisogno di un quartier generale all'altezza della megaoperazione. E siccome quel che ci va ci vuole, ecco che all'Eur è in allestimento una faraonica sede, con 20 uffici, 10 sale di lavoro, decine di stanze per le riunioni didattiche, ambienti di rappresentanza, magazzini, ecc. che verrà consegnata entro agosto, chiavi in mano, ossia completa di mobili, cablaggi e linee telefoniche a "go-go". Il costo di tale sede è gelosamente custodito da Mantovani. Ma la dittatura di stampo mussoliano che il neoduce intende blindare per altri 5 anni di legislatura gli impone di non far economie.

15 giugno 2005