Il neoduce attacca "Bandiera Rossa"  ... e non è la prima volta  (testo di Bandiera Rossa)

Nella delirante campagna anticomunista che ha di nuovo messo in campo, sia per coprire i suoi guai con la giustizia, sia per compattare l'elettorato di destra attorno al suo governo mussoliniano, Berlusconi ha trovato il modo per attaccare perfino "Bandiera Rossa", il glorioso Inno comunista ancora amatissimo dai lavoratori e da tutte le masse sfruttate e oppresse dal capitalismo. Lo ha fatto il 13 maggio a Bari, al teatro Petruzzelli, durante la cerimonia della posa della prima pietra per la ricostruzione della struttura distrutta da un incendio alcuni anni fa, lo stesso giorno in cui annunciava di voler perseguire penalmente chiunque lo critichi, come facevano seduta stante la decina di giovani che lo contestavano all'uscita del teatro.
Se non c'è il pretesto per le sue sparate anticomuniste, Berlusconi se lo va a trovare sottoterra, come appunto nel caso di "Bandiera Rossa", da lui ignorantemente ribattezzata "Avanti popolo". Siccome il ministro Urbani, trattandosi di un teatro lirico, citando Dante aveva detto che "dove c'è musica non ci può essere nulla di cattivo", il neoduce ha avuto subito la pensata di sfruttare l'occasione per una nuova bordata anticomunista attaccando la musica di sinistra per antonomasia, e cioè "Bandiera Rossa": "Non ha ragione il ministro Urbani quando cita Dante che sosteneva che dove c'è musica non può esserci nulla di cattivo" ha detto infatti Berlusconi, che subito ha aggiunto: "Il poeta non sapeva che ci sarebbe stato un avanti popolo e, quindi, anche nella musica può esserci cattiveria". Subito dopo, con i giornalisti, il neoduce glissava dichiarando che voleva solo "scherzare", e poi "se la si tinge - ha concluso - anche quella bandiera diventa un tricolore".
Dopo le bandiere rosse, che gli davano un insopportabile fastidio, così rosse e così tante nelle manifestazioni per la pace, ora il neoduce trova insopportabile anche l'Inno "Bandiera Rossa". E lo crediamo bene, perché da più di un secolo è l'Inno di lotta per eccellenza della classe operaia italiana e di tutti coloro che vogliono abbattere il capitalismo e conquistare il socialismo, come dicono esplicitamente le sue belle e fiere parole. Un Inno che è ancora vivo nel cuore dei lavoratori, dei disoccupati, dei pensionati, dei giovani di sinistra, nonostante l'ostracismo che ormai da anni gli hanno decretato i partiti rinnegati e falsi comunisti, che gli preferiscono canzonette alla moda o addirittura l'inno di Mameli. Assieme a "l'Internazionale" e "Bella Ciao", "Bandiera Rossa" sta tornando invece sempre di più ad animare i cortei, specie da quando il neoduce Berlusconi e i suoi manipoli neofascisti sono tornati al potere.
Logico che egli la odi e la trovi "cattiva", e che gli faccia ancora paura, come del resto gli fa ancora paura il comunismo, nonostante che paradossalmente si affanni a darlo per morto e sepolto. E ne ha paura non certo perché creda veramente che il comunismo sia "l'impresa più criminale della storia dell'umanità", come ha avuto la faccia tosta di sparare di recente, ma perché sa benissimo che il vero pericolo per lui è che cresca l'influenza dei comunisti - oggi marxisti-leninisti, rappresentati dal PMLI - tra strati sempre più larghi delle masse popolari, indirizzando le loro lotte verso l'abbattimento del suo governo neofascista, presidenzialista, federalista e guerrafondaio di stampo mussoliniano.