E Ciampi continua a proteggerlo
BERLUSCONI SI RIPROPONE COME MUSSOLINI
Invoca i pieni poteri e spara a zero sui comunisti, chiede il carcere per chi lo critica e mette il bavaglio a Rai3
PER IL SONATO FASSINO "SI COMPORTA COME UN CONDUTTORE DI CABARET"
Dal giorno della condanna di Previti al processo Imi-Sir/Lodo Mondadori, Silvio Berlusconi non ha smesso un solo giorno di attaccare la magistratura, i suoi "avversari" politici e chiunque osi contestarlo, in un crescendo di insulti, minacce, provocazioni e ricatti, seguendo un copione ben preciso basato sul vecchio principio che la miglior difesa è l'attacco, e che si fa forte della copertura di Ciampi e della totale inettitudine e pavidità dell'opposizione di cartone dell'Ulivo.
Questa strategia è emersa con particolare arroganza l'11 maggio alla convention di Forza Italia in Friuli, dove tra un mese si terranno le elezioni regionali, in cui con la tecnica che gli è più congeniale, cioè quella dell'imbonitore televisivo, microfono in mano e claque sempre pronta a sottolineare con ovazioni ogni sua sparata retorica, si è scagliato contro i comunisti, i "giudici combattenti" e i "giornalisti partigiani e faziosi", e ha di nuovo invocato i pieni poteri per rimuovere ogni ostacolo al suo programma neofascista e presidenzialista.
"Noi siamo stati eletti per difendere la libertà. E difendere la libertà significa non consentire a chi è ed è stato comunista di poter prendere il governo e salire al potere", ha detto infatti il neoduce resuscitando per l'occasione i fantasmi della "guerra fredda". Perché "questi signori dell'opposizione", che si avvalgono del "collateralismo di un manipolo di magistrati combattenti", ha spiegato, "non possono allontanare da sé l'ombra che dà loro quella complicità morale indiscutibile avuta in tanti anni di comunismo con tutti gli efferati delitti che questo regime è stato capace di commettere". Alcuni giorni dopo, in un messaggio via satellite trasmesso in tutta Italia, continuando a insistere su questa solfa e sorvolando sul fatto che nelle sue file abbondano gli ex comunisti rinnegati, come Ferrara, Adornato, Bondi, Frattini ecc., il neoduce è arrivato addirittura ad evocare il 1948 e ad esortare i suoi seguaci a essere "apostoli della libertà" e "guerrieri" anticomunisti.
Nel comizio di Udine davanti alle sue truppe di FI, lamentandosi di avere "troppo pochi poteri" come presidente del Consiglio, "meno di tutti i miei colleghi europei", e delle lungaggini e perdite di tempo del sistema parlamentare e del bicameralismo, Berlusconi ha poi proclamato che "bisogna assolutamente intervenire per dare al premier l'autorità istituzionale che dovrebbe avere" (leggi i pieni poteri, come Mussolini), per realizzare finalmente quel presidenzialismo che "sta scritto anche nel nostro programma elettorale".
Contemporaneamente l'ira del neoduce si è rivolta contro i giornalisti non compiacenti, e in particolare Rai3, accusata di essere "partigiana e faziosa", e contro i contestatori che nelle piazze osano attaccarlo e metterlo alla berlina. Contro i primi ha attaccato su due fronti: quello generale mandando avanti i suoi scagnozzi nella commissione Giustizia della Camera, che hanno fatto passare una norma che inasprisce le pene (fino a tre anni di reclusione, più ammende pecuniare e l'interdizione dalla professione) per il reato di diffamazione a mezzo stampa. E quello specifico, facendo disporre dal direttore generale della Rai, Cattaneo, con la sostanziale acquiescenza del presidente Lucia Annunziata, un'ispezione intimidatoria nella redazione di Rai3.
Contro i secondi ha deciso di passare alle vie di fatto, come aveva fatto contro quel cittadino che lo aveva apostrofato dopo la sua deposizione "spontanea" al processo Sme, denunciando d'ora in poi per calunnia chiunque oserà contestarlo. Lo ha annunciato a Bari, dopo che un gruppo di giovani lo aveva accolto con il coro di "buffone, buffone": "Ho dato incarico all'Avvocatura dello Stato di perseguire in termini penali chi offende il presidente del Consiglio", ha annunciato con tono minaccioso il premier, precisando ipocritamente che lo farà non per difendere sé stesso ma l'istituzione che egli rappresenta. In questa occasione se l'è presa anche con "Bandiera Rossa", definendo lo storico inno comunista un esempio di come "anche nella musica può esserci cattiveria".
Berlusconi si permette questa aggressività ducesca perché sa di poter contare sulla protezione di Ciampi, che lo copre con il suo complice silenzio. L'unico tasto su cui l'inquilino del Quirinale è capace di battere è quello dell'invito a tutti ad abbassare i toni. Un insulso rituale che cade regolarmente nel vuoto, perché del tutto generico e ipocrita, non facendo nome e cognome di colui che li alza sempre più ogni giorno che passa, cioé Berlusconi. Anzi, in un'occasione Ciampi è arrivato addirittura ad incoraggiare l'aggressività del premier, affermando che in fondo le polemiche sono "il sale della democrazia". Musica per le orecchie del neoduce, che difatti non ha perso l'occasione per vantare la totale "sintonia" tra Palazzo Chigi e il Quirinale.
Berlusconi si permette questi toni e questa arroganza anche perché sa di avere di fronte una "sinistra" borghese completamente decotta, intimidita dai suoi ricatti (minacce di elezioni anticipate, dossier Telekom Serbia e Mitrokin) e incapace di fargli argine, perché teme che alzando i toni possa essere accusta di "estremismo" e spaventare l'elettorato "moderato". E così si assiste al pietoso spettacolo del sonato Fassino che di fronte alle bordate sempre più violente di Berlusconi non trova risposta più forte (intervenendo a "Ballarò", ndr) che definire il premier uno che "si comporta come un conduttore di cabaret".
Una sottovalutazione molto grave dell'offensiva golpista del capo del governo, che gli lascia campo libero per le sue scorrerie politiche di stampo banditesco, tutt'altro che dettate dalla "disperazione", come cercano di autoconsolarsi i leader dell'Ulivo. Esse rispondono invece a un ben calcolato disegno teso a ribaltare di forza - come è già successo in passato - la situazione di difficoltà in cui Berlusconi si trova a causa della sua vicenda giudiziaria in un rafforzamento del regime neofascista mussoliniano da lui instaurato e governato.