Parlando al Palacongressi di Roma come se fosse in piazza Venezia
Comizio di Berlusconi in stile Mussolini
Il neoduce celebra il decennale di Forza Italia come il duce nel '32 festeggiò il decennale della marcia su Roma
La polizia ferma 7 studenti che volantinavano contro Forza Italia

Dieci anni fa, con tutta la potenza del suo impero mediatico e il pieno sostegno della P2, Silvio Berlusconi scendeva "in campo'' per radunare sotto le bandiere di Forza Italia (un partito costruito appositamente per lui da un esercito di specialisti e manager della Fininvest) tutte le forze reazionarie orfane del PSI di Craxi e della DC di Andreotti e Forlani disperse dal ciclone tangentopoli. Iniziava così quella nuova marcia su Roma che dopo un primo assalto di lì a pochi mesi a Palazzo Chigi, solo parzialmente riuscito per il voltafaccia del suo alleato Bossi, si compiva pienamente nel 2001 con l'instaurazione del suo governo neofascista tuttora in carica.
Allora solo noi marxisti-leninisti denunciammo apertamente il suo disegno di potere di stampo piduista e fascista, che invece fu gravemente sottovalutato dalla "sinistra'' borghese, che alla stregua dei suoi predecessori riformisti e socialdemocratici del '22 che sottovalutarono Mussolini e il fascismo, giudicò ridicoli e comici i proclami televisivi demagogici e populisti del neoduce e trattò con sufficienza Forza Italia, alla stregua di un "partito-azienda'', un "partito di plastica'' senza futuro. Non capendo invece che si trattava del nuovo fascismo camuffato sotto nuove forme e nuovi vessilli, con il doppiopetto al posto della camicia nera e il potere mediatico al posto del manganello e dell'olio di ricino.
Dieci anni dopo questo partito neofascista e il suo neoduce hanno celebrato in pompa magna l'anniversario di quella "discesa in campo'', con una fastosa convention di Forza Italia al Palazzo dei congressi dell'Eur il 24 gennaio scorso, esattamente come Mussolini fece nel '32 celebrando il decennale della marcia su Roma. E in perfetto stile mussoliniano è stato anche il comizio di Berlusconi, anche se invece della mascella in fuori e degli occhi strabuzzati del suo maestro il neoduce esibiva il suo costosissimo lifting nuovo di zecca, e anche se al posto di fasci littori e camicie nere trionfava un'orgia di azzurro e tricolore e il balcone di Palazzo Venezia era rappresentato in questo caso dalle televisioni - le sue della Mediaset più quelle asservite della Rai "pubblica'' - che il suo comizio lo hanno trasmesso abbondantemente e ripetutamente nelle case di tutti gli italiani.
Con questa convention mussoliniana Berlusconi ha voluto anche aprire la sua campagna elettorale e riaffermare la sua leadership indiscussa sull'intera coalizione di governo in barba alla "verifica'' chiesta sempre più insistentemente dai suoi alleati. Anche se è stato notato, però, che a parte un alquanto mesto Buttiglione, tutti i leader della casa del fascio, da Fini a Follini e a Bossi, avevano disertato la manifestazione.

Delirio religioso e fascista
Il comizio di Berlusconi è durato ben 102 minuti, interrotto da 83 ovazioni (quasi una al minuto) dei Vip neofascisti in prima fila e da alcune migliaia di suoi fans adoranti, per la maggior parte funzionari e dirigenti locali, fatti venire da tutta Italia per osannare il loro idolo come un santo, che infatti alla fine si è "concesso'' un bagno di folla in mezzo a loro che hanno fatto a botte per toccarlo. Non senza averli prima sapientemente portati a questo stadio di delirio collettivo arringandoli con le classiche domande retoriche dal podio a cui la folla è trascinata a rispondere solo con dei sì e no prestabiliti, tipo: "Era indispensabile la mia discesa in campo?''; e la platea in coro: "Sìii!''. "Avete fatto bene a seguire la visionaria follia di chi vi parla?'': "Sìii!''. "Sono state battaglie invano?'': "Nooo!''. E così via delirando.
Nella mattinata, nelle vicinanze del Palacongressi, la polizia di Pisanu aveva fermato illegittimamente e portato in commissariato sette studenti universitari, colpevoli solo di diffondere volantini sui trascorsi giudiziari del neoduce, identificandoli e sequestrando loro tutto il materiale.
L'intervento di Berlusconi era stato accuratamente preparato e preceduto dalla proiezione sul maxischermo della videocassetta confezionata ad Arcore con la quale, irrompendo a reti praticamente unificate in tutte le case italiane annunciò nel 1994 la sua "discesa in campo'' per "salvare l'Italia'' ("il Paese che amo'', disse) dal comunismo, e per far trionfare i valori del liberismo capitalista e occidentale e della triade fascista dio-patria-famiglia. E mentre, dopo l'iniziale esecuzione dell'inno di Mameli, gli altoparlanti diffondevano ossessivamente l'inno di Forza Italia, un gruppo di giovani rampolli berlusconiani ha recitato il "credo laico'' del partito elaborato dal rinnegato Ferdinando Adornato selezionando una serie di citazioni del presidente (sua anche la "Carta dei valori'' di FI distribuita ai partecipanti). Dopodiché il "replicante'' Sandro Bondi, l'altro rinnegato eletto recentemente coordinatore del partito, ha introdotto l'intervento del neoduce recitando mani giunte e occhi al cielo come in preghiera una vera e propria ode religiosa in suo onore.
E il neoduce, sfoggiando come al solito il suo sorriso di gomma (ma senza esagerare nelle dimensioni, è stato notato, forse per non rischiare di scucire la maschera facciale appena rifatta), ha esordito leggendo entusiasticamente un panegirico a lui dedicato da Baget Bozzo, già ammiratore di Craxi e ora sfegatato adoratore del neoduce di Arcore (che lo ha anche abbracciato platealmente), in cui tra le altre cose il prete neofascista definisce la "discesa in campo'' del cavaliere piduista addirittura "un evento spirituale'', ispirato direttamente "dallo spirito santo'', insomma ancora un "uomo della Provvidenza''. E attacca i giudici di "mani pulite'' sostenendo testualmente che "il fascismo è meno odioso della burocrazia togata che ha usato la violenza al posto della giustizia'', e che i nomi di Di Pietro, Borrelli, Colombo, Boccassini, saranno "figure da ricordare con orrore''.

Truculenza anticomunista
Il comizio di Berlusconi è andato avanti come un treno su due binari prefissati: l'anticomunismo più viscerale e truculento e l'autoesaltazione più iperbolica e sfacciata dei "successi'' del suo "buon governo''. "L'Italia - ha declamato infatti Berlusconi con toni apocalittici - era una terra di frontiera, non solo geografica, ma anche politica, fra l'occidente delle libertà e l'Impero del Gulag e del totalitarismo, un Impero - si ricordi - che puntava micidiali arsenali missilistici e militari contro le nostre città'', e questa "delicatissima situazione geopolitica, amplificata all'interno dalla presenza del più forte Partito Comunista dell'Occidente'', ha prodotto a suo dire tutta una serie di "anomalie'' che hanno portato in cinquant'anni alla situazione di ingovernabilità culminata nella fase di tangentopoli.
"Agli inizi degli anni Novanta - è la ricostruzione del passato decennio che Berlusconi fa a suo uso e consumo - proprio quando ovunque nel mondo l'ideologia e la pratica comunista venivano sepolte sotto il peso delle decine di milioni di morti e delle immani sofferenze inferte a miliardi (sic!) di persone, nel nostro Paese gli eredi diretti del comunismo, gli ex-post-neo comunisti, tentarono di realizzare il loro disegno di sempre: conquistare il potere non attraverso libere elezioni, non attraverso l'acquisizione del libero consenso dei cittadini, ma attraverso l'eliminazione per via giudiziaria degli avversari: una attitudine malsana che purtroppo fa parte del loro Dna. Dieci anni fa, in Italia, i comunisti erano comunisti. Erano comunisti di fatto e di simbolo: di falce e di martello. Oggi hanno fatto un lifting, hanno cercato di camuffarsi ma il lifting non è riuscito''.
è per opporsi a questo perfido disegno comunista, che si anniderebbe tutt'ora ai vertici non tanto di Rifondazione e del PdCI quanto dei DS, che Forza Italia è nata, dice in sostanza il neoduce, salvando il Paese e guidandolo oggi di successo in successo. E giù a snocciolare come una litanìa infinita tutte le meraviglie e le realizzazioni del suo governo neofascista, dalla riduzione dell'occupazione (o espansione del precariato?) al fantomatico aumento delle pensioni minime; dai condoni fiscali all'abolizione delle tasse di successione "anche per i poveri'' (i ricchi già sapevano come beffare il fisco, ha detto testualmente); dalle grandi opere alla lotta alla criminalità e il terrorismo; dalle controriforme istituzionali alla politica estera militarista e imperialista, e chi più ne ha più ne metta.

Buttare giù il nuovo Mussolini
Secondo il plurinquisito e ora anche pluricondannato Previti, tra gli ospiti d'"onore'' alla convention, "occorrerebbe scrivere una nuova Treccani per i successi dei 10 anni di Forza Italia...''. E un altro dei fedelissimi del neoduce, Scajola, ha ricordato che "come ha detto Berlusconi, questo è il primo decennale che festeggiamo: siamo intenzionati a festeggiarne ancora molti altri''. Il che è tutto un programma. O per meglio dire un incubo, che va sventato unendo tutte le forze antiberlusconiane per buttare giù il neoduce con la lotta, prima che sia troppo tardi, come avvenne con Mussolini.
E invece anche stavolta la "sinistra'' borghese ha nascosto la testa sotto la sabbia, fingendo di non capire la gravità di questo evento mediatico-politico mussoliniano, trattandolo ancora una volta come un fatto ridicolo, una pagliacciata o poco più. Per Rutelli il comizio fascista di Berlusconi "sono solo parole... pensi a governare''. Non molto diverso anche il giudizio del quotidiano del PRC, "Liberazione'', secondo cui il comizio del neoduce sembrava "un disco incantato'', e la convention mussoliniana di Forza Italia "un pellegrinaggio a Lourdes, un incontro del terzo tipo''. Il giornale portavoce della "sinistra'' DS e dei girotondi, "l'Unità'', ha addirittura paragonato la convention mussoliniana del Palacongressi a un "rito comunista'', appena un gradino sotto le "marce sulla piazza Rossa''; insomma: "una messa in scena paleosovietica'', come l'ha definita il suo direttore Furio Colombo, mettendosi con ciò in concorrenza diretta con le sparate anticomuniste del neoduce.
Ben più seria e preoccupata, invece, è stata la reazione dei magistrati all'attacco fascista lanciato loro da Berlusconi e dal suo tirapiedi Baget Bozzo. Carlo Fucci, segretario dell'Anm, ha dichiarato di sentirsi "pesantemente offeso nella mia dignità di uomo e di magistrato, come credo tutti i miei colleghi. Grave che il presidente del Consiglio utilizzi il fascismo come termine positivo di paragone''. Di una "manifestazione di spregio alla magistratura'' ha parlato anche Claudio Castelli (Md), mentre i membri togati del Csm hanno proposto di aprire una pratica "a tutela'' della categoria e dei singoli magistrati insultati da Berlusconi e dal suo prete neofascista.