Assieme al presidente Mediaset, Confalonieri
Berlusconi inquisito per evasione fiscale
Sotto inchiesta anche il figlio Piersilvio

Berlusconi, il figlio Piersilvio e altri dirigenti del loro gruppo, sono indagati anche a Roma per evasione fiscale e reati tributari nell'ambito di uno stralcio dell'inchiesta milanese sulla compravendita dei diritti tv e cinematografici Mediaset. La Procura capitolina ha incentrato le indagini, condotte dal procuratore aggiunto Pier Filippo Laviani (responsabile del pool per i reati tributari) e Barbara Sargenti sui bilanci 2003-2004 di Rti (Reti televisive italiane), periodo in cui la società aveva sede legale nella Capitale, controllata al 100 per cento da Mediaset. Il nuovo Mussolini e il figlio sono stati convocati in procura per essere sentiti il prossimo 26 ottobre; anche se è molto probabile la loro assenza, come già in passato è avvenuto.
Il nuovo filone di indagine è partito da una inchiesta della Procura milanese riguardante presunte irregolarità e la conseguente creazione di fondi neri nell'ambito delle operazioni di compravendita dei diritti televisivi da parte del gruppo di Cologno Monzese; un processo, che vede Berlusconi imputato per frode fiscale. I pubblici ministeri evidenziano, sin dall'invito a comparire, il ruolo del cavaliere piduista che avrebbe dato "direttive" per mantenere le "relazioni d'affari" con il produttore statunitense Frank Farouk Agrama "nella fittizia intermediazione" nella compravendita dei diritti tv e cinematografici, in quella che si preannuncia essere l'ennesima torbida storia politico-giudiziaria. Oltre a Berlusconi e figlio, sono circa una decina le persone indagate, all'epoca dirigenti o funzionari della Rti, tra cui Frank Agrama, Giorgio Dal Negro, Daniele Loranzano e Andrea Goretti.
Se l'avvocato di Berlusconi, il deputato fascista Niccolò Ghedini, ritiene che si sia dinanzi ad un abbaglio, prospettando prossima l'archiviazione; al contempo uno degli storici galoppini del neoduce, il plurinquisito presidente Mediaset Fedele Confalonieri, grida alla 'solita cosa' "ogni tanto siamo indagati e ci tirano in ballo". In realtà si tratta dell'ennesima inchiesta giudiziaria che si aggiunge ai procedimenti penali (e civili) già in corso, come quelli relativi alla corruzione dall'avvocato Mills con 600 mila euro (come accertato dalla Cassazione), alla frode fiscale, dove il neoduce avrebbe creato fondi neri gestendo i diritti tv di Mediaset; nonché la già citata inchiesta Mediatrade, dove Berlusconi, insieme ad un socio occulto, l'egiziano Frank Agrama, si sarebbe appropriato di fondi della società. In ultimo va ricordata la squallida campagna di corruzione nei confronti di senatori del "centro-sinistra" per far cadere il precedente governo Prodi (gli atti del procedimento sono stati poi trasferiti da Napoli a Roma per incompetenza territoriale).

20 ottobre 2010