È cambiato il giudizio della "sinistra" borghese su Berlusconi. Ma ancora una volta sbagliato
Prima "clown" ora un "gigante della politica"
In realtà Berlusconi rimane il neoduce

Che la "sinistra" borghese abbia sempre sottovalutato la pericolosità di Berlusconi fin dalla sua scesa in campo è un dato assodato e incontrovertibile. Alla stregua dei suoi predecessori riformisti e socialdemocratici che nel 1922 sottovalutarono Mussolini e il fascismo, la "sinistra" borghese giudicò ridicoli e comici i proclami televisivi demagogici e populisti dell'emulo del duce e trattò con sufficienza Forza Italia, definendolo un "partito-azienda", un "partito di plastica" senza futuro, e non capendo che si trattava del nuovo fascismo camuffato sotto nuove forme e nuovi vessilli, con il doppiopetto al posto della camicia nera e il potere mediatico al posto del balcone di Palazzo Venezia. Cosicché Berlusconi e i suoi gerarchi, grazie anche alla connivenza di Vittorio Emanuele Ciampi, hanno potuto ripetere indisturbati una nuova marcia su Roma.
Neppure i tremendi squassi a livello economico, sociale, sindacale, politico, istituzionale, costituzionale e giudiziario provocati dal suo governo sono riusciti a far loro capire quali sono la reale natura e il disegno politico portato avanti da Berlusconi. Così hanno perso tutte le occasioni per buttar giù Berlusconi con la forza della piazza, e anche durante la campagna elettorale hanno preferito abbassare i toni, non prenderlo di petto e neppure rispondere per le rime al diluvio di attacchi anticomunisti che costui quotidianamente gli vomitava contro. Insomma hanno preferito ridicolizzarlo e sbeffeggiarlo invece di decapitarlo politicamente. Lo hanno infatti dipinto ora "clown", ora "buffone", ora "bollito", sicuramente spacciato. Ebbene è bastato che alla Casa del fascio quasi riuscisse quella "rimonta" elettorale che il neoduce paventava in ogni sua quotidiana apparizione pubblica, perché alcuni esponenti della "sinistra" borghese ribaltassero i loro giudizi. Improvvisamente Berlusconi diventava per Dario Franceschini "un mago, l'unico che ha dimostrato di aver capito tutto il Paese". "Un genio assoluto" per il diessino Fabrizio Morri, una "tempra straordinaria di politico e combattente" per il collega di partito Antonello Cabras e addirittura "un gigante della politica" per il verde Paolo Cento.
Giudizi ancora una volta sbagliati. Berlusconi è e rimane il Mussolini di oggi in tutto e per tutto. Non soltanto glielo riconoscono i fascisti di "Alternativa sociale" che lo hanno acclamato "duce duce", non solo perché da capo dell'opposizione ha già annunciato di essere al lavoro per fondare il "Partito del popolo", ossia il Partito unico fascista, ma lo dimostrano l'arroganza e la protervia con cui sta rifiutando il verdetto delle urne che lo condannano a sloggiare da Palazzo Chigi a riprova della sua pericolosa natura golpista e fascista. Alla luce di tutto ciò il fatto che ancora la "sinistra" borghese perseveri nel nascondere che Berlusconi è il neoduce, preferendo tutt'al più paragonarlo al "Caimano" del film di Nanni Moretti può significare solo criminale depistaggio e inguaribile sudditanza nei suoi confronti che può rasentare toni apologetici.

19 aprile 2006