Il neoduce ha comprato l'avvocato Mills con 600mila dollari per testimoniare il falso
Berlusconi sarà processato per l'inchiesta Mediaset

Il 30 ottobre scorso il Gup di Milano Fabio Paparella ha rinviato a giudizio il neoduce Berlusconi e il suo mentitore prezzolato, l'avvocato inglese David Mills, con l'accusa di concorso in corruzione in atti giudiziari.
Il provvedimento è stato deciso nell'ambito dell'inchiesta stralcio sulla compravendita dei diritti cinematografici e televisivi da parte di Mediaset e riguarda le dichiarazioni reticenti rese da Mills ai giudici di Milano al fine di favorire Berlusconi imputato in altri due processi milanesi nel tentativo di scagionarlo da ogni responsabilità diretta.
In particolare, secondo l'accusa, Berlusconi ha "comprato", pagando nel 1997 600mila dollari, la falsa testimonianza del legale inglese per essere favorito nel processo All Iberian e in quello sulle tangenti alla Guardia di Finanza. Soldi che Mills ha detto di aver ricevuto dall'armatore napoletano Diego Attanasio.
Tra le motivazioni con cui il Pm Fabio De Pasquale aveva chiesto il rinvio a giudizio dei due imputati si legge fra l'altro che tale somma fu elargita a Mills come ricompensa perché, in qualità di testimone, non ha rivelato le informazioni di cui era a conoscenza relative ai fondi neri delle società estere che la procura di Milano ritiene essere la "tesoreria occulta" del gruppo Fininvest e di cui Mills, secondo i Pm, sarebbe l'ideatore.
L'inizio del dibattimento in aula è fissato a partire dal 13 marzo prossimo davanti ai giudici della X sezione penale del Tribunale di Milano. Ma sulla data di inizio del processo pende la spada di Damocle del ricorso in Cassazione, dove la difesa di Berlusconi ha presentato un'istanza di ricusazione nei confronti del Paparella che, per i legali del leader di Forza Italia, sarebbe "incompatibile".
Per questo motivo, già l'estate scorsa i difensori di Berlusconi avevano presentato una prima istanza di ricusazione del Gup di Milano Paparella dopo che quest'ultimo aveva già rinviato a giudizio, il 7 luglio scorso, nel procedimento principale sui diritti tv Mediaset, Berlusconi, Mills, il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri e altri nove imputati per reati che vanno a vario titolo dall'appropriazione indebita, alla frode fiscale, al falso in bilancio, alla ricettazione e al riciclaggio. I reati contestati riguardano la compravendita di diritti tv e cinematografici di società Usa per 470 milioni di euro, che sarebbe stata effettuata da Fininvest - la holding che controlla il 35,5% di Mediaset - attraverso due società off-shore nel 1994-1999.
Secondo la procura le major americane hanno venduto i diritti televisivi alle due società off-shore, le quali li avrebbero rivenduti a prezzo maggiorato a Mediaset, per aggirare il fisco italiano e creare fondi neri a disposizione di Berlusconi.
Nello stesso procedimento sono stati indagati anche i figli di Berlusconi, Marina e Piersilvio, accusati di riciclaggio e ricettazione. Nei loro confronti però la procura di Milano ha chiesto il 13 ottobre scorso l'archiviazione. Ma l'ultima parola spetta ancora a Paparella che, in qualità di Gip, dovrà decidere se disporre o meno l'archiviazione.

6 dicembre 2006