Un esame obbligato per i rinnegati, da BerLinguer a Occhetto, a D'Alema, al segretario
del PRC
BERTINOTTI INVITATO
PER LA SECONDA VOLTA ALLA CITY DI LONDRA
L'imbroglione trotzkista si
trova come a casa sua tra i manager inglesi
E' un Bertinotti a pieno
agio quello che si è presentato il 30 novembre scorso all'invito del Business Club
Italia, una delle due associazioni che riuniscono gli uomini d'affari italiani nella City
di Londra, per discutere di globalizzazione.
Già nel maggio 1997 era stato promosso all'esame di ammissione nel tempio del grande
capitale europeo e internazionale, dimostrando già allora che il PRC era un partito
affidabile per il capitalismo, che non rappresentava un pericolo, bensì una risorsa per
l'allora governo Prodi, che i suoi dirigenti erano comunisti da salotto, cagnolini che
abbaiano ma non mordono. In quell'occasione, rispondendo ad un analogo invito del Business
Club Italia, raccolse applausi a scena aperta su molti passaggi del suo intervento,
raccogliendo, a detta dei mass-media, più simpatie di quelle che aveva riscosso il
rinnegato D'Alema nel '95.
Anche questa volta l'imbroglione trotzkista, si è prestato ben volentieri a sedersi, come
si legge su Liberazione del 1° dicembre scorso, "al grande tavolo a forma di ferro
di cavallo'' assieme a "60 persone ordinate e ben vestite per una una buona english
breakfast arricchita, in onore degli ospiti italiani, da fette di panettone'', dimostrando
di trovarsi come a casa sua tra i banchieri, i manager e gli speculatori di borsa di
Londra. "Probabilmente di fronte alla globalizzazione è inevitabile per tutti
interrogarsi sul futuro dell'umanità'' è stato il commento di Bertinotti che si è detto
stupito di questo nuovo interesse. A cui si aggiunge quello della giornalista che ha
curato il servizio su Liberazione, Ritanna Armeni, che scrive che forse dopo le Twin Tower
e la recessione alle porte, "la voglia di capire è tanta, talmente tanta che si
superano molti pregiudizi e ci si rivolge a un comunista'' (sic!).
Questo secondo viaggio londinese ha in realtà dimostrato che Bertinotti tiene i piedi su
due staffe, non rinunciando a dialogare contemporaneamente con chi gestisce e con chi
combatte la globalizzazione (tant'è che dopo la sua english breakfast alla City è andato
a incontrare i giovani No global in un centro sociale londinese).
Tutto ciò dimostra, ancora una volta quanto la strategia che il PRC vuole imporre al
movimento No global sia fuorviante e ingannatoria, una strategia che non mira a combattere
contro il sistema economico capitalista e l'imperialismo che sono all'origine della
globalizzazione, ma solo contro "questa'' globalizzazione, limitandosi a rimuovere
solo gli effetti più perversi dell'attuale politica economica imperialista.
12 dicembre 2001
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