BERTINOTTI BUTTA ACQUA SUL MOVIMENTO PER LA PACE
Gravissimo. Mentre le bombe e i missili mettono a ferro e fuoco l'Iraq, il cacasotto e imbroglione trotzkista Bertinotti ha dichiarato che occorre "bandire dall'interno del movimento per la pace ogni forma di protesta violenta", e che va considerato "legittimo" il governo Berlusconi, la cui eventuale crisi va "determinata" in sede politica ("Liberazione" del 21 marzo 2003). Già in precedenza aveva detto: "Via il governo? No, attenzione, non sto dicendo questo" ("l'Unità" del 14 marzo).
Si tratta di due questioni fondamentali - l'uso di tutte le forme di lotta e la caduta del governo Berlusconi - affinché il movimento per la pace possa raggiungere il suo obiettivo. Secondo noi, infatti, non è possibile strappare l'Italia alla guerra se non si butta giù il governo guerrafondaio del neoduce Berlusconi. Il che può avvenire solo attraverso la piazza, la lotta di classe che comporta, inevitabilmente, anche l'uso di forme di lotte violente, le uniche in grado di contrastare e sopraffare le violenze delle forze repressive governative.
Ovviamente non ci riferiamo a violenze di piccolo gruppo, di tipo avventuristico e terroristico. è sottinteso che si parla di violenza delle masse, quando queste sono costrette a reagire alle violenze reazionarie e fasciste delle "forze dell'ordine".
A un certo punto la lotta del movimento per la pace, che necessariamente deve essere il più ampio possibile, non potrà che uscire dai margini della legalità per andare avanti e travolgere tutti gli ostacoli che si frappongono ai suoi obiettivi.
La nonviolenza e il pacifismo - di cui la disobbedienza civile è parte integrante -, da una parte, e l'avventurismo da piccolo gruppo, dall'altra, tutti quanti espressioni della piccola borghesia, sono la tomba dei movimenti di massa. Gli uni e l'altro sono due strategie fallimentari, ripetutamente verificate nella pratica. La via corretta e vincente è invece quella di dare libero corso alla lotta per la pace e contro la guerra all'Iraq.
è da criminale quindi buttare acqua sul movimento per la pace, come sta facendo Bertinotti che, guarda caso, si trova sulla stessa linea di Fassino, Rutelli, Cofferati e Epifani. Quest'ultimo, che è il segretario generale della Cgil, infatti sostiene che bisogna manifestare attenendosi alla "non violenza e in un imprescindibile ambito di legalità" ("l'Unità" del 21 marzo). Mentre Cofferati chiede che "i pacifisti tengano fermo il proprio carattere non violento e rispettoso della legalità" ("La Stampa" del 21 marzo). Da notare che tutti e tre questi imbroglioni politici riformisti hanno usato le stesse espressioni proprio nel giorno in cui l'Italia per la pace è scesa in piazza dopo le prime bombe all'Iraq.
Ma non è quanto predicano Berlusconi e gli altri governanti guarrafondai?