Biografie dei candidati
Folena, l'uomo delle giravolte politiche

Sono numerose le giravolte politiche di Pietro Folena, seppure tutte interne al PCI, PDS, DS. Prima di uscire dal suo storico partito e aderire come indipendente al gruppo parlamentare di Rifondazione di Bertinotti e oggi candidarsi come indipendente nelle liste del PRC in Puglia e Molise, Folena è stato prima berlingueriano, poi nattiano, poi occhettiano, poi dalemiano, quindi veltroniano, infine esponente di spicco del "Correntone", la sinistra interna ai DS. Un percorso che Folena rivendica perché coerente con il suo essere sempre stato un "socialdemocratico riformista" e quindi schierato volta a volta dalla parte di chi intendeva imprimere al partito una ulteriore svolta a destra.
Folena è nato a Padova il 14 agosto 1957. Figlio di un conosciuto umanista e di una cattolica del dissenso parigina, oltre alla nazionalità italiana ha quella francese con tanto di casa sulle rive della Loira dove va a passare vacanze e weekend. Ha conseguito la maturità classica e compiuto all'università studi storici senza completarli. è sposato con Giovanna Pugliese che opera nel volontariato e nel "terzo settore" e ha una figlia. L'unico mestiere svolto è quello di funzionario di partito oltreché di parlamentare.
La sua attività politica inizia a Padova, "partecipando ai movimenti studenteschi nella sua città", così almeno recita la sua biografia ufficiale. Qualcuno che se lo ricorda afferma che già allora era un elemento di destra. Diventa segretario provinciale a Padova e poi regionale a Venezia della FGCI (l'organizzazione giovanile del PCI revisionista) negli anni '70. Dal 1980 al 1982 è a Roma come Responsabile nazionale scuola e università della FGCI.
Dal 1982 al 1985 torna a Padova per assumere la carica di segretario cittadino del PCI.
Nel febbraio 1985 Natta lo chiama alla guida della FGCI nazionale al posto di Marco Fumagalli ed entra da allora anche nella direzione del PCI. A Folena, Natta affida l'incarico di "rifondare" la "nuova FGCI" su basi socialdemocratiche e farla uscire dall'agonia organizzativa. Il primo obiettivo viene pienamente centrato, il secondo no.
Nel 1985 a un giornalista che gli chiede quali fossero i maestri della nuova FGCI, il neosegretario risponde: "Pasolini. Lui resta decisivo. Nella cultura esistenzialistica italiana Vittorini", e ancora "se dovessimo proporre un personaggio sarebbe Antigone". (cfr. "Il Bolscevico" n. 40/1985). Folena infatti vuole un'organizzazione giovanile che si esaurisca a inseguire l'effimero e la felicità nel capitalismo, teorizza un giovanilismo riformista, pacifista e tutto istituzionale. Alla domanda su che cosa sia oggi un giovane comunista, risponde: "è un profondo pacifista". Per tagliare ulteriormente i ponti con la storia del movimento operaio e lo stesso PCI revisionista, tutta la dirigenza viene svecchiata. Come vicesegretario Folena sceglie Nicki Vendola, già segretario dell'Arcigay, col quale condivide l'origine cattolica. Nella sua FGCI vengono allevati Cuperlo, Giordano, Zingaretti, Rondolino, Benettollo, Cuillo, Nappi, Burchiello e Luca Telese. Ancora oggi Folena si vanta di aver fatto entrare la FGCI, molti anni prima che vi approdasse il PDS, nell'Internazionale dei giovani socialisti.
Folena diventa deputato per la prima volta nel 1987, per la X legislatura, e sarà confermato nella XI e nella XIII, ma non nella XII. Lascia la FGCI nel 1988 e nel 1989 con Occhetto alla Segreteria, di cui appoggia convinto il "nuovo corso", viene spedito in Sicilia ed eletto segretario regionale del PCI prima e del PDS poi. L'incarico che gli viene assegnato è risollevare le sorti del partito in Sicilia ormai allo sfascio e di convincere Leoluca Orlando, sindaco di Palermo a lasciare la DC. Fallisce tutti gli obiettivi. Orlando resta nella DC salvo poi fondare per suo conto "La Rete" e il PCI crolla dal 14,7% al 7,8%.
Ciò nonostante la sua carriera prosegue. Lascia la segreteria regionale siciliana nel 1992 e torna a Roma. Si schiera con D'Alema sostenendo pubblicamente la sua elezione e nel febbraio 1995 diviene responsabile dell'area giustizia e sicurezza del PDS, incarico che gli assicura gli apprezzamenti del "centro-destra" ("Una degnissima persona", dichiara allora il senatore di Forza fascisti Domenico Contestabile; "è l'uomo che ha rotto uno storico tabù della sinistra già comunista", conferma il riformatore pannelliano onorevole Lorenzo Strik Lievers). Ma si merita i mugugni di quei magistrati o ex magistrati impegnati a contrastare la controriforma della giustizia. Giuseppe Ayala, ex magistrato e all'epoca deputato di Alleanza democratica ebbe a dire che Folena è "il nuovo cavaliere che vuole rimettere inopinatamente in pista un vecchio cavallo di battaglia di Bettino Craxi: l'asservimento dei pubblici ministeri all'esecutivo". Certo è che si guadagna così un posto nella Bicamerale golpista di D'Alema alla quale partecipa convinto.
Finito l'idillio con D'Alema (sembra anche per problemi non politici), inizia quello con Veltroni divenendo il coordinatore nazionale dei DS. Dopo il Congresso di Pesaro, che elegge Fassino segretario, Folena diventa esponente di spicco del Correntone.
Come deputato della circoscrizione di Manfredonia, sostiene fin dalle primarie il suo vecchio pupillo Nicki Vendola candidato nella primavera 2005 governatore della Puglia e si candida lui stesso, senza successo, a sindaco di Mattinata, piccolo comune salentino. Avvalora la tesi che questa sua candidatura sia stata una trappola ordita dal suo stesso partito per farlo fuori: "C'è stata una ostilità organizzata, una freddezza da parte di settori dei DS di Manfredonia che però non inizia oggi. Due anni fa fu sottoscritto un appello contro di me... Sono stato delegittimato da esponenti del mio partito. Mattinata è l'ultima cosa".
Dopo essere stato "trombato", Folena decide di lasciare i DS. Scrive una lettera a Fassino pubblicata su l'Unità dell'11 aprile: "Questa vittoria (di Vendola, ndr) dà anche a me una grande responsabilità. Non è un'eccezione, ma impegna a lavorare, oltreché su candidature vincenti com'è stata quella di Nicki, su soggettività nuove che vadano oltre le esperienze del passato (comunismo, socialismo, liberalismo democratico, centrismo, magari con una spruzzata di movimenti). è una sfida di lungo periodo. Ma urge cominciarla da ora. è una sfida sui contenuti". Dopo due giorni Liberazione pubblica una sua lettera aperta in cui, rivolgendosi al "Caro Fausto", confessa che "la sofferenza del distacco dal partito in cui ho militato per tanti anni è fortemente attutita dall'attrazione che su di me esercita la svolta che hai impresso alla politica, alla cultura e alle idee di Rifondazione e della sinistra italiana. La recente adesione al PRC di Pietro Ingrao ne è la testimonianza più significativa".
Folena in particolare apprezza la svolta nonviolenta di Bertinotti che è "l'occasione per la sinistra - tutta: comunista, socialista, democratica - di uscire da una visione sbagliata del potere per il potere... Il potere è un mezzo, non può essere il fine". E così si descrive: "Oggi sono un socialista di sinistra, pacifista, interessato ai beni comuni, inquieto, segnato da una ricerca interiore e religiosa".
La verità è che Folena ha visto nella svolta a destra di Bertinotti l'occasione per creare un "ponte" che unisca la "sinistra riformatrice e radicale, democratica e partecipativa, pacifista, antiliberista, ambientalista, libertaria e fortemente innervata nel mondo e nelle ragioni del lavoro" e riesca quindi a condizionare il "centro-sinistra". "Il problema non è una sinistra che conti di più del centrosinistra - aveva spiegato a "il manifesto" del 13 aprile 2005 -, ma un centrosinistra più di sinistra".
A questo scopo Folena ha promosso assieme a Gianni Rinaldini, Paolo Nerozzi, Carlo Podda, Francesco Martone, Antonello Falomi, Anna Pizzo, Mario Agostinelli, l'Associazione Sinistra Romana, l'Associazione Punto Rosso, una nuova formazione politica riformista e anticomunista, "Uniti a sinistra", che ha visto la luce il 9 luglio dell'anno scorso in un'Assemblea a Roma, che si propone appunto di riunire la "sinistra diffusa, senza casa o con una casa poco accogliente", cosicché "si creino, con Rifondazione, con la sinistra DS e con tutti coloro che accettano di rimettersi in discussione le condizioni per una costituente della sinistra da cui nasca una nuova soggettività politica dai tratti orizzontali che faccia della critica al neoliberismo e alla guerra il suo fondamento: non un partito novecentesco ma una soggettività democratica radicalmente nuova, una sinistra figlia del 2000 e non del secolo fordista" (Liberazione, 9 luglio 2005).
Infatti Folena è divenuto un protagonista del processo che dovrebbe portare alla costituzione formale, all'indomani del voto e comunque entro l'estate 2006, della Sezione italiana della Sinistra europea. Molte organizzazioni che fanno parte della rete "Uniti a sinistra" hanno già aderito a pieno titolo alla Sinistra europea, e la stessa rete ha chiesto ufficialmente di poter diventare "osservatore". Folena ha tenuto fra l'altro la relazione introduttiva dell'Assemblea politico programmatica della Sinistra europea che si è tenuta a Roma il 18 e 19 marzo 2006. Presentando questa assemblea in un'intervista a "Liberazione" dell'11 marzo ha così descritto il "programma fondamentale della sinistra": "Quello che mette insieme chi nell'esperienza di Rifondazione comunista e chi invece non si dice comunista, ma si può dire o socialista o laburista, legato al movimento sindacale, cattolico di sinistra, ma che comunque è pacifista, antiliberista, e si pone in termini inediti il tema del 'socialismo'". E infatti, Folena vagheggia di un "socialismo del XXI secolo", che di socialismo non ha proprio un bel nulla e non è altro che capitalismo un po' riformato. Tant'è vero che Folena non fa mistero di riconoscersi perfettamente nel programma di governo dell'Unione che tutto è fuorché un "programma di sinistra".
La "sinistra" a cui si riferisce Folena è solo una "sinistra" borghese che ha lo scopo di ingabbiare la classe operaia, i giovani rivoluzionari, le masse anticapitaliste all'interno del regime capitalista, neofascista, presidenzialista e federalista. In fondo questa è sempre stata la vocazione del buon cattolico riformista e anticomunista Folena.

29 marzo 2006