Renato Soru, un capitalista alla testa dell'Ulivo+Rifondazione in Sardegna
Renato Soru è fondatore, presidente e fino a pochi anni fa, amministratore delegato di Tiscali, azienda nata a Cagliari nel 1997 come operatore telefonico e "Internet Provider" regionale.
In nemmeno tre anni questa azienda è diventata il secondo operatore Internet a livello europeo, dopo la tedesca T-online.
Soru nasce nel 1957 a Sanluri, a 40 km. da Cagliari da famiglia piccolo borghese.
Il padre, custode di scuola media , impresario di pompe funebri e poi edicolante e libraio, alla morte lascia al figlio i lavori di costruzione del primo supermercato in provincia di Cagliari, avviando il figlio all'attività imprenditoriale. La madre gestisce una drogheria.
Dopo la laurea alla Bocconi viene assunto alla Lazender, società che si occupa di "corporate finance". Poi lavorerà in qualità di manager alla CBI Merchant (Compagnia Banche Italiane, che si occupa di intermediazione titoli e operazioni finanziarie), dove guadagna circa 350 milioni di lire all'anno, quando lascerà (1992) per rientrare in Sardegna a fare l'imprenditore.
Qui inizia la sua attività di costruttore di supermercati e ipermercati.
Verso circa il 1995 si rivolge al nuovo business della rete, grazie ai suoi contatti con l'imprenditore Nicki Grauso, allora proprietario de "L'Unione Sarda", un losco figuro (che avrà un oscuro ruolo nel sequestro di Silvia Melis nel 1997) in odore di massoneria e di P2 e con simpatie politiche con Cossiga, Fini e Berlusconi, il cui rappresentante in Sardegna, Pili, ha poi apertamente sostenuto. Dopo il fallimento dell'avventura con Grauso, a cui Soru ha espresso sempre parole pubbliche di stima e riconoscimento acquista da lui una licenza per operare in Cecoslovacchia, dove originariamente si era recato per la realizzazione di un centro commerciale.
Con un investimento di 300 milioni di lire fonderà la "Czech On Line", che cederà successivamente a un gruppo tedesco per svariati miliardi di lire..
Nel 1997, tornato in Sardegna fonda Tiscali, dal nome di una antica cittadella nel cuore della Sardegna. Iniziata con una semplice attività a livello regionale, la marcia di Tiscali è veloce e impressionante. Estende l'attività a livello nazionale. Successivamente lancia TiscaliFreeNet, primo servizio di accesso gratuito ad internet in Italia, e inoltre quoterà in borsa il 23% della società, con la famelica ambizione di diventare operatore europeo.
In pochi mesi il valore delle azioni di Tiscali va dai 46 Euro originari a oltre 1.000 Euro, permettendogli di capitalizzare quanto la FIAT.
Segue nel '99 la costituzione di "Andala UMTS" insieme a Franco Bernabè (ex amministratore delegatodi Telecom), che vincerà l'assegnazione di una delle 5 licenze per i cellulari UMTS.
Oltre al nuovo socio Bernabè si aggiungeranno poi imprenditori nemici della classe operaia quali De Benedetti e Romiti.
In questi ultimi anni tutta una serie di acquisizioni di aziende europee porteranno Tiscali alla tanto agognata ribalta europea.
In una conferenza stampa nell'agosto 2003 Soru annuncia la sua intenzione di candidarsi alle prossime elezioni regionali. Dalla fine di marzo 2004 diventa il leader della coalizione dell'Ulivo con Rifondazione, con l'avallo di DS, Margherita, PRC, SDI-Su, PDCI, Udeur, Repubblicani Europei, Italia dei Valori e Verdi, con l'obiettivo di ottenere un collegio unico per la Sardegna , quindi non più insieme alla Sicilia, alle elezioni europee.
Soru e il resto della cricca hanno corteggiato anche il Partito Sardo d'Azione, che alla fine ha deciso di non salire sul carrozzone di "Sardegna Insieme con Renato Soru" ma bensì di unirsi a "Sardigna Natzione", formando il cosiddetto "Polo identitario" sotto il nome di "Sardigna Libera"
La storia di Renato Soru, abituato a maneggiare miliardi, aziende e forza lavoro come se fossero noccioline e avvezzo ad andare a braccetto con squali del calibro di Romiti, parla da sé.
Soru dice di avere a cuore "le riforme" in contrapposizione a quello che lui chiama il "polo dei conservatori" (cioè la casa del fascio), sposando quindi un iperliberismo alla D'Alema e alla Blair che di sinistra non ha nulla.
Come può avere a cuore un simile figuro uno dei maggiori esponenti del capitalismo italiano, l'interesse dei ceti più poveri e soprattutto della classe operaia, buttando fumo negli occhi agli elettori infarcendo i suoi discorsi di pacifismo, ambientalismo e solidarismo di matrice cattolica?