Le biografie dei candidati alla poltrona di governatore della Campania
Caldoro e De Luca le due facce della stessa medaglia del regime neofascista
dal nostro corrispondente dalla Campania

Stefano Caldoro

Laureato in scienze politiche, consulente d'azienda. Nel 1985 è eletto consigliere regionale e presidente della Commissione ambiente, trasporti, lavori pubblici, per il Psi del piduista e ladrone di Stato Bettino Craxi. Sempre per il Psi nel 1992, in piena Tangentopoli, a soli 32 anni diventa deputato. A Montecitorio è capogruppo nella Commissione lavoro e fa parte della Commissione per le politiche comunitarie. Nel 1994, dopo lo scioglimento del Psi, decide di seguire Gianni De Michelis in Forza Italia, il partito di proprietà di Berlusconi e Dell'Utri che conquista il governo a seguito di ancora oscure trattative con la mafia.
Nel 1999 viene candidato alla presidenza della provincia di Napoli, risultando sconfitto. Nel 2001 è tra i fondatori del Nuovo Psi che aderisce alla Casa del fascio. Dopo la vittoria elettorale viene nominato prima sottosegretario del governo Berlusconi II e poi, dal 30 dicembre del 2004, viceministro di Letizia Moratti al Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca. Contribuisce dunque in prima persona all'opera di demolizione dell'istruzione pubblica ed alla costruzione della scuola e dell'università classista del regime neofascista.
Con la costituzione del governo Berlusconi III, viene promosso ministro per l'Attuazione del programma di governo, carica strategica per il cavaliere piduista di Arcore, che mantiene dal 22 aprile 2005 fino alla fine della legislatura nel 2006. Dal 2001 è componente del Consiglio di amministrazione della Cassa Depositi e Prestiti.
Il 23 e 24 giugno del 2007 all'Hotel Midas di Roma viene designato Segretario nazionale del Nuovo Psi. Alle elezioni politiche del 2008 è candidato nelle liste del Pdl nel collegio Campania 1 come terzo nel listone dopo Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini. Viene ovviamente "eletto" e aderisce al gruppo del Pdl alla Camera. Nel marzo del 2009 è tra i fondatori del Popolo della libertà (il partito unico fascista) e diventa membro della Direzione nazionale.
Come denuncia il Mattino in un articolo dal titolo "Codice etico Ko" le sue liste, come quelle del suo "amico-rivale" del Pd Vincenzo De Luca, sono piene zeppe di indagati. Caldoro del resto è tra i primi ad applaudire alla decisione del coordinatore regionale del Pdl e sottosegretario Nicola Cosentino di ritirare le dimissioni a seguito dell'inchiesta che lo vede indagato quale referente del clan mafioso dei Casalesi: "Sono stato il primo - ricorda - a dire che ci doveva ripensare".
È appoggiato tra gli altri da La destra di Storace, l'Unione di centro di Casini, l'Udeur della famiglia Mastella e la nuova Democrazia cristiana.
No comment sull'attività di "giornalista" di questo neofascista doc della prima ora. Il titolone di uno degli ultimi numeri di Lab socialista, giornale di partito di cui è direttore è: "Cresce il reddito delle famiglie" con tanto di gigantografia di una famiglia, madre, padre e figlia, biondissimi e sorridenti, che corrono felici in riva al mare.

Vincenzo De Luca

Ex-deputato del Pd-Ulivo, plurinquisito per gravissimi reati come associazione a delinquere, concussione, truffa e falso, è l'attuale neopodestà di Salerno al terzo mandato.
Che non sia, e non sia mai stato, un "uomo di sinistra", che anzi il suo modello sia proprio il nuovo Mussolini che siede a Palazzo Chigi, lo ha dichiarato lui stesso molto di recente: "Io rappresento la destra europea. Sono un gobettiano liberale... Di Berlusconi mi piace che è esattamente come si presenta, autentico. Rifiuta ogni doppiezza, io lo trovo apprezzabile".
E non è un caso allora se la sua televisione privata, Lira Tv, si ispira sfacciatamente al modello giornalistico neofascista di Emilio Fede.
Anche la sua biografia politica parla chiaro.
Eletto nel consiglio comunale di Salerno nel 1990, nella primavera del 1993 diviene sindaco per la prima volta. La magistratura ben presto si occupa di lui. Nell'agosto 2001 in seguito all'incendio del sito di trasferenza dei rifiuti della frazione di Ostaglio è condannato in primo grado a 4 mesi e 12 mila euro di multa, insieme a Mario De Biase (sindaco di Salerno dal 2001 al 2006) per violazione delle norme igienico sanitarie del decreto Ronchi: entrambi firmarono, in condizioni di emergenza, il trasferimento di 20 mila tonnellate di rifiuti nel sito che i giudici giudicarono "abusivo" e "privo di autorizzazioni".
Nel dicembre 2005 è iscritto nuovamente nel registro degli indagati nell'ambito delle indagini sul progetto urbanistico "Seapark", il megaprogetto di parco turistico che sarebbe dovuto sorgere sull'area dismessa della Ideal Standard assorbendo i 204 operai licenziati, e che invece non ha mai visto la luce, mentre gli operai sono rimasti in cig e in mobilità sino ad oggi. Nel corso dell'inchiesta il sostituto procuratore presenta per tre volte richiesta di custodia cautelare, ma le istanze sono respinte dal gip. Nel dicembre 2008 con altri 46 imputati, viene rinviato a giudizio per "truffa ai danni dello Stato" e "falso" in relazione alla delocalizzazione delle fabbrica MCM in località Fratte, una operazione antioperaia di deindustrializzazione selvaggia collegata al già citato magaprogetto di speculazione edilizia. Nell'aprile 2009 il rinvio a giudizio è confermato per De Luca ad altri 13 imputati (tra cui il solito braccio destro Mario De Biase, ed il presidente dell'Unione Industriali di Napoli, Gianni Lettieri).
Per quanto riguarda l'attività di deputato, secondo quanto rivela il settimanale L'espresso, è stato il più assenteista alla Camera nel 2006. Tuttavia, durante la legislatura, è stato il primo firmatario di tre proposte di legge, una per rendere facoltative le circoscrizioni, una relativa alle società di trasformazione urbana (Stu), lo strumento urbanistico da lui prediletto per svendere la città ai pescecani capitalisti a lui collegati, ed una per la modifica del codice penale in materia di ingiuria a pubblici ufficiali. Il 16 gennaio 2008 è stato nominato dal presidente del consiglio Romano Prodi commissario delegato per la realizzazione di un inceneritore nel comune di Salerno.
Nella ormai quasi ventennale attività di neopodestà di Salerno, De Luca oltre a quella di "padre-padrone" della città si è aggiudicato altri due soprannomi, "Vicienzo 'a funtana" e "O'sceriffo", per la mania di inaugurare fontane e per quei manganelli elettrici sfollagente di cui ha dotato i vigili urbani, che ama affiancare nel corso delle operazioni di rastrellamento e "disinfestazione" del "salotto buono" della città da senza tetto e migranti, che, specie se irregolari, gli piacerebbe "prendere a calci nei denti e buttare a mare".
L'ultima sua invenzione in tema di speculazione edilizia è il contestatissimo progetto "Crescent", un gigantesco emiciclo sul mare, "sarà più grande di San Pietro" - ha detto. Disegnato dal catalano Ricardo Bofi questo opera sventrerebbe Piazza Libertà, nella storica area di Santa Teresa, per fare posto a lussuose abitazioni, spiaggia e parcheggi, rigorosamente privati. De Luca per l'occasione avrebbe pensato anche ad "un sobrio mausoleo" per le sue ceneri "quando, tra mille anni, passerò a miglior vita". Poi il megalomane si è corretto: "Scherzavo, non mi hanno capito... Al massimo ci faccio mettere una ciocca di quei pochi capelli scampati alla chierica" (da Il Corriere della Sera - 15 febbraio 2010).
Sta di fatto che le associazioni e comitati di cittadini per la sua vicinanza al mare paragonano lo scempio paesaggistico ed ambientale a Punta Perotti sul litorale di Bari, altri notano le somiglianze con il famigerato Fuenti, abbattuto dopo una estenuante battaglia ambientalista alcuni anni fa. Denunce chiare e circostanziate che non hanno impedito alla Federazione dei Verdi di appoggiare la sua scalata alla poltrona di governatore che è iniziata nel 2005 quando alla Festa dell'Unità di Agropoli lanciò il guanto di sfida al governatore Bassolino.
De Luca sostiene che se in Campania non vince lui e prevale il "centro-destra" "si consegna la regione ai Casalesi". Ma nel 2007, non riuscendo a imporre la sua candidatura a sindaco al suo partito, che aveva candidato Alfonso Andria della Margherita, De Luca presentò una sua lista personale andando lui al ballottaggio con Andria (il "centro-destra" arrivò terzo). In quel frangente, De Luca non si fece tanti problemi se dietro il "centro-destra" ci fosse o meno il clan dei Casalesi, visto che incontrò, come racconta il senatore del Pdl Vincenzo Nespoli (ex An, imputato per concussione), i vertici di Forza Italia e An per chiederne i voti. "Noi - prosegue Nespoli - finimmo per appoggiarlo, come male minore". E De Luca vinse il ballottagio.
De Luca il 6 febbraio scorso si è aggiudicato l'appoggio dell'Idv di Antonio Di Pietro che lo ha invitato ad intervenire al congresso in corso a Roma con tanto di standing ovation. Il 7 febbraio è stata la volta dei Radicali, dei socialisti e di "Sinistra Ecologia Libertà" del trotzkista liberale Nichi Vendola.
La "sinistra" del regime neofascista ci ha messo meno di un secondo a dimenticare le clamorose bufere giudiziarie che lo qualificano come referente politico di una spregiudicata piovra affaristica trasversale (che a Salerno ha in pugno le associazioni imprenditoriali, le aziende partecipate, la sanità, i sindacati e l'"opposizione"), il clientelismo, la corruzione e il nepotismo che contraddistingue la sua corrente politica non meno di quella del suo rivale di partito Antonio Bassolino e le sue liste elettorali non meno di quelle che appoggiano il suo amico-rivale Stefano Caldoro del Pdl, "a cui - De Luca precisa - non verrà mai meno la mia stima personale".

10 marzo 2010