Al grido "venduto, venduto!"
Duramente contestato Bonanni alla Festa del PD
Inevitabile quando i sindacalisti venduti superano il segno. l'Unità neoliberale, Liberazione e Il manifesto trotzkisti attaccano i contestatori
Askatasuna: "I nemici esistono. I toni non vanno abbassati mai ma accesi al massimo"
Si moltiplicano le contestazioni alla festa nazionale del PD organizzata a Torino. Appena 4 giorni prima il presidente del Senato, nonché esponente di primo piano del partito del neoduce Berlusconi, Renato Schifani, invitato a parlare sul tema: "Le istituzioni alla prova" era stato sonoramente fischiato dai presenti e apostrofato con "mafioso", "colluso", "vergogna". Mercoledì 8 settembre è stata la volta del segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, presente alla festa per discutere di "Lavoro e sviluppo". Un invito questo, con tutta evidenza, a rischio di contestazioni, considerate le posizioni assunte da Bonanni, insieme al segretario della Uil, Luigi Angeletti, sfacciatamente filo-padronali e filo-governative, considerati gli accordi separati da costoro sottoscritti per la controriforma del modello contrattuale e per il piano di Marchionne per la Fiat di Pomigliano che fa scempio dei diritti dei lavoratori e instaura relazione di stampo neo-corporativo neo-fascista, considerato infine che, proprio il giorno avanti, Federmeccanica aveva arrogantemente disdettato il contratto dei metalmeccanici 2008-2011 senza che questi sindacalisti complici e collaborazionisti battessero ciglia.
Sul palco sistemato in piazza san Carlo, appena il leader della Cisl ha preso la parola dalla sala è partita una dura contestazione da un centinaio di presenti, per lo più giovani lavoratori, precari e studenti. Dapprima una selva di fischi, poi slogan che ritmavano il grido "venduto, venduto", "vergogna, vergogna". Alcuni hanno dispiegato uno striscione con su scritto: "Marchionne comanda, Bonanni obbedisce". Altri esponevano dei cartelli dove vi era raffigurata una banconota da 50 euro, la faccia di Bonanni e la scritta "Denaro è un buon servo e un cattivo padrone". E' circolato anche un volantino che apriva con: "Bonanni ha spianato la strada, Federmeccanica ha agito indisturbata, Marchionne, Marcegaglia e Berlusconi ringraziano, il PD l'invita ma i lavoratori li contestano". E terminava: "Bonanni e Angeletti, i padroni e gli sfruttatori vi ringraziano. Il PD vi invita, la gente che fatica si schifa".
Rabbiosa la reazione di Enrico Letta direttamente dal palco e del "servizio d'ordine" del cislino Bonanni. Sono volate seggiole verso i contestatori, spintoni e qualche cazzotto. In questo contesto è partito un petardo, lanciato sembrerebbe da una giovane studentessa, che ha sfiorato Bonanni. L'intervento della polizia ha chiuso l'episodio. Come era accaduto con Schifani, ma in questo caso forse di più, si è messo in moto il carosello delle dichiarazioni degli esponenti della destra e della "sinistra" borghese, da Fini a Bersani, passando per Di Pietro e Vendola, per i ministri del governo Berlusconi Sacconi in testa, dirigenti confindustriali; e anche il segretario della Cgil, Guglielmo Epifani, si è fatto sentire per solidarizzare con il "povero" Bonanni e attaccare ferocemente i contestatori. Un po' tutti ci sono andati giù pesante, le accuse più ricorrenti: "aggressione squadristica", "nemici della democrazia", "violenza politica che riporta al tempo del terrorismo".
A questa canea hanno partecipato, due dei principali quotidiani della "sinistra" borghese, il manifesto trotzkista e l'Unità neoliberale. il primo con un corsivo in prima pagina che definisce quello messo in atto da "alcuni giovani dei centri sociali torinesi... un atto stupido... Così si è santificato - si legge - 'l'avversario' costruendogli intorno una solidarietà più ampia del consenso alle sue politiche". Il secondo con un editoriale a firma del direttore, Concita de Gregorio, che, sin dal titolo, condanna la contestazione "senza se e senza ma". La de Gregorio mischia strumentalmente fatti tra loro del tutto diversi, tirando in ballo persino l'assassinio camorristico del sindaco, Angelo Vassallo, sale in cattedra per dire che "non possiamo ammettere che la parola di chicchessia sia spenta con gesto violento" e invita tutte le forze politiche a respingere "la violenza come forma di protesta" altrimenti "Fuori dalle porte di un paese democratico (ma in Italia impera il regime neofascista della terza repubblica, ndr), fuori dalla legalità: fuori"!
Liberazione trotzkista, organo del PRC, in una nota non firmata, quindi attribuibile al direttore Dino Greco, pubblicata due giorni dopo l'accaduto scrive senza imbarazzo: "E' fuori discussione e senza mezzi termini la condanna dell'aggressione subita da Raffaele Bonanni. Perché non rimanga ombra di dubbio circa la nostra concezione della democrazia come terreno esclusivo sul quale noi intendiamo debba svolgersi il conflitto sociale e la lotta politica".
Il centro sociale "Askatasuna", tirato in ballo con toni dispregiativi, in diversi interventi come organizzatore della contestazione, in un comunicato stampa del 9 settembre, ignorato dai media, compresi quelli di "sinistra" che si riempiono tanto la bocca di democrazia, ha difeso come legittima tale contestazione finalizzata a impedire a Bonanni di parlare perché "è il responsabile di quanto sta avvenendo nel nostro paese con la Fiat e più in generale nel mondo del lavoro. E' la sponda certa per Confindustria e Governo su qualsiasi argomento". "Togliere la parola a qualcuno - si legge - non è una cosa fuori dal mondo, del resto a quanti è tolta la parola (e dignità) tutti i giorni per le scelte dei vari Bonanni". Agli inviti interessati a non oltrepassare il concetto di avversario per non "rispolverare la figura del nemico" e ad abbassare i toni, Askatasuna risponde che "esistono le categorie dei nemici... siamo di parte" e lottiamo per quella parte che lavora ed è sottomessa a chi comanda e governa. "Altro che abbassare i toni", di fronte all'offensiva di governo e padronato "qui i toni - è la conclusione - sono da accendere al massimo volume".

10 settembre 2010