LE TRE COSE FONDAMENTALI DI SCUDERI COSTITUISCONO LE FONDAMENTA DELLA MILITANZA MARXISTA-LENINISTA
di Denis Branzanti
Durante l'incontro avuto con un operaio tenutosi l'8 dicembre 2000 a Firenze il compagno Giovanni Scuderi, Segretario generale del PMLI, ha lanciato le 3 cose fondamentali da tenere sempre a mente. Queste 3 cose, come i precedenti 6 inviti ai giovani militanti del PMLI, vanno raccolti, impugnati, studiati, discussi e applicati nella pratica.
Le 3 cose fondamentali da tenere sempre a mente ci devono accompagnare per tutta la vita, potranno essere arricchite da altre quando la situazione cambierà ma queste rimarranno per sempre e costituiscono le fondamenta della nostra militanza.
Senza di esse commetteremmo degli errori che ci farebbero sbandare a destra o a "sinistra''.
1) La cosa più importante per un marxista-leninista è avere una concezione proletaria del mondo, che si acquisisce solo studiando il marxismo-leninismo-pensiero di Mao e applicandolo nella pratica, tenendo presente la realtà concreta in cui si opera. Senza di che è impossibile fare bene la lotta di classe e riportare delle vittorie per il proletariato, il Partito e il socialismo.
Lo studio è l'elemento fondamentale della militanza nel PMLI. All'articolo 13 dello Statuto del Partito il primo dovere di un militante è "studiare e praticare il marxismo-leninismo-pensiero di Mao Zedong, diffonderlo tra il proletariato e le larghe masse popolari''; da questo dipende l'esistenza del PMLI. Il PMLI è nato nella lotta del marxismo-leninismo-pensiero di Mao contro la borghesia, nella lotta tra la concezione proletaria del mondo e quella borghese, in questa lotta il PMLI è nato, si sviluppa e trionferà. Ma perché trionfi occorre che esso sia unito e compatto, che al suo interno si dia battaglia contro la concezione borghese del mondo. I militanti devono studiare assiduamente il marxismo-leninismo-pensiero di Mao, principalmente su "Il Bolscevico'', il libro più importante del proletariato italiano, e sui testi dei cinque grandi maestri del proletariato internazionale Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao. Occorre studiare, non in una stanza chiusa ma all'aperto, nelle fabbriche, nelle scuole, nei luoghi di vita e di ritrovo delle masse. Occorre studiare non solo sui libri ma anche la lotta di classe, la lotta tra le due linee dove essa si svolge, dove vi sono le contraddizioni. Perché è solo nella lotta che la teoria rivoluzionaria dei cinque maestri si evolve, si sviluppa, assume nuove forme mantenendo inalterato il contenuto, il progresso si ha solo nello scontro tra il giusto e lo sbagliato. Solo studiando si può intervenire nelle contraddizioni e risolverle, ma anche solo calandosi nella situazione specifica si possono comprendere le situazioni per elaborare le soluzioni e quindi tornare a studiare, per poi tornare fra le masse in un ciclo senza fine, ben rappresentato dalle parole del Segretario generale Giovanni Scuderi: "Studiare, concentrarsi sulle priorità, radicarsi; radicarsi, concentrarsi sulle priorità, studiare''.
Lo studio, lo ripeto, è fondamentale, senza il quale si cade nelle braccia della borghesia che forte della sua influenza ultracentenaria, manovra e corrompe le coscienze.
Solo opponendole una concezione del mondo, quella proletaria, si può lottare la borghesia e ricacciarla indietro. Tale concezione proletaria comporta un cambiamento dell'intera nostra vita, ci fa mettere al 1° posto non i nostri interessi personali, l'individualismo, l'egoismo, il frazionismo, la divisione, la prevaricazione, tutte espressioni della borghesia, bensì gli interessi del proletariato e delle larghe masse popolari e lavoratrici, la lotta di classe, lo studio, il radicamento. Ci fa mettere al primo posto il PMLI, che è la nostra vita, perché il PMLI e solo il PMLI può scardinare il sistema capitalista e condurre il proletariato alla vittoria; solo col PMLI ci possiamo emancipare dalla borghesia e raggiungere il nostro primo obiettivo: la libertà dallo sfruttamento capitalistico.
2) "I membri operai del Partito devono impegnarsi a fondo a livello ideologico, politico, organizzativo e pratico affinché costituiscano davvero la testa e l'ossatura portante del PMLI''.
Gli operai subiscono più di ogni altro lo sfruttamento capitalista. Questo perché il capitalismo poggia appunto sullo sfruttamento degli operai grazie alla proprietà privata dei mezzi di produzione.
Gli operai quindi per il particolare ruolo che rivestono nella produzione ne sono anche l'elemento fondamentale seppure relegati nello scalino più basso della scala della produzione.
Il sistema socialista ribalta completamente tale sistema di produzione: l'operaio non è più un mezzo di produzione e facilmente sostituibile con un altro e per questo con meno valore di una macchina, nel sistema socialista l'operaio costituisce il centro della società, perché se è vero che deve governare chi lavora, allora l'operaio non potrà che costituire la testa e l'ossatura del socialismo.
Gli operai sono coloro che maggiormente intervengono nella produzione che è ciò che soddisferà i bisogni delle masse, per cui gli operai sono al servizio delle masse.
Gli operai nel lavoro imparano l'organizzazione, l'aiuto reciproco, la solidarietà di classe, imparano a soffrire insieme, a lottare insieme e vincere insieme le proprie battaglie.
Questa è l'importanza che avranno gli operai nel socialismo ed è quindi logico che in un Partito che vuole il socialismo essi ricoprano al suo interno lo stesso ruolo che avranno poi nel socialismo.
Il PMLI non potrà fare la rivoluzione e raggiungere il socialismo senza gli operai, chi andrebbe al potere in una rivoluzione senza gli operai? Forse gli intellettuali, la piccola borghesia rivoluzionaria o chi altro? In ogni caso si tratterebbe di classi o strati non proletari e quindi presto scivolerebbero verso la borghesia e il capitalismo.
Occorre quindi che nel PMLI prendano il posto che compete loro tantissimi operai, e tantissimi altri si avvicinino e si mettano al suo fianco. Gli operai militanti del PMLI devono essere i primi a recepire le indicazioni e le direttive, devono costituire un esempio per tutti i militanti, devono studiare con impegno perché il lavoro porta via molto tempo e si rischia di trascurare la propria formazione, devono dare battaglia applicando la linea del Partito nei propri luoghi di lavoro, devono costituire dei punti di riferimento per gli altri operai che devono vedere in loro dei rappresentanti e delle guide, devono avere un corretto metodo di lavoro e stile di vita devono veramente costituire la testa e l'ossatura del Partito, essi si sono caricati sulle spalle un peso grandissimo, ma la valorosa classe operaia italiana e in particolare quella parte, seppur ancora molto piccola, che già ha preso coscienza della sua funzione rivoluzionaria e preso posto nel PMLI, saprà assolvere i suoi compiti, quando la maggioranza degli operai sarà col PMLI, o comunque in una posizione neutrale allora la rivoluzione e il socialismo saranno davvero vicini.
3) "Non bisogna avere una visione idealista del Partito. In esso esistono delle contraddizioni e la lotta tra le due linee in maniera latente o aperta. Quanto più il Partito diventerà grande, forte e radicato, tanto più la borghesia, attraverso i suoi agenti mascherati, tenterà di dare l'assalto alla direzione e alla linea del Partito per rovesciarla e impadronirsi del Partito.
Bisogna quindi essere sempre vigilanti e intervenire tempestivamente affinché tale sciagura non si compia. Ogni idea, proposta, parola d'ordine, atteggiamento e iniziativa, da chiunque professate e suggerite, non coerenti con la linea proletaria rivoluzionaria del Partito vanno risolutamente denunciate e combattute''.
Occorre vigilare attentamente sulle idee che circolano nel Partito, sulle singole posizioni, anche sui metodi di lavoro e gli stili di vita anche fuori del Partito.
Ciò che è successo nei gloriosi PCUS e PCC deve essere per noi un monito perenne. Mai abbassare la guardia, alzare le spalle di fronte a un errore, nascondere le proprie idee errate per non essere criticati. In ciò ci sarà di utilissimo insegnamento l'opuscolo di Mao "Contro il liberalismo''.
è inevitabile che in particolare con l'ingresso di nuovi militanti entrino nel Partito anche lo stile di lavoro e di vita che progressivamente si trasforma da borghese in marxista-leninista, ma nel frattempo queste due linee si scontrano a volte aspramente e solo con la vittoria della linea marxista-leninista il compagno potrà diventare un membro effettivo del PMLI, d'altronde il periodo di candidatura serve proprio a questo. Ma la nostra attenzione non va riservata solamente a noi stessi ma a tutti i compagni fino al massimo vertice, ma in particolare occorre vigilare su se stessi. Il fatto di stare nel Partito da tanti anni, di aver corretto eventuali errori commessi, non ci rende immuni dall'influenza della borghesia. Infatti noi viviamo in una società borghese e inevitabilmente, anche non volendo e inconsapevolmente siamo portatori di germi generati e diffusi dalla borghesia. Nessuno si deve sentire un perfetto marxista-leninista. Come ha detto Mao solo una persona nata in un sistema socialista completamente realizzato, e si può quindi dire nel comunismo, potrà avere una coscienza integralmente socialista e comunista, anche se rimarranno le contraddizioni tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato fra il progresso e il regresso.
Anche oggi esiste questa battaglia. Mentre nel socialismo riguarderà singole decisioni sull'economia o i programmi di lavoro, oggi riguarda l'intero sistema politico e il suo pensiero dominante.
Il PMLI è il Partito della rivoluzione socialista italiana, il solo che vuole e può abbattere il capitalismo e realizzare il socialismo. La borghesia e il proletariato, le due maggiori classi esistenti, sono antitetiche, non possono essere conciliati gli interessi della borghesia e del proletariato, perché l'uno schiaccia l'altro e provoca inevitabilmente la lotta di classe e le guerre. In questa storica lotta il PMLI appoggia, sostiene e fa sua, facendone parte, la giusta causa dell'emancipazione del proletariato. Per questo motivo la borghesia ha tentato di eliminare il PMLI sin dalla sua nascita. Ci ha provato coi processi e con le aggressioni ma non vi è riuscita, ci ha provato coi suoi agenti infiltrati nelle file del PMLI e ha fallito ancora una volta, ma non per questo si è rassegnata, col tempo, con la crescita e il radicamento del PMLI la borghesia organizzerà nuove aggressioni, nuovi processi, manderà nuovi agenti al suo interno per disorganizzare il lavoro, creare discordia, fargli cambiare linea e quindi colore e integrarla al suo interno.
Mentre per le aggressioni e i processi il Partito si può difendere, nel limite delle sue forze e possibilità, perché il nemico è chiaro e si pone di fronte minaccioso, discorso diverso occorre fare per gli agenti della borghesia che si presentano come amici, a parole appoggiano la linea del Partito ma nella pratica fanno il contrario, a volte esaltano gli altri compagni per creare un loro senso di superiorità personale. Ciò può venire sia da elementi borghesi infiltrati appositamente nelle file del proletariato ma anche da militanti che inconsapevolmente si fanno portatori dell'influenza della borghesia all'interno del PMLI ma che non per questo devono essere risparmiati dalla critica.
Due sono le armi principali che abbiamo nelle nostre mani per difendere il Partito da questo tipo di attacchi: uno è lo studio, l'altro sono la critica e l'autocritica. Occorre studiare a fondo, non leggere distrattamente, saltuariamente o pensando di aver capito tutto. Lo studio del marxismo-leninismo-pensiero di Mao è un sistema di lavoro che presuppone un connubio di teoria e pratica che ripete all'infinito.
La critica e l'autocritica sono i mezzi attraverso i quali si possono correggere gli errori degli altri e i propri. La critica e l'autocritica vanno utilizzate con severità, rigore ma con spirito proletario.
Nessuno deve avere paura di fare o ricevere una critica o di fare autocritica perché questo è nel bene del Partito, quindi è giusto. Se una critica è giusta allora miglioriamo il nostro lavoro, se è sbagliata non lascia traccia.
Compagni teniamo bene a mente le tre cose fondamentali indicateci dal compagno Segretario generale Giovanni Scuderi, nel nostro lavoro politico quotidiano, nella vita di Cellula, nel lavoro che svolgiamo fra le masse ma anche e soprattutto nella nostra vita privata per far sì che noi e il PMLI possiamo essere sempre più rossi dentro e fuori.
Coi maestri vinceremo!