Comunicato dell'Ufficio stampa del PMLI
Bravate e lotta di classe
Nella società divisa in classi, come quella italiana di oggi, l'odio di classe è inevitabile e insopprimibile. Lo pratica la borghesia per difendere il proprio potere, come il proletariato per liberarsi dall'oppressione e dallo sfruttamento capitalistici e per conquistare il potere politico e il socialismo.
Il problema per il proletariato è come esprimere l'odio di classe correttamente e senza dare alcun appiglio tattico e propagandistico al nemico di classe.
La via maestra e universale è quella della lotta di classe, che va fatta collettivamente dal proletariato e dai suoi alleati, mai con atti individuali di tipo anarchico o terroristico.
Il giovane muratore che ha compiuto la "bravata" contro Berlusconi è quindi caduto in contraddizione con la lotta di classe. Ma non va dato alcun alibi alla Casa del fascio che sta montando il caso come se fosse stata compiuta una "violenza e minaccia a un corpo politico e amministrativo".
Attualmente nel mirino della lotta di classe non può non esserci il governo del neoduce Berlusconi, che ha restaurato il regime fascista e la politica estera imperialista, interventista e guerrafondaia di Mussolini.
E' un dovere democratico e antifascista buttarlo giù attraverso la lotta di classe e la sollevazione della piazza, ma se si intraprende la via delle bravate e delle azioni individuali avventuristiche contro di esso si finisce col consolidarlo.
La politica rivoluzionaria del proletariato deve guidare l'odio di classe e non viceversa.
Questa è l'opinione del PMLI sulle bravate contro il nuovo Mussolini.

L'Ufficio stampa del PMLI

Firenze, 3 gennaio 2005, ore 9,50
 
I media hanno completamente ignorato questo comunicato. Solo "Libero" l'ha citato, stravolgendone però il senso. Il PMLI, infatti, non ha detto che "il gesto di Del Bosco è un esempio di odio di classe, quindi lecito".