UN BULLDOZER DEI SIONISTI SCHIACCIA UNA PACIFISTA AMERICANA
La giovane cercava di impedire la demolizione di una casa palestinese
Una giovane pacifista americana è stata schiacciata e uccisa nel pomeriggio del 16 marzo a Rafah, nella striscia di Gaza, da una ruspa israeliana mentre cercava di impedire la demolizione di una casa palestinese.
La ventitreenne Rachel Corey assieme ad altri sette pacifisti americani e inglesi si trovavano nel sobborgo di Al Salam dove alcuni bulldozer sionisti stavano demolendo abitazioni palestinesi e campi coltivati a poca distanza dalla frontiera con l'Egitto. Gli altri pacifisti e i palestinesi presenti hanno denunciato che il bulldozer ha intenzionalmente seppellito la giovane sotto un monte di sabbia e calcinacci che poi ha premuto con la pala mentre faceva manovra per andarsene.
Pochi giorni prima Rachel in una intervista alla televisione palestinese aveva condannato l'occupazione israeliana e la violazione dei diritti umani nei territori palestinesi. Arafat l'ha nominata martire della Palestina.
Il corpo della giovane è stato rispedito velocemente negli Usa ma i palestinesi hanno voluto renderle omaggio e allestito a Rafah e a Tulkarem, dove Rachel era stata nei giorni precedenti, un tendone per accogliere amici e altre persone che volevano esprimere la loro solidarietà. Nella città di Gaza si è svolto un funerale simbolico.
I militari israeliani hanno affermato che i pacifisti erano rimasti a fronteggiare le ruspe nonostante i soldati avessero lanciato dei lacrimogeni per disperderli e definito l'omicidio un "deprecabile incidente". Hanno anche definito le azioni dei pacifisti "irresponsabili" perché con le loro azioni in zone di combattimenti "mettono in pericolo la propria vita, la vita della popolazione locale e quella dei nostri soldati"; come a dire che la giovane se l'era cercata.
La tesi dell'incidente non regge. Perché la giovane indossava una giacca fluorescente ed era ben visibile di fronte alla casa presa di mira mentre agitava le mani per fermare il bulldozer. Inoltre non è la prima volta che nel corso delle demolizioni gli occupanti sionisti causano delle vittime civili: neanche dieci giorni prima avevano ucciso una donna incinta a Gaza e il mese scorso un vecchio schiacciato dentro la sua casa in Cisgiordania.