Al vertice di Belfast
BUSH E BLAIR SI SPARTISCONO I BOCCONI PIU' GROSSI DELL'IRAQ
Esclusi dal business della ricostruzione i paesi che si sono opposti all'intervento
L'ONU AVRA' SOLO COMPITI UMANITARI
L'Onu avrà un "ruolo vitale" nel dopoguerra in Iraq ma nel futuro il paese dovrà essere governato dagli iracheni afferma la dichiarazione emessa al termine del vertice di Belfast del 7 e 8 aprile tra George Bush e Tony Blair; in realtà i due capofila imperialisti che hanno condotto l'aggressione all'Iraq si sono spartiti i bocconi più grossi del paese, relegando l'Onu a un ruolo relativo ai soli compiti umanitari e tagliando fuori dai lucrosi affari della ricostruzione i paesi che si sono opposti all'intervento.
Alla vigilia dell'attacco nel vertice delle Azzorre del 16 marzo Bush e Blair, con l'alleato Aznar, avevano fatto riferimento a una possibile risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'Onu per la gestione del dopoguerra in Iraq; una risoluzione che legittimasse a posteriori l'aggressione anglo-americana e per questo motivo respinta da Francia e Russia. Nel secondo vertice di guerra, a pochi giorni dall'occupazione militare di tutto l'Iraq, i due ripetono più volte nella conferenza stampa che l'Onu avrà un "ruolo vitale" che Bush spiega così: "l'Onu aiuterà la gente dell'Iraq distribuendo cibo e medicine e potrà suggerire personalità per l'autorità provvisoria irachena".
"L'Iraq - ha assicurato a sua volta Blair - non sarà governato dalla Gran Bretagna, dagli Stati Uniti o dall'Onu ma dal popolo iracheno. La coalizione di forze che ha vinto il regime di Saddam Hussein farà fronte alla responsabilità di stabilizzare il paese e far funzionare i servizi. Appena possibile passerà la mano a una autorità provvisoria irachena che a sua volta sarà sostituita da un governo rappresentativo". Nella scaletta presentata al vertice di Belfast si prospetta una amministrazione provvisoria anglo-americana per un periodo tra i tre e i sei mesi, il passaggio delle consegne a un governo fantoccio che dovrebbe convocare le elezioni entro un anno dal suo insediamento. In altre parole gli aggressori anglo-americani prefigurano un controllo diretto dell'Iraq per circa un anno e mezzo per gestire la ricostruzione, selezionare il nuovo gruppo dirigente iracheno, controllare le risorse petrolifere. "Gli alleati che hanno rischiato la vita hanno diritto a un ruolo guida", aveva ricordato il segretario di Stato americano Powell in viaggio verso Belfast e annunciato l'entrata in funzione della nuova autorità provvisoria.
Il giorno stesso dell'inizio del vertice di Belfast era in programma a Kuwait City una conferenza stampa, poi rimandata, del responsabile dell'amministrazione provvisoria imperialista in Iraq per presentare i compiti e i componenti già definiti della squadra di governo; la maggior parte della ventina di ministri previsti sono americani affiancati da britannici e australiani. Già prima dell'avvio dell'aggressione Bush aveva nominato responsabile civile dell'amministrazione provvisoria il generale in pensione Jay Garner che risponderà direttamente al comandante militare, il generale Tommy Franks. L'esecutivo guidato da Garner si chiama Ufficio per la ricostruzione e l'assistenza umanitaria (Orha, nella sigla inglese); anche dal nome si capisce che il primo compito sarà quello di gestire gli appalti per la ricostruzione delle città, delle infrastrutture, degli impianti industriali e petroliferi. Affari nei quali difficilmente troveranno posto le aziende dei paesi che erano contrari all'intervento militare; l'ultimo segnale è stato il ricevimento offerto dall'ambasciatore americano in Kuwait per presentare le attività dell'Orha al quale non erano stati invitati i rappresentanti di Francia, Russia e Germania.