BUSH: "IL TEMPO STA PER SCADERE. GUIDERO' UN'ALLEANZA DI PAESI CHE LA PENSANO COME NOI"
"L'Onu dovrebbe raddrizzare la schiena e darsi una spina dorsale. Quanto tempo serve per capirlo?"
POWELL: CONTRO L'IRAQ ANCHE SENZA L'ONU
Il 27 gennaio lo svedese Hans Blix, il responsabile del gruppo di ispettori al lavoro in Iraq per verificare il disarmo di Saddam, ha presentato il primo rapporto al Consiglio di sicurezza dell'Onu confermando quanto già emerso in precedenti dichiarazioni: gli ispettori non hanno trovato nulla. Ma ha anche aggiunto che "l'Iraq non sembra avere completamente accettato neanche ora il disarmo che gli era stato richiesto", fornisce poca assistenza al lavoro delle ispezioni e non ha chiarito informazioni ritenute "contraddittorie" su alcune questioni. Nella precedente audizione al Consiglio, il 9 gennaio, Blix si era limitato a dichiarare che i suoi collaboratori non avevano trovato "pistole fumanti", da intendersi come prove concrete negli impianti industriali e depositi fino ad allora controllati; il 20 gennaio aveva firmato un nuovo protocollo col governo iracheno per le modalità di controllo dei siti sospetti e dei colloqui privati con gli scienziati.
Blix insinua sospetti e lamenta la "collaborazione passiva" dell'Iraq, il segretario di Stato americano Colin Powell coglie la palla al balzo e rilancia: "se Saddam non avesse niente da nascondere e volesse evitare la guerra, sarebbe lui stesso a portare gli ispettori in giro e a parcheggiare i suoi laboratori mobili davanti alla sede dell'Onu". Non lo fa e quindi ha qualcosa da nascondere, ovvero occorre applicare la sentenza già scritta dalla Casa Bianca per spodestare Saddam e prendere il controllo diretto del petrolio iracheno con l'aggressione militare.
Il dibattito al Consiglio di sicurezza dell'Onu dovrebbe incentrarsi su quanto tempo occorra ancora dare agli ispettori per le verifiche sul campo; la scadenza "ultimativa" che gli Usa avevano finora assegnato al rapporto del 27 gennaio potrebbe essere spostata al 14 febbraio; per quella data la Germania, che dal 1° febbraio entra a far parte del Consiglio, ha chiesto un nuovo rapporto degli ispettori. Al massimo, secondo fonti americane, si potrebbe arrivare al 21 febbraio, la data inizialmente prevista dalla risoluzione 1441 per la conclusione delle ispezioni; la seconda metà del mese è anche quella nella quale il Pentagono ritiene di aver completato lo schieramento dei 150 mila uomini nel Golfo.
Il Consiglio di sicurezza lavorerà sotto la pressione dell'ultimatum di Bush che forsennatamente ripete "il tempo sta per scadere"; ma anche se l'Onu non si piegasse ancora una volta ai diktat dell'imperialismo americano, come ha fatto con la dichiarazione di guerra all'Iraq rappresentata dalla risoluzione 1441, ribadisce Powell che gli Usa si muoveranno comunque alla guida della coalizione dei paesi che ci stanno.
In un intervento del 21 gennaio Bush rispondeva alle dichiarazioni del presidente francese Chirac contro una immediata risoluzione a favore della guerra e contro l'intervento americano senza copertura Onu richiamando all'ordine l'organizzazione imperialista: "è chiaro che l'Onu deve raddrizzare la schiena e darsi una spina dorsale. Quanto tempo dovrebbe servire per capirlo?".
Bush ricorda anche che prima del voto dell'8 novembre sulla risoluzione 1441 "tutti dicevano che non avremo avuto appoggi sufficienti ma alla fine il nostro documento fu approvato all'unanimità". Perciò basta con le perdite di tempo delle discussioni diplomatiche, ripete il presidente americano, "il tempo sta per scadere e io so quello che debbo fare. L'Iraq deve disarmare e condurrò una coalizione, con gli alleati che ci stanno, per disarmarlo. Vi farò sapere quando sarà venuto il momento dell'azione".
Intervenendo il 26 gennaio al forum economico di Davos, Powell ha confermato che gli Stati Uniti sono pronti ad aggredire l'Iraq anche senza l'Onu. "Il multilateralismo - ha affermato il segretario di Stato americano - non può essere un alibi per l'inerzia. Ci riserviamo il diritto sovrano di agire contro una minaccia alla nostra sicurezza". La "guerra preventiva" degli Usa per sventare la minaccia dell'Iraq sarebbe quindi necessaria anche senza l'Onu e giustificata dal fatto di impedire a Saddam di "avere l'opportunità di collegarsi con reti terroristiche, di diffondere le armi di distruzione di massa". Gli Usa sono certi che l'Iraq ha 30 mila testate capaci di trasportare armi chimiche e "gli ispettori ne hanno trovate solo 16", come a dire che non è sulle ispezioni che contano gli Usa. L'Iraq, sentenzia Powell, "non ha rispettato la risoluzione del Consiglio di sicurezza, non ha collaborato adeguatamente con gli ispettori". Perciò "il tempo è scaduto". Per smuovere i paesi europei riottosi a partecipare alla coalizione imperialista guidata dagli Usa Powell forza la storia paragonando la guerra all'Iraq a quella necessaria a sconfiggere il nazifascismo e a cui seguì l'intervento economico e diplomatico del Piano Marshall "per ricostruire il benessere e la democrazia" sul vecchio continente, ovvero a cementare il blocco imperialista sotto il controllo e la guida americani. Fra le altre Powell si dimentica di precisare che a dare il via alla guerra fu Hitler, il maestro dell'attuale inquilino della Casa Bianca; è invece chiaro nel riaffermare la leadership dell'imperialismo americano sugli alleati che devono adeguarsi alla volontà Usa di controllare l'Iraq.

29 gennaio 2003