Assemblea dibattito a Catania sulla lotta alla mafia
Campisi: la mafia si combatte cancellando la legge 30 e garantendo l'occupazione a tempo indeterminato
Accolto con interesse il volantino del PMLI. Vendute copie de "Il Bolscevico"
Dal nostro corrispondente di Belpasso
Per chiudere il suo giro siciliano, iniziato lo scorso 4 dicembre, la Carovana antimafia ha scelto Catania. Anzi, ha scelto un comune difficile come Bronte per una manifestazione studentesca nella mattinata, e un quartiere periferico come Monte Po, dove le associazioni di volontariato hanno fatto animazione per strada, mettendo insieme esperienze laiche e cattoliche. La sera del 15 per iniziativa di Libera, Arci e Cgil è stata la volta del dibattito tenutosi nel salone del sindacato. L'obiettivo degli organizzatori era quello di coinvolgere nella discussione lavoratori e studenti sui temi della legalità, dei diritti, dare credibilità alle istituzioni borghesi, rappresentate dall'attuale governo della "sinistra" borghese, Prodi.
Ha aperto i lavori il segretario confederale, Giusi Milazzo, al tavolo della presidenza: Francesco Battiato, segretario generale della Cgil di Catania, Calogero Parisi del coordinamento carovana antimafia, Anna Bucca, presidente regionale dell'Arci, Enzo Campo, segretario regionale della Fillea-Cgil (Federazione lavoratori edili, del legno e affini), Orazio Licandro della Commissione parlamentare antimafia e Antonio Pioletti pro-rettore dell'università.
"L'illegalità e la mafia non si combattono solo con azioni repressive - ha detto Battiato - urge un'azione di formazione dei docenti e ognuno faccia la sua parte". Anna Bucca ha posto l'accento sulle battaglie per l'affermazione dei diritti di cittadinanza e diritti umani, mentre il pro-rettore Pioletti, intervenuto a titolo personale, ha detto: "sui temi legati alla mafia l'università è stata assente fino ad ora". Licandro ha sostenuto che sul piano della diffusione della "cultura della legalità" questo paese ha fatto dei vistosissimi passi indietro. Un lavoratore immigrato, Amid, ha raccontato la cronaca dell'ingiusto licenziamento subito insieme a altri compagni.
A questa importante assemblea-dibattito, non poteva mancare la presenza del PMLI che, fin dalle prime ore del pomeriggio, ha fatto volantinaggio e venduto diverse copie de "Il Bolscevico" intrecciando interessanti colloqui con i partecipanti. Il compagno Francesco Campisi, dopo un giorno di lavoro nero e dopo aver attraversato un lungo tratto supertrafficato, è giunto in ritardo ma giusto in tempo per chiedere la parola e intervenire. Non ha avuto neanche il tempo di prendere appunti che è stato invitato a prendere la parola.
Entrando nel tema del dibattito Campisi ha affermato che se si vuole arrivare all'obiettivo di sconfiggere la mafia e la criminalità "occorre non militarizzare la città ma soprattutto creare posti di lavoro per tutti, a tempo determinato, a salario pieno e sindacalmente tutelati, occorre cancellare la legge 30 che precarizza il lavoro. Le nuove generazioni non accettano di essere supersfruttate, occorre liberare la popolazione dal bisogno; quando uno ha un lavoro sicuro, pagato secondo contratto, non va dai mafiosi o a spacciare droga, a rubare o assassinare qualcuno, per cui la mafia viene isolata e facilmente sconfitta. Occorre che in Sicilia e in tutto il Meridione si sviluppino le industrie di trasformazione di prodotti agricoli, come le nostre arance; i nostri frutti vengono esportati al Nord dove ne fanno succhi di frutta e ce li rimandano al Sud. E noi siamo costretti a rimanere disoccupati. Il Sud è divenuto la cenerentola dell'Italia; occorre una politica industriale che colmi il divario tra il Nord e il Sud del Paese".
"Voi mi direte, ha continuato il compagno Campisi, che il governo Prodi ha ereditato dal governo Berlusconi un deficit enorme e che quindi non ci sono i soldi per fare quello che io sto chiedendo. Ebbene io dico che i soldi si possono trovare! Tanto per incominciare il governo Prodi tagli tutte le spese militari che ammontano a parecchi miliardi di euro. Ritiri tutti i soldati italiani dall'Afghanistan, dal Libano, dai Balcani e dovunque si trovino. Riduca gli stipendi onerosi di tutti i parlamentari a partire dal presidente del Consiglio, dai ministri, dal presidente della Repubblica, eccetera. Questi signori provino loro a vivere con la paga di un operaio!", ha affermato riscuotendo un larghissimo applauso della grande sala. "Il governo Prodi faccia pagare le tasse anche al Vaticano che possiede tanti beni immobili e non paga niente. Se pagasse, lo Stato incasserebbe almeno il 20% come previsto dalla legge finanziaria. Quindi, come vedete, i soldi per creare posti di lavoro si possono trovare".
Molti hanno applaudito Campisi e si sono congratulati dicendo che condividevano al cento per cento il suo intervento.
Nelle conclusioni il segretario regionale Fillea-Cgil Campo ha rimarcato, condividendole, diverse cose dette da Campisi inerenti la lotta alla mafia. Riferendosi ai fischi degli operai di Mirafiori ai segretari confederali ha affermato che il sindacato deve riflettere e deve agire secondo il mandato dei lavoratori.

20 dicembre 2006