Chi è Salvatore Ligresti

Redazione di Firenze
Chiacchierato per i suoi presunti rapporti con la mafia, è finito in carcere per l'inchiesta "mani pulite" e condannato a 2 anni e 4 mesi di reclusione ha scontato la sua pena affidato ai servizi sociali. Salvatore Ligresti, il costruttore travolto dagli scandali, il tangentista che dava mazzette direttamente a Craxi, l'imprenditore che grazie ai suoi buoni rapporti con la politica è stato salvato dalle banche quand'era sull'orlo del fallimento, ora vive una nuova vita dorata grazie al nuovo sodalizio col neoduce Berlusconi, per conto del quale nel luglio 2004 è diventato amministratore delegato della Rcs Media Group, che controlla il Corriere della Sera.
Il feeling tra l'ingegnere di Paternò e il cavaliere piduista di Arcore però non è di vecchia data. Don Salvatore negli anni '80 era un concorrente di Berlusconi, come lui costruiva la sua fortuna sul mattone. Entrambi erano sponsorizzati dal PSI di Craxi, ma Ligresti ha sempre avuto riferimenti politici più ampi e articolati, che spaziano da AN alla vecchia DC.
Nato nel 1932 a Paternò, in Sicilia, da famiglia agiata, ha frequentato il liceo classico e poi l'università a Padova, dove ha conseguito la laurea in Ingegneria. Negli anni '50 si trasferisce a Milano e si lega a Michelangelo Virgillito e Raffaele Ursini, originari anche loro di Paternò. Gli insegnarono il "corsarismo" in finanza tanto che il giovane Ligresti superò il maestro e "rilevò" da Ursini il primo pacchetto di azioni Sai. Avrebbe dovuto essere una vendita simulata, ma Ligresti sostenne di aver regolarmente pagato e una sentenza gli diede ragione. La sua fortuna crebbe rapidamente tanto che negli anni '80 Ligresti era l'immobiliarista più potente di Milano. In questi anni acquista a destra e a manca quote azionarie di società di gran nome come Cir, Pirelli e Montedison. Sotto l'ala di Cuccia e di Craxi entra in Mediobanca.
Nel 1986 scoppia lo scandalo delle aree d'oro: Ligresti viene indagato per corruzione, ma alla fine se la cava con piccole condanne per abusi edilizi.
Il 16 luglio '92 finì a San Vittore. Dopo quattro mesi mise a verbale una deposizione fiume che consentì ai magistrati di arrivare a Craxi. I guai seri arrivarono con l'inchiesta Eni-Sai, coimputati l'ex finanziere Sergio Cusani e lo stesso Craxi. Altre vicende giudiziarie le ha chiuse col patteggiamento: quelle per le tangenti per i piani edilizi di Pieve Emanuele e per l'ampliamento del palazzo di giustizia di Milano e il processo per la svendita del patrimonio immobiliare dell'Ipab.
Proprio grazie agli stretti rapporti con il mondo della politica e ai molti favori ricevuti da quello bancario, Mediobanca in particolare, nel luglio 2001 tenta una prima scalata ai vertici della Montedison in quel momento oggetto del desiderio della Fiat per l'acquisto della quale aveva lanciato un'Opa (Offerta pubblica d'acquisto). Grazie alla sua compagnia di assicurazioni, la SAI, acquista un primo 6,7% di Fondiaria, la compagnia d'assicurazioni fiorentina controllata proprio dalla Montedison, con l'impegno di rilevarne un ulteriore 22,2%. Dietro alle quinte la direzione di Mediobanca che, in quel momento grande nemica della Fiat, vuole impedire a tutti i costi che gli Agnelli si impossessino di Fondiaria.
Inizialmente stoppata dall'organismo di controllo della Borsa (Consob), secondo la quale per l'acquisto di Fondiaria occorre essere più trasparenti lanciando un'Opa sul 100% del capitale, Ligresti è a questo punto costretto a cercare una strada alternativa che trova grazie all'aiuto del gruppo di banche Jp Morgan Chase, Interbanca, Mittel e Commerzbank guidate dal finanziere Francesco Micheli, che compra il pacchetto di Fondiaria per poi rigirarlo alla SAI. Si è venuto così a costituire il binomio societario SAI-Fondiaria che, se affiancato alle Generali, già nell'orbita di Mediobanca, è un colosso nel campo assicurativo.
Ora, come sostenitore di Berlusconi, Ligresti si sta lanciando in una nuova stagione di grandi speculazioni edilizie in tutto il paese, da Milano dove si è aggiudicato la vecchia Fiera per costruirci un nuovo quartiere avvenieristico e un'area a ridosso della stazione Garibaldi per costruirvi una "città della moda", a Torino, dove è a caccia di aree dismesse, a Capo Taormina in Sicilia dove ha in progetto un grande albergo, a Firenze dove si prepara a cementificare la Piana di Castello grazie ai nuovi amici del "centro-sinistra" di Domenici.

13 giugno 2005