CHI SONO I DUE NUOVI PRESIDENTI DELLE CAMERE
Marcello Pera
Il presidente del
Senato è nato a Lucca il 28-1-1943. Diplomato in ragioneria lavora in Banca
Toscana e nella Camera di commercio di Lucca. Dopo la laurea in filosofia
diventa docente a Catania e poi a Pisa, dove insegna filosofia della scienza.
Come editorialista ha collaborato con molte testate giornalistiche, tra cui
Corriere della Sera, Stampa, Messaggero, Espresso e Panorama.<br> Nel '92
il suo debutto in politica, come candidato alle politiche per la lista "Sì
referendum'' di Massimo Severo Giannini. Poi aderisce a Forza Italia, diventa
coordinatore nazionale della "Convenzione per la riforma liberale'', ed è
eletto per la prima volta senatore per il Polo nel '96 nel collegio di Lucca.
Nella precedente legislatura è stato vicepresidente del gruppo forzista e ha
fatto parte della commissione Istruzione, della commissione Giustizia e della
Bicamerale neofascista e golpista di D'Alema e Berlusconi.<br> Seguace e
divulgatore del filosofo liberale austriaco Karl Popper, ultimamente Pera era
diventato nell'organigramma del neoduce Berlusconi il ministro della Giustizia
designato, e si stava calando alacremente in questo ruolo, conquistato anche
grazie ai suoi numerosi interventi contro i magistrati troppo "invadenti''
in campo politico ("mani pulite'', Caselli, procura di Palermo,
Magistratura Democratica) per i quali ha proposto anche di istituire
"un'alta corte di giustizia per giudicarli, separata dal Csm''.<br>
La necessità per Berlusconi di tenere libero il posto di ministro della
Giustizia reclamato da Bossi e i suoi uomini lo ha invece catapultato alla
seconda carica istituzionale tagliando la strada al candidato di AN, Domenico
Fisichella, che si è ritirato dalla corsa e dal governo Berlusconi sbattendo la
porta.
Pier Ferdinando
Casini
46 anni, bolognese, lo scudocrociato Casini ce l'ha nel sangue, fin da quando da
ragazzino, educato dal padre Tommaso, degasperiano, si fa notare come attivista
nel liceo Galiani di Bologna.
Nel '77 Fanfani lo porta a Roma, dove diventa vicesegretario dei giovani
democristiani. Il boss veneto Toni Bisaglia ne fa un suo allievo, e lo fa
eleggere deputato a 28 anni. Pupillo di Arnaldo Forlani al tempo del Caf
(Craxi-Andreotti-Forlani), riesce però ad evitare di essere coinvolto nel suo
declino dopo tangentopoli, esce dalla DC di Martinazzoli, che dopo la bufera
provocata da mani pulite sta per trasformarsi in PPI, e fonda con Mastella il
CCD, che poi si presenterà con Forza Italia e AN nel "Polo delle
libertà'' alle elezioni del '94.
I due poi si separeranno, preferendo Casini restare fedele al
"centro-destra'' dopo la caduta del governo Berlusconi, mentre Mastella,
dopo una breve parentesi con Cossiga, preferisce invece virare verso il vincente
"centro-sinistra''. Eletto eurodeputato nel '94, vicepresidente
dell'internazionale democristiana dall'anno scorso, Casini assurge alla terza
carica istituzionale dello Stato a coronamento di una carriera da democristiano
doc con fama di "moderato'', devoto alla madonna e ai santi. A parte certi
suoi atteggiamenti "stonati'' e bellicosi come la proposta di sparare sugli
scafisti.
|