Lo ha sancito il Consiglio supremo di difesa convocato dal presidente della
Repubblica
CIAMPI E
BERLUSCONI SCHIERATI ATTIVAMENTE CON BUSH
A tambur
battente, subito dopo la decisione del Consiglio Nato che ha impegnato tutti i
suoi membri a fianco degli Usa nella guerra imperialista contro i paesi
sospettati di terrorismo, Ciampi ha convocato il Consiglio supremo di difesa, il
supergabinetto di guerra che egli presiede come capo supremo delle Forze armate.
All'ordine del giorno, come recita il comunicato emesso al termine della
riunione, "i riflessi della gravissima azione terroristica contro gli Stati
Uniti sul sistema di sicurezza nazionale italiano nel contesto atlantico ed
europeo''.
Il vertice si è tenuto al Quirinale il 14 settembre, ed è durato due ore e
mezzo. Erano presenti, oltre a Ciampi, gli altri sette membri di diritto, e
cioè il presidente del Consiglio Berlusconi, il ministro degli Esteri Ruggiero,
il ministro dell'Interno Scajola, il ministro dell'Economia e delle Finanze
Tremonti, il ministro della Difesa Martino, il ministro delle Attività
produttive Marzano e il capo di Stato maggiore della difesa, generale Mosca
Moschini. Erano presenti anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio
Letta, il segretario generale della presidenza della Repubblica Gifuni e il
segretario del Consiglio supremo di difesa, ammiraglio Mariani.
Il vertice al Quirinale era stato preceduto da un Consiglio dei ministri
straordinario in cui il governo annunciava di avere allo studio "iniziative
coordinate e comuni'' a sostegno della nazione "amica e alleata'', e che
erano già stati adottati "tutti i necessari provvedimenti per la garanzia
della sicurezza, con particolare attenzione agli obiettivi più a rischio''. Tra
questi il governo indicava il Vaticano.
L'impostazione di totale e incondizionato appoggio a Bush e alla sua crociata
imperialista per riaffermare l'egemonia degli Usa e dell'Occidente nel mondo,
data dal governo col pretesto della lotta al terrorismo, è stata confermata e
rafforzata dal Consiglio supremo di difesa, che nel comunicato finale ha
ribadito infatti la "piena solidarietà dell'Italia agli Stati Uniti di
fronte a un attentato che colpisce i valori dell'intera comunità
internazionale''. Solidarietà non soltanto politica, ma anche militare,
attraverso l'Alleanza atlantica, che "integrata dalla capacità di difesa
europea, è il cardine della sicurezza del nostro paese'', sicurezza che a sua
volta "è indivisibile da quella degli Stati Uniti''.
Il Consiglio ribadisce pertanto la partecipazione incondizionata dell'Italia
alla guerra di Bush nella "lotta senza quartiere alle organizzazioni
terroristiche'' sulla base "dell'art. 5 del trattato di Washington secondo
le decisioni del Consiglio atlantico''. In tale contesto il Consiglio supremo di
difesa prende altresì atto "della verifica dell'intero sistema di
sicurezza nazionale effettuata in relazione agli avvenimenti dell'11 settembre e
delle misure conseguentemente adottate''.
Non ancora contento di questa già gravissima iniziativa guerrafondaia, che
dichiara praticamente lo stato di guerra in spregio a ogni norma costituzionale,
Ciampi nelle sue uscite pubbliche successive al vertice ha voluto ribadire
ulteriormente il ruolo attivo dell'Italia nella guerra imperialista indetta da
Bush e sposata dalla Nato e dalla Ue, soffiando per di più sul fuoco della
montante crociata anti islamica e razzista che viene attizzato ad arte in Italia
e in tutto l'Occidente.
Il 16 settembre a Gorizia, da lui definita "estremo avamposto
dell'Occidente'' al tempo della "cortina di ferro'' sovietica, ha parlato
per esempio del "male che si annida nel fondo dell'anima umana'' e del
"bene'' che invece risiede "nella nostra antica cultura umanistica e
cristiana'', lasciando intendere quindi che il "bene'' sta nell'Occidente
cristiano e il "male'' sta al di fuori di esso e dei suoi "valori''.
Lo stesso ha fatto nella successiva visita in Basilicata, dove ha insistito sui
concetti di "difesa dei nostri valori di civiltà, di libertà, di rispetto
della vita umana'' e di "punire duramente i terroristi e i loro
ispiratori'', cioè gli stati additati da Bush come mandanti del terrorismo.
Ma il culmine di questa sistematica campagna bellicista, tanto più grave
perché proveniente dalla massima carica dello Stato, che dovrebbe essere
garante della Costituzione che formalmente, all'art. 11, ripudia la guerra come
mezzo di risoluzione delle controversie internazionali, è stato toccato il 22
settembre, col discorso tenuto da Ciampi a 1.300 studenti davanti al Vittoriano.
Un discorso sfacciatamente patriottardo e guerrafondaio, fatto non a caso
davanti a questo monumento simbolo del nazionalismo monarco-fascista, a due
passi da quel Palazzo Venezia da dove Mussolini proclamò l'entrata dell'Italia
nella seconda guerra mondiale: "Siamo pronti a difendere con tutte le
nostre forze la nostra civiltà dalla terribile sfida del terrorismo'', ha detto
Ciampi nel subdolo proposito di irretire i giovani a sostegno della nuova
crociata bandita dall'imperialismo. Tant'è vero che li ha subito dopo ammoniti
a star lontani dalle lotte contro la globalizzazione, il G8, la Nato e il
governo neofascista e assassino del suo pupillo Berlusconi, esortandoli ad
evitare "qualsiasi strumentalizzazione'' che possa "indebolire le
libere e legittime istituzioni, nazionali e internazionali''.
26 settembre 2001
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