CIAMPI, BOBBIO E LA CHIESA INAUGURANO LA CAMPAGNA ANTIASTENSIONISTA
Gli ex fascisti e azionisti anticomunisti uniti contro chi non accetta la seconda repubblica
Lo spettro dell'astensionismo deve inquietare non poco la classe dominante, se i più grossi calibri delle istituzioni, della chiesa e dell'intellighenzia borghese scendono in campo per lanciare appelli agli elettori a non disertare le urne il 13 maggio.
è il caso, per esempio, dell'appello firmato dall'economista Paolo Sylos Labini, dal filosofo Norberto Bobbio e dai costituzionalisti Alessandro Pizzorusso e Alessandro Galante Garrone, un documento in apparenza contro Berlusconi ("Appello contro la casa delle libertà'', è il titolo), ma in realtà diretto contro gli astensionisti, che vengono accusati di fare il gioco del cavaliere piduista. Pubblicato l'8 marzo scorso, l'appello si apre con parole allarmate sui pericoli che la democrazia rischia in caso di vittoria di Berlusconi, ma per arrivare alla seguente sporca conclusione: "A coloro che, delusi dal centrosinistra, pensano di non andare a votare, diciamo: chi si astiene vota Berlusconi. Una vittoria della Casa delle libertà minerebbe le basi stesse della democrazia''.
Non risulta che certi campioni di democrazia borghese (ma anche di anticomunismo viscerale tipico degli ex critici del capitalismo convertiti al neoliberismo), come l'azionista e socialista Sylos Labini, e l'azionista ex fascista Bobbio, abbiano avuto qualcosa da ridire contro il cavaliere di Arcore, quando insieme a D'Alema nella Bicamerale portava avanti esattamente lo stesso progetto neofascista, presidenzialista e federalista che oggi invece li scandalizza tanto. Se solo oggi scoprono il pericolo rappresentato da Berlusconi è perché gli serve agitarlo strumentalmente contro l'astensionismo di sinistra, per svolgere anche in questo campo la loro funzione di anticomunisti storici al servizio del capitalismo e della classe dominante borghese, e per coprire a sinistra la seconda repubblica neofascista.
Pochi giorni dopo, il 10 marzo, è sceso in campo lo stesso capo dello Stato, Ciampi, che in partenza per il suo viaggio in Uruguay e Argentina ha rivolto un monito ai partiti dei due schieramenti elettorali ad "abbassare i toni'' dello scontro, perché l'Italia - ha detto - "ha responsabilità europee e mondiali'' e il mondo ci osserva, e anche perché gli elettori potrebbero disgustarsi e punire i contendenti con l'astensionismo: "Gli elettori vogliono capire per chi e per cosa votare e per capire hanno bisogno che tutti ragionino pacatamente. Anche un solo voto conta'', ha concluso Ciampi autocitandosi dal suo discorso di Capodanno.
Infine, come se tutto ciò non bastasse, il 26 marzo è stata la volta della chiesa a buttare tutto il suo peso in campo contro l'astensionismo, nella persona del cardinale Ruini, presidente della Cei, che nel raccomandare ai cattolici di votare per i partiti che sostengono la dottrina e le richieste della chiesa, ha condannato ogni tendenza astensionista esaltando invece il partecipazionismo "per il perseguimento del bene comune che richiede l'attenzione e la convinta partecipazione di ogni cittadino, compreso l'esercizio del voto''.
Se le massime personalità istituzionali, culturali ed ecclesiastiche della società borghese si coalizzano contro l'astensionismo è segno che quest'ultimo colpisce nel segno ed è la vera arma vincente, a livello elettorale, per assestare un duro colpo alla seconda repubblica capitalista, neofascista, presidenzialista e federalista.