Incontro di "grande cordialità" con le maggiori cariche dello Stato, Ciampi, Berlusconi, Pera e Casini
CIAMPI RICEVE I SAVOIA AL QUIRINALE
Il regime neofascista riabilita i Savoia che consegnarono l'Italia a Mussolini e la trascinarono in guerra
Dopo l'abrogazione del primo e secondo comma della XIII disposizione della Costituzione votata dalla Casa del fascio e dall'Ulivo nel luglio 2002, i discendenti della casa Savoia, responsabili di aver consegnato l'Italia al fascismo e averla trascinata nella 2¨ guerra mondiale, passano ora a incassare quella cambiale politica "in bianco" che il parlamento nero ha sottoscritto.
Alla famiglia degli ex monarchi (Vittorio Emanuele, figlio di Umberto II, la moglie Marina Doria e il figlio Emanuele Filiberto) infatti non è bastato rientrare in Italia come è accaduto a Napoli nel marzo scorso. Volevano che le massime autorità del regime neofascista legittimassero il loro rientro ufficiale nella capitale, dalla quale furono cacciati col referendum del '46, e in una qualche misura riconoscessero la definitiva cancellazione del verdetto storico sancito dalla Costituzione antifascista e antimonarchica.
Col loro tour politico-istituzionale che il 16 maggio li ha portati in rapida successione ad esser ricevuti dal presidente della Repubblica Ciampi, dal presidente del Consiglio Berlusconi e dal presidente del Senato Pera, e lunedì 19 maggio dal presidente della Camera Casini (che non li ha potuti ricevere prima per impegni precedenti) hanno colto appieno i loro obiettivi.
Hanno voglia a chiamarla "visita privata" ma quando simultaneamente le quattro più alte cariche dello Stato li ricevono in pompa magna nelle rispettive sedi istituzionali, compiono una riabilitazione pubblica e ufficiale dei Savoia.
Ecco perché Ciampi (che nel 1997 da ministro votò contro la proposta di rientro dei Savoia avanzata dall'allora presidente del Consiglio Prodi), appena ricevuta la lettera di richiesta di udienza firmata Vittorio Emanuele di Savoia (attorno all'8 maggio) ha deciso di ricevere "il principe", come viene ormai definito nelle note ufficiali del Quirinale.
Hanno voglia a nascondersi dietro il cosiddetto protocollo informale, (quello per i "comuni cittadini"), cioè senza eccessi di cerimoniale, e tutto ciò che somigliasse alle accoglienze riservate a presidenti, capi di stato e simili. In verità i Savoia, entrati al Quirinale dal Portone Principale, privilegio riservato a pochi, sono stati accolti calorosamente da Ciampi con un "Bentornato al Quirinale dopo 57 anni" davanti alla Vetrata, ossia lo studio presidenziale riservato alle consultazioni di governo e agli incontri internazionali, dove si è svolto un colloquio di ben 40 minuti, con tanto di scambio di doni e cortesie. Un incontro, che è stato definito di "grande cordialità". E meno male che erano "tre privati cittadini"! Evidentemente per Ciampi esistono due pesi e due misure: ad altri "privati cittadini", come quei rappresentanti del movimento della pace che più volte gli hanno chiesto udienza, affinché intervenisse per difendere l'art. 11 della Costituzione, è stato riservato tutt'altro trattamento.
Dopo il Quirinale, altro incontro "privato" di 40 minuti con il presidente del Consiglio Berlusconi a Palazzo Chigi, che Vittorio Emanuele ha "ringraziato come artefice della conclusione della vicenda per me e mio figlio", e che, ricordiamolo, è stato suo compare di loggia massonica (P2), e col quale condivideva l'amicizia intima con Licio Gelli. Il neoduce di rimando ha invitato i Savoia a "tornare più spesso in Italia".
A Palazzo Madama, i Savoia si sono incontrati col presidente del Senato, il forzista Marcello Pera, e al termine del lungo incontro hanno lasciato il palazzo attraverso lo "scalone del re". Infine l'incontro con Casini a Montecitorio.
"Con la visita di oggi - ha dichiarato poi Vittorio Emanuele - abbiamo completato il ciclo delle sedi istituzionali italiane. è stato tutto molto impressionante. Tra l'altro, senza il Senato e la Camera, che hanno deciso di modificare la Costituzione per consentirci di mettere piede in Italia, io oggi non sarei qui. E di questo ringrazio sia il Presidente Pera sia il Presidente Casini".
Insomma anche con la riabilitazione dei Savoia il regime neofascista di oggi rende omaggio e assomiglia sempre più all'Italia di Mussolini e Vittorio Emanuele II.