Il parlamentarismo borghese è una parte dell'apparato statale borghese

Che comici pedanti! Essi (i riformisti, ndr) non hanno capito che il suffragio nell'ambito, nelle istituzioni, nelle abitudini del parlamentarismo borghese è una parte dell'apparato statale borghese che dev'essere rovesciato e distrutto per realizzare la dittatura del proletariato, per passare dalla democrazia borghese alla democrazia proletaria.
Non hanno capito che, in generale, tutte le questioni politiche serie non si risolvono col suffragio, ma con la guerra civile, quando la storia pone all'ordine del giorno la dittatura del proletariato. (...)
Da veri filistei, i capi dell'Internazionale di Berna ripetono le frasi democratiche borghesi sulla libertà e l'eguaglianza e la democrazia, senza accorgersi di ripetere a memoria frammenti delle idee sul possessore di merci libero ed eguale, senza capire che il proletariato ha bisogno dello Stato non per la "libertà" ma per schiacciare il suo nemico, lo sfruttatore, il capitalista.(...) Il proletariato ha bisogno della soppressione delle classi: ecco il contenuto reale della democrazia proletaria, della libertà proletaria (libertà dal capitalista, dallo scambio delle merci), dell'eguaglianza proletaria (non l'eguaglianza delle classi, - su questa banalità si confondono i Kautsky, i Vandervelde, i MacDonald, - ma l'eguaglianza dei lavoratori che abbattono il capitale e il capitalismo).
Finché esistono le classi, la libertà e l'eguaglianza delle classi sono un inganno borghese. Il proletariato prende il potere, diventa la classe dominante, distrugge il parlamentarismo e la democrazia borghese, schiaccia la borghesia, schiaccia tutti i tentativi di tutte le altre classi di ritornare al capitalismo, dà un'effettiva libertà ed eguaglianza ai lavoratori (cosa realizzabile solo con l'abolizione della proprietà privata dei mezzi di produzione), dà loro non soltanto il "diritto", ma la maniera reale di godere di ciò che è stato tolto alla borghesia.
Chi non ha capito questo contenuto della dittatura del proletariato (o del potere sovietico, o della democrazia proletaria, che sono la stessa cosa) impiega invano questa parola.
Lenin
, I compiti della 3ª Internazionale, 14 luglio 1919 - opere complete, (Editori Riuniti), V. 29, pp. 469-470


Il parlamento borghese ha un carattere sfruttatore

La Comune di Parigi, che tutti coloro i quali desiderano passare per socialisti onorano a parole, poiché sanno che le masse operaie nutrono per essa una simpatia appassionata e sincera, ha mostrato con singolare evidenza il carattere storicamente convenzionale e il valore limitato del parlamentarismo e della democrazia borghesi, istituzioni sommamente progressive rispetto al medioevo, ma che richiedono inevitabilmente una trasformazione radicale nell'epoca della rivoluzione proletaria. Proprio Marx, che ha valutato meglio di ogni altro la portata storica della Comune, ha mostrato, nel farne l'analisi, il carattere sfruttatore della democrazia borghese e del parlamentarismo borghese, in cui le classi oppresse si vedono concesso il diritto di decidere, una volta ogni tanti anni, quale esponente delle classi abbienti dovrà "rappresentare e reprimere" (ver- und zertreten) il popolo in parlamento. Proprio oggi, mentre il movimento dei soviet, abbracciando il mondo intero, prosegue l'opera della Comune sotto gli occhi di tutti, i traditori del socialismo dimenticano l'esperienza e gli insegnamenti concreti della Comune di Parigi, riprendendo il vecchio ciarpame borghese sulla "democrazia in generale". La Comune non è stata un'istituzione parlamentare.
Lenin, "Tesi e rapporto sulla democrazia borghese e sulla dittatura del proletariato", 1° Congresso dell'Internazionale comunista, 4 marzo 1919 - Opere complete, vol. 28, pp. 462-463


Le elezioni sono un gioco da marionette

La potenza del capitale è tutto, la Borsa è tutto, mentre il parlamento, le elezioni, sono un gioco da marionette, di pupazzi.
Lenin
, Sullo Stato, 11 luglio 1919 - Opere complete, vol. 29, p. 447


Decidono le banche non le elezioni

La partecipazione al parlamento borghese (che nella democrazia borghese non decide mai le questioni più importanti, risolte invece dalla Borsa, dalle banche) è sbarrata alle masse lavoratrici da mille ostacoli, e gli operai sanno e sentono, vedono e intuiscono perfettamente che il parlamento borghese è un istituto a loro estraneo, un'arma di oppressione dei proletari da parte della borghesia, un'istituzione della classe nemica, della minoranza sfruttatrice.
Lenin
, La Rivoluzione proletaria e il rinnegato Kautsky, ottobre-novembre 1918 - Opere complete, vol. 28, p. 252


Il cretinismo parlamentare

La malattia del cretinismo parlamentare è un'infermità che riempie gli sfortunati che ne sono vittime della convinzione solenne che tutto il mondo, la sua storia e il suo avvenire, sono retti e determinati dalla maggioranza dei voti di quel particolare consesso rappresentativo che ha l'onore di annoverarli tra i suoi membri.
Marx e Engels
, Rivoluzione e controrivoluzione in Germania, 27 luglio 1852, in C. Marx, Scritti scelti, vol. II, Ed. in lingue estere di Mosca, p. 112


Le tesi dei revisionisti sul parlamento borghese sono ingannatorie

Sul piano politico il revisionismo ha tentato di rivedere il fondamento reale del marxismo, la dottrina della lotta di classe. La libertà politica, la democrazia, il suffragio universale, ci è stato detto, distruggono le basi stesse della lotta di classe e confutano la vecchia tesi del Manifesto comunista secondo cui gli operai non hanno patria. In regime di democrazia, dove domina la "volontà della maggioranza", non si può più considerare lo Stato come un organo del dominio di classe e non ci si può più sottrarre all'alleanza con la borghesia progressista, propugnatrice di riforme sociali, contro i reazionari.
E' incontestabile che queste obiezioni dei revisionisti dànno vita a un sistema abbastanza organico di idee, cioè al sistema già noto da un pezzo delle concezioni liberali borghesi. I liberali hanno sempre sostenuto che il parlamentarismo borghese distrugge le classi e la divisione in classi, perché tutti i cittadini senza distinzione hanno diritto al voto, hanno diritto di partecipare agli affari dello Stato. Ma tutta la storia dell'Europa nella seconda metà del XIX secolo, tutta la storia della rivoluzione russa all'inizio del secolo XX dimostrano chiaramente quanto siano assurde queste concezioni. Con la libertà del capitalismo "democratico" le differenze economiche non si attenuano, ma si accentuano e si inaspriscano. Il parlamentarismo non elimina ma mette a nudo l'essenza delle repubbliche borghesi più democratiche come organi dell'oppressione di classe.
Lenin
, Marxismo e revisionismo, marzo-aprile 1908 - Opere complete, vol. 15, pp. 30-31


Governa chi ha il potere economico non chi elegge

Mentre l'ala sinistra lotta per ottenere una dittatura dal basso, un potere esercitato dalla maggioranza sulla minoranza, l'ala destra consiglia di ritornare indietro, allo stadio ormai superato del parlamentarismo borghese. L'esperienza del parlamentarismo in Francia ed in America ha chiaramente mostrato che un governo esteriormente democratico, nato dal suffragio universale, è in realtà un governo di coalizione con il capitale finanziario, assai lontano dalla vera democrazia, estraneo alla democrazia. In Francia, in questo paese a democrazia borghese, i deputati vengono eletti da tutto il popolo, ma chi nomina i ministri è la Banca di Lione. In America vi è il suffragio universale, ma al potere vi sono creature del miliardario Rockfeller.
Non è questo un fatto? Sì, il parlamentarismo borghese è stato da noi sepolto, e invano i Martov tentano di trascinarci nel periodo martoviano della rivoluzione. Per noi, rappresentanti degli operai, è necessario che il popolo non solo abbia la possibilità di votare, ma possa anche dirigere. Non governano coloro che votano ed eleggono, ma coloro che dirigono.
Stalin
, Discorsi al 3° Congresso dei Soviet dei deputati operai, soldati e contadini di tutta la Russia., 10-18 gennaio 1918 - Opere complete, vol. 4, p. 49