COL POPOLO PALESTINESE FINO ALLA VITTORIA
In Cisgiordania è in atto un genocidio. Lo stanno compiendo gli aggressori e occupanti israeliani ai danni del popolo palestinese. Nulla giustifica questa barbarie del boia nazista Sharon. La guerra al terrorismo è solo un pretesto da parte di Israele per porre fine alla guerra di liberazione nazionale del popolo palestinese, annettersi la Cisgiordania e Gaza e governarle attraverso un governo fantoccio.
Israele nei confronti del popolo palestinese si sta comportando come i nazisti si comportarono con il popolo ebreo, provocando l'olocausto del terzo millennio. Va pertanto isolato e messo al bando finché non si ritira da tutti i territori occupati e riconosca al popolo palestinese il diritto di avere un suo Stato con capitale Gerusalemme. In questo quadro chiediamo al governo Berlusconi di rompere le relazioni diplomatiche, economiche e commerciali con Israele, di bloccare ogni fornitura di armi ad esso e di schierarsi col popolo palestinese e la sua Autorità nazionale. Sappiamo che non lo farà, ma è quello che andrebbe fatto per onorare la Resistenza italiana.
Al contempo chiediamo ai partiti della "sinistra" parlamentare, ai sindacati, ai movimenti, alle autorità cattoliche di uscire dall'ambiguità, di non stare con un piede su due staffe. Non ci può essere equidistanza tra l'aggressore e l'aggredito e tra due cause: una giusta, quella palestinese, e una ingiusta, quella israeliana. Tutti coloro che amano la pace, la giustizia sociale, la libertà dei popoli, l'indipendenza e la sovranità degli Stati non possono che stare dalla parte del popolo palestinese e della sua causa e condannare, e agire di conseguenza, la politica imperialista, sionista e nazista di Israele. Ciò naturalmente non vuol dire essere antisemiti. Nemmeno noi lo siamo che, pur essendo un Partito ateo, rispettiamo il popolo ebreo, come qualsiasi altro popolo. Sappiamo ben distinguere tra gli ebrei di sinistra e quelli di centro e di destra. Con i primi, e anche con quelli di centro se sono disponibili, si deve collaborare affinché sia resa giustizia al popolo palestinese.
Non è possibile dare alcuna fiducia e sostegno a Sharon, il boia di Sabra e Chatila e della Cisgiordania, a colui che ha impedito con la forza ai pacifisti italiani, europei e di altri paesi, e persino a parlamentari italiani, di soccorrere in qualche modo il popolo palestinese.
Visto che l'Hitler di Tel Aviv, con il vergognoso e vomitevole appoggio dei laburisti di Peres, non ha arrestato il genocidio nemmeno di fronte all'intimazione dell'Onu di ritirare "immediatamente" l'esercito dai territori occupati, le Nazioni Unite hanno ora l'obbligo di costringerlo a farlo con la forza delle armi. Esse sono intervenute militarmente, direttamente o indirettamente, in Bosnia, e noi eravamo contrari, in Jugoslavia, e noi eravamo contrari, in Afghanistan, e noi eravamo contrari, lo devono ora fare senza indugio in Israele. Una situazione diversa, inedita e straordinaria che legittima il loro intervento. Allora si trattava di ingerenze imperialiste, sia pure etichettate come "umanitarie" e sotto le bandiere dell'Onu, volte a imporre la politica, la legge e l'arbitrio degli imperialisti egemoni in quelle regioni, ora si tratterebbe invece di un dovere di solidarietà e di aiuto verso un popolo inerme e senza Stato per fermare il più grande e potente esercito mediorientale che mira a sterminarlo.
Riteniamo che l'uso dell'arma del petrolio, già impugnata dall'Irak, sia un'ottima misura per costringere i paesi imperialistici a premere sul loro alleato Israele affinché si ritiri dalla Cisgiordania.
Noi siamo certi che alla fine Davide sconfiggerà Golia. Mai nella storia si è visto un popolo gemere per sempre sotto l'occupazione straniera.
L'eroico popolo palestinese, rimanendo unito, risolvendo le contraddizioni interne circa la strategia e i metodi di lotta, contando soprattutto sulle proprie forze, facendo affidamento sulla solidarietà e il sostegno internazionale, e perseverando nella guerra di liberazione nazionale, sicuramente conquisterà la libertà, otterrà il ritorno dei profughi e lo smantellamento di tutti gli insediamenti dei coloni, e costituirà il suo Stato, indipendente e sovrano, con capitale Gerusalemme.
Noi marxisti-leninisti lo appoggeremo con tutte le nostre forze fino alla vittoria. Confidiamo che il popolo italiano, con in testa la classe operaia, conformemente alla sua tradizione antifascista, antinazista, antimperialista, anticolonialista e internazionalista, continuerà a manifestare in piazza finché Israele non si ritirerà dai territori occupati.
Fermiamo il genocidio del popolo palestinese!
Isoliamo l'aggressore imperialista sionista israeliano!
Libertà e Stato per il popolo palestinese!

L'Ufficio politico del Partito marxista-leninista italiano

Firenze, 12 aprile 2002