Nel discorso di commiato all'europarlamento
Prodi esalta il suo operato per l'Ue imperialista
Per l'ex presidente della Commissione europea in Iraq siamo di fronte a uno "scontro di ignoranze"
Il 13 ottobre nell'aula del parlamento europeo di Strasburgo, Romano Prodi, presidente uscente della Commissione, ha tenuto il discorso di commiato. Un discorso in cui ha ripercorso i cinque anni che lo hanno visto alla guida dell'esecutivo di Bruxelles, di totale esaltazione del suo operato per l'Ue imperialista.
Il leader dell'Ulivo ha messo in cima ai risultati della sua presidenza l'introduzione dell'euro, l'allargamento dell'Ue e la firma del nuovo Trattato costituzionale. Tre eventi storici per l'imperialismo europeo, che hanno segnato l'ascesa della superpotenza europea nello scacchiere mondiale. Su questo non c'è da dargli torto: Prodi ha interpretato alla perfezione le smanie e le ambizioni del grande capitale monopolistico europeo e al pari dei suoi predecessori di destra e di "sinistra" ha perorato e avallato una politica europea antipopolare, liberista e liberticida, reazionaria e razzista, all'interno e una politica imperialista, militarista e guerrafondaia all'esterno.
Il fatto stesso che abbia ricevuto applausi da pressoché tutti gli schieramenti politici dimostra come la sua nomina nel marzo 1999 a Berlino, voluta dall'allora presidente del Consiglio D'Alema e dal cancelliere tedesco Schroeder, sia stata una scelta azzeccata da parte dell'imperialismo europeo. Dopo la rovinosa caduta per scandali della Commissione precedente presieduta dal lussemburghese Santer e alle porte della guerra del Kosovo in cui la superpotenza europea mostrava i muscoli come non mai Prodi era l'uomo giusto al posto giusto. E pensare che costui dovrebbe essere l'anti Berlusconi in Italia.
"Ho raccolto, insieme a voi, - ha affermato Prodi a Strasburgo - la sfida di un'agenda ambiziosa. In oltre cinque anni l'Europa è cambiata. Sono cambiati anche gli atteggiamenti dei governi verso l'Europa. Ma si è andati avanti. E su temi cruciali". L'euro, l'allargamento, la Costituzione sono per Prodi passi confacenti "al compito storico dell'Europa come fattore di pace" e dando una stilettata alla superpotenza americana "come fonte ispiratrice del multilateralismo". All'ex presidente della Commissione infatti il ruolo egemone degli Usa non è mai andato giù.
Infine, a proposito della discussione interimperialista sulla guerra e scontro di civiltà in Iraq, Prodi ha voluto dire la sua: "Piuttosto che di uno scontro di civiltà mi pare che si tratti di uno scontro tra ignoranze". Per questo "è necessaria più Europa e ancora di più Unione". Chi si oppone all'occupazione e all'oppressione militare come fa la resistenza irachena per Prodi non è nient'altro che "ignorante", mentre i saggi sono l'Europa imperialista ed i suoi eserciti impegnati gomito a gomito con gli Usa per il controllo di un'area così strategicamente importante negli assetti imperialistici mondiali. Non per nulla le flebili perplessità esposte dal leader dell'Ulivo nella stessa aula del parlamento europeo alla vigilia dell'aggressione imperialista all'Iraq, "Il ricorso alla forza deve essere proprio l'ultima risorsa, perché il conflitto porta distruzione e instabilità", sono state ben presto abbandonate, tanto che ultimamente e a più riprese Prodi si è detto contrario al ritiro delle truppe degli occupanti imperialisti, Usa e europei che siano.

20 ottobre 2004