Comunicato stampa
Il PMLI e l'attentato di Nassiriya

Il PMLI giudica l'odierno attentato mortale di Nassiriya un ulteriore e inequivocabile segnale contro la presenza delle Forze armate italiane in Iraq. Evidentemente questa presenza non è percepita dalla Resistenza irachena come un aiuto umanitario, bensì come un'intollerabile occupazione del suo Paese. Ed è questa la realtà, comunque la si rigiri da parte del nuovo Vittorio Emanuele III, Ciampi, e del neoduce Berlusconi, ai quali, nei fatti, si sono accodati Prodi, Fassino, Rutelli e il prossimo cane da guardia della Camera Bertinotti.
Non c'è quindi un solo minuto da perdere. Che costoro dichiarino il ritiro immediato del contingente italiano dall'Iraq e si metta conseguentemente in essere la procedura affinché il ritiro cominci fin da domani.
Se i governanti uscenti e entranti vogliono veramente rispettare l'articolo 11 della Costituzione e dare una svolta alla politica estera imperialista e interventista dell'Italia, non hanno da fare che una sola cosa: ritirare immediatamente le Forze armate italiane non solo dall'Iraq, ma anche dall'Afghanistan, dai Balcani e dovunque siano presenti.
Mai più un soldato e un mezzo militare italiano devono uscire dai confini dell'Italia. Solo così si potrà parlare di unità del Paese e di solidarietà alle Forze armate.
Il cordoglio alle famiglie dei militari caduti da parte del PMLI è scontato, ma non può essere esteso alle Forze armate occupanti di un Paese indipendente e sovrano e che hanno così violato l'articolo 11 della Costituzione.
 
L'Ufficio stampa del PMLI
 
Firenze, 27 aprile 2006